Anni fa, mi trovavo a Piacenza per lavoro.
Era periodo di campagna elettorale, ed avevo faticato ad arrivare in auto in hotel a causa di traffico e comizi in centro. Salì in camera per cambiarmi, e poi uscì per prendere l’ascensore e scendere. All’improvviso si aprì la porta della suite a fianco e ne uscì Silvio Berlusconi, accompagnato dalla scorta. La scorta gli si mise di fronte e mi squadrò. Io sorrisi, e dissi “Buongiorno, Presidente.” Poi aggiunsi “del Milan”.
Lui si fece una gran risata e mi venne incontro, a mano tesa. Aspettammo insieme l’ascensore, chiacchierando del più e del meno, ma soprattutto di calcio e delle sorti della nostra amata squadra. Era curioso, inquisitivo, ed emanava un carisma notevole. Una grande energia e forza di spirito. Ma soprattutto una grande simpatia. All’epoca la targa della mia auto in California era “AC MILAN” e gli feci vedere una foto.
Lui rise e mi chiese di inviargliela. Scendemmo insieme in ascensore. Chiacchierando. Mi strinse la mano, sorrise, mi augurò buon lavoro, ed uscì tra la folla che lo aspettava.
Io oggi lo ricordo così. Sorridente, appassionato di calcio, dinamico e carismatico. Non ricordo gli scandali. Le controversie. L’amicizia con Putin. Ricordo l’uomo che ho conosciuto per cinque minuti, e lo saluto, con un po’ di affetto e nostalgia.
Buon viaggio, Presidente.
Antonio Valla