La mostra, di Lorenzo Marini, “Di segni e di sogni”, in cartellone a Siena dal 20 luglio al 20 ottobre scorso, è stata, con quasi 50 mila spettatori paganti, la solo exibition di arte contemporanea più vista in Italia nel 2021. Tanto da essere premiata dall’Avi, l’Associazione culturale che promuove musica e altre forme artistiche, presieduta da Carlo Lecchi. L’esposizione è un’ampia declinazione della Type art, il movimento creato dall’artista nel 2016 e diventato una delle correnti più rilevanti di questi anni. In occasione della Festa della Liberazione, Lorenzo Marini ripropone su “L’Incontro” il “Manifesto” del suo movimento e la poetica che lo ispira.
Credo nella Type art la Liberazione dello spirito
Il concetto di liberazione non attiene solamente alla sfera sociale, politica, storica e geografica. E nemmeno solo a quella dei diritti civili. E’ anche e soprattutto, una liberazione dello spirito. Un concetto ben radicato in Oriente. Nel 2016, in occasione di una mia personale presso il Palazzo Museo della Permanente di Milano, ho presentato la Type art. Ho voluto ribaltare il concetto occidentale per cui le lettere dell’alfabeto vivono esclusivamente collegate tra loro per creare un legame funzionale, una parola.
La forza estetica delle lettere
Ogni lettera ha invece una propria forza estetica, e può vivere individualmente senza essere incatenata a un’altra, come singola opera d’arte. L’unione delle lettere forma parole, dunque significati che mutano a seconda dell’idioma. All’origine però sono segni, immagini, Su questo concetto apparentemente semplice, eppure fondativo nella storia dei linguaggi, si basa il mio lavoro. Utilizzo gli elementi prima della comunicazione e li trasformo in fantasmagoria visiva attraverso associazioni cromatiche. Siamo noi a scegliere, a entrare nel meccanismo tentando in qualche modo di ricomporlo e di dare senso a un’esperienza.
Questi concetti sono stati riassunti l’anno successivo alla nascita della Type art, nel 2017, nel “Manifesto per il Movimento per la liberazione delle lettere”. Un proclama di libertà di di rifiuto della prigionia della logica, che oggi ripropongo per i lettori de L’Incontro.
Una Liberazione necessaria
Le lettere nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali.
E’ tempo di celebrare la bellezza della geometria che le compone e lasciare il gregge della tipologia alfabetica.
Le lettere sono segni architettonici nate per creare paesaggi nuovi ad ogni accostamento formale, ma la società occidentale le ha rese schiave della funzione.
Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere ma anche per alimentare la fantasia.
Le lettere sono frammenti di un caleidoscopio bellissimo, immaginifico e rutilante. Il sempre eterno movimento che solo gli occhi capaci di stupore posso cogliere. Esse sono la nostra rivincita sul grigio della malinconia, sul nero della logica, sulla nebbia delle percezioni.
Le lettere possiedono una loro individualità, come i volti di ogni uomo, raggruppati per casta o razza, ma in realtà espressioni di una individualità che non si ripete mai. Come dei fiocchi di neve, ogni rappresentazione del type deve essere unica, non riproducibile, non catalogabile, non ripetibile. Come un tramonto d’amore.
Le lettere possiedono una loro bellezza intrinseca, che va celebrata, evidenziata, resa manufatto artistico. Ogni lettera deve diventare un’opera d’arte, coniugando design e istinto, tecnica e ironia, cartoon e associazioni spontanee.
E’ ora di riscoprire la ricchezza delle lettere
Al contrario di una collana di perle, dove il filo di seta crea un legame funzionale, liberiamo le singole bellezze individuali dalla schiavitù, dal ruolo obbligatorio. Hanno pari dignità dei ritratti, dei paesaggi, delle nature morte e delle opere astratte.
Come gli animali non sono il nostro cibo, le lettere non sono le nostre schiave. Facciamo evolvere la loro esistenza, al di là della mera scrittura. Che esisterà sempre, come esisterà la lettura. Ma guardando questi singoli manufatti grafici con occhi nuovi, oltre la loro umile quotidianità per scoprire così la loro ricchezza mai esibita.
Le lettere sono il nostro mondo regressivo, il nostro primo contatto col sapere codificato, e il disegno associativo è il ponte che ci ha accompagnato nella costruzione della comunicazione. Benvenuti disegni di bimbi e rime baciate, filastrocche e associazioni improbabile. S di sogno ma anche di salame. D di dado ma anche di Dio.
Al pari delle lettere, anche i numeri e ogni altro segno alfabetico sparso nelle lingue del pianeta diventerà oggetto di attenzione e sarà celebrato come forma grafica prima ancora che come funzione verbale. Non saranno più segni di inchiostro su carta ma opere grafiche dipinte su tela, scolpite su marmo, acciaio, plastica, legno.
Le lettere non sono più solo delle semplici ape operaie ma diventato, con questa celebrazione artistica, delle api regine. Il miele delle loro bellezze addolcirà i nostri sguardi, per aprire le porte di un mondo nuovo.
Lorenzo Marini