La Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre scorso sull’importanza della memoria storica in Europa contiene una equiparazione fra nazismo e comunismo. Si tratta di una affermazione infondata che deve essere contestata.

Infatti un conto è la doverosa condanna dello Stalinismo e della dittatura nell’Unione Sovietica, ed un conto è falsamente asserire che “la Seconda guerra mondiale … è iniziata come conseguenza del famigerato Trattato … noto anche come patto Molotov-Ribbentrop e dei suoi protocolli segreti”.

Gli eventi del 1938 – 1939, a partire dal patto di Monaco fra Italia, Germania, Francia e Inghilterra, sono analizzati alla luce di interpretazioni diverse da parte degli storici.

Purtroppo assistiamo ad iniziative ultra sovraniste e revisioniste del Governo polacco, che ha cancellato dalle strade i nomi dei combattenti antifascisti polacchi delle Brigate Internazionali in Spagna ed ha approvato una legge che punisce chi afferma che anche i polacchi contribuirono al genocidio delle minoranza ebraiche, rom, sinti, ecc.

La Risoluzione afferma che Paesi dell’Est (oggi governati da sovranisti come l’ungherese Orban e il polacco Kaczyiski) sono tornati in seno alla famiglia “europea di Paesi democratici liberi …” trascurando i tratti illiberali e antidemocratici che apertamente essi rivendicano negando, ad esempio, l’accoglienza ai migranti africani.

Nessuna difesa di Putin, ma occorre ricordare che 22 milioni di russi sono morti nell’opposizione alle armate di Hitler e che il Giorno della Memoria è consacrato dalla liberazione del lager di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche.

Bruno Segre

Bruno Segre

Avvocato e giornalista. Fondatore nel 1949 de L'Incontro

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