Oltre a essere, almeno nella vulgata mediatica, l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk è anche quello di cui attualmente più si discute. Non soltanto per le sue attività imprenditoriali, ma soprattutto per le sue prese di posizione politiche e sociologiche. Spesso e volentieri eretico rispetto all’establishment, è stato il primo uomo di (vero) potere economico-finanziario a schierarsi apertamente con Donald Trump, quando il tycoon newyorkese era additato come un candidato impresentabile, destinato a essere stritolato nella morsa della “giustizia”, nonché sbeffeggiato nei cosiddetti salotti buoni.
Controcorrente la posizione di Musk anche nel mondo dei new media. Mentre i social si muovevano verso politiche sempre più vincolanti (e a mio avviso asfissianti) di controllo dei contenuti, ha rilanciato le ragioni del free speach. Può apparire paradossale che un “conservatore” si batta per la libertà di parola, mentre il fronte progressista teorizza la necessità di una censura. Ma forse è solo la conferma che gli schemi del Novecento, così come la contrapposizione Destra-Sinistra, sono saltati. Infine, mentre sembrava che l’affermazione della cultura woke fosse inarrestabile, anche grazie alle potentissime lobby che la sostengono, Musk, con l’appoggio di Trump, le ha dichiarato guerra.
Insomma, siamo di fronte a un personaggio decisamente fuori dagli schemi. Personalmente non ho ancora le idee chiare, troppi elementi mi sfuggono. Il nostro storico collaboratore, Gustavo Ottolenghi, vi ha dedicato un ritratto ricco di dati e informazioni, proprio per fornire, liberi da condizionamenti ideologici, una chiave di lettura del personaggio. Probabilmente Musk è destinato a essere uno degli uomini più influenti nei prossimi anni. Per questo continueremo a seguirlo.
Milo Goj
