Il governo lasci spazio ai giovani innovatori. Sono molte le sfide che Palazzo Chigi dovrà affrontare sui temi del digitale, che inevitabilmente si interseca con la crisi energetica e la transizione ecologica. Il nostro Paese ha fatto passi avanti, è importante ora non disperdere il patrimonio umano di competenze e progetti fin qui accumulato. Le nuove tecnologie abilitanti hanno aperto inoltre nuove frontiere sulla formazione sia per i più giovani che per i più “anziani” che vogliono colmare il divario digitale circa le loro competenze lavorative e professionali. E proprio dal mondo delle startup italiane arrivano numerosi casi di successo.

È doveroso evidenziare come importanti passi sono stati già fatti. Basti pensare alla recente rimonta nella classifica Desi e ai passi in avanti che il nostro Paese ha fatto per creare e far crescere un ecosistema digitale che valorizzi l’uomo, le sue competenze e la sua capacità lavorativa. Uno sforzo collettivo che ha dimostrato ancora una volta come Stato, imprese e corpi intermedi possano creare un valore condiviso per la comunità.

L’Italia in crisi spaventa i nativi digitali

Tuttavia, molti dei cosiddetti nativi digitali guardano con sfiducia il percorso scolastico e ancor più quello accademico. Questi, infatti, si ritrovano stretti in una morsa tra paura per il loro futuro e il pensiero di cercare fortuna altrove. Quest’ultimo elemento è ben noto alle cronache con l’aumento del fenomeno della fuga dei cervelli. Un fatto che la Corte dei conti ha evidenziato essere aumentato di oltre il 40% dal 2013 ad oggi.

I giovani e le future generazioni rappresentano il caposaldo su cui la politica e il sistema produttivo devono investire. Tema evidenziato in particolare dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento per l’innovazione in Italia, aveva presentato ai ministri in persona delle politiche giovanile e della pubblica istruzione il suo Manifesto a sostegno dei giovani e della formazione.

Il Next Generation Eu a sostegno del futuro dei giovani

Una sfida socioculturale che il Next Generation Eu ha concentrato in tutte le sue sei missioni. Senza dimenticarsi, ovviamente, di evidenziare nella sua stesura un cambio di paradigma sia nell’approccio che nel metodo nei confronti di coloro che andranno a creare la classe lavorativa e dirigenziale del nostro Paese. Un nuovo patto sociale tra imprenditoria, istituzioni e classe lavorativa potrebbe essere di grande beneficio affinché si vadano a rafforzare le opportunità di crescita e di benessere a livello collettivo, senza dimenticare nessuno, in primis il ruolo delle donne e le nuove generazioni.

Essere innovatori vuol dire pensare fuori dagli schemi, valorizzare i progetti, promuovere il talento. È questo l’appello che l’Angi rivolge alle istituzioni italiane ed europee con l’obiettivo di imprimere una forte accelerazione alla modernizzazione del Paese. Il tutto, trovando soluzioni nelle proposte concrete e razionali che giovani preparati e propositivi possono consegnare a imprese e amministratori. Con la consapevolezza che ogni cambiamento va accompagnato da politiche che non lascino indietro nessuno. Il governo lasci spazio ai giovani innovatori.

Gabriele Ferrieri

Presidente dell'Associazione Nazionale Giovani Innovatori (Angi)

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