Gli eventi della Rivoluzione Francese ci sembrano lontanissimi. Ne leggiamo sui libri di storia e ne vediamo le ricostruzioni nei documentari o nei films. Ed invece, sono molto più vicini a noi di quanto possiamo immaginare. Ugo Intini, già Direttore dell’Avanti e Vice Ministro degli Esteri, ricorda nel suo libro “Testimoni di un secolo” le conversazioni avute con Pietro Nenni. Il vecchio esponente socialista gli raccontò di aver frequentato, nella Francia degli anni Venti del Novecento, reduci della Comune di Parigi del 1871. A loro volta questi ultimi raccontarono a Nenni di avere incontrato i sostenitori della Rivoluzione Francese.
La Storia, una scienza poetica
Intini si emoziona per questo rapporto umano che lega quattro secoli e fa percorrere 233 anni, dalla presa della Bastiglia al 2022. Anche l’Avvocato Bruno Segre ha conosciuto Nenni, consentendo anche a noi di sentirci partecipi di questo cammino all’indietro che rende la Storia qualcosa di vivo. Una scienza poetica, ha scritto Marc Bloch.
La premessa rende più vicino a noi il personaggio che si intende rievocare in questo articolo, Thomas Paine. Una figura trascurata rispetto agli altri interpreti di spicco dell’Illuminismo e delle grandi Rivoluzioni dell’Occidente. Eppure, fu il pensatore politico più letto fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Fu, non solo testimone, ma anche protagonista della Rivoluzione Americana e di quella Francese. Condivise questa sorte con il Marchese de La Fayette, aristocratico francese che divenne prima generale dei ribelli americani al comando di George Washington e poi comandante della Guardia Nazionale nella Francia rivoluzionaria.
Amico di Thomas Jefferson e Benjamin Franklin
In America, Paine divenne amico di Thomas Jefferson e Benjamin Franklin. Scrisse il libro “Common Sense”, acuta esposizione delle ragioni dei coloni americani a favore della loro indipendenza dall’Inghilterra. Nel testo, che conteneva anche la proposta di chiamare la nuova nazione Stati Uniti d’America, sostenne che «la causa dell’America è in grande misura la causa di tutta l’umanità», una causa di valore universale. In Francia, fu vicino al campo dei Girondini e fece parte della Convenzione che proclamò la Repubblica. Fu favorevole alla colpevolezza del re Luigi XVI°, ma contrario alla sua esecuzione. Qui scrisse il libro “The Rights of man” che divenne il più grande successo editoriale dell’epoca. Nei due volumi dell’opera difese i principi della Rivoluzione Francese, che definì sorella di quella americana. In particolare, difese la Rivoluzione dagli attacchi che le furono portati da un suo amico, Edmund Burke, con il libro “Reflections of the Revolution in France” a favore delle tradizioni trasmesse dal passato.
Sostenne i diritti naturali alla libertà e all’uguaglianza
Paine sostenne i diritti naturali alla libertà e all’uguaglianza, la democrazia e la Repubblica. Rispose a Burke che il futuro non può dipendere dagli errori e dai pregiudizi del passato, ma dalla ragione innovatrice, selezionatrice e anche sovvertitrice. Paine affermò «l’universale diritto di coscienza e l’universale diritto di cittadinanza», il primo a fondamento della libertà individuale, il secondo della partecipazione politica di tutti. All’accusa, che gli rivolse Burke, di propagandare un sistema livellatore, rispose accusando il mondo della tradizione monarchica di creare un «sistema di livellamento mentale» per sottomettere i sudditi ad un’unica autorità. Il governo inglese si scagliò contro il libro di Paine e nel Parlamento britannico il testo venne descritto come «un attacco alla nobiltà ereditaria che punta alla distruzione della monarchia e della religione e alla totale sovversione delle forme riconosciute di governo».
Salvo per il “gran caldo del 24 luglio 1794”
Sempre in Francia, Paine scrisse un altro importante libro, espressione del suo razionalismo di radice illuministica, dal titolo “The Age of Reason”, in cui si occupò in maniera critica di religione. Secondo la sua visione dei diritti naturali, ogni uomo deve godere della più ampia libertà di scelta religiosa anche perché, sostenne, non vi è contrasto fra i vari principi delle grandi religioni. Durante la Rivoluzione Francese fu imprigionato ingiustamente dai Giacobini e rischiò di essere ghigliottinato. Vide le celle vicine svuotarsi più volte degli sventurati compagni di prigionia che, processati senza possibilità di difendersi, venivano assassinati rapidamente come nemici del popolo. La notte del 24 luglio 1794, coloro che dovevano segnare il numero dei detenuti condannati a morte sulla porta delle celle, segnarono il numero di Paine sull’anta interna della sua porta, in quel momento aperta per il grande caldo.
Quando arrivò la squadra della morte per raccogliere i prigionieri destinati al patibolo, non vide alcun numero sulla porta chiusa della sua cella e passò oltre. Tre giorni dopo, prima che l’errore fosse stato scoperto, Robespierre venne arrestato, finì il Terrore giacobino e Paine si salvò.
A caccia di speranze nell’America di inizio ‘800
Deluso dalla fine dell’avventura rivoluzionaria francese, che sfociò nell’Impero Napoleonico, affidò le sue speranze all’America. Scrisse: «Spetta all’America l’alto onore e la felicità di essere la prima nazione che ha dato al mondo l’esempio di creare costituzioni scritte ad opera di convenzioni elette espressamente per lo scopo di migliorarle seguendo la stessa procedura, a seconda di quanto richiesto dal tempo e dall’esperienza. Non una sola goccia di sangue è stata versata negli Stati Uniti in conseguenza dello stabilirsi, con un sistema pacifico, di costituzione e governi. Il voto silenzioso, ovvero il semplice sì o no, è più potente della baionetta, e stabilisce la forza del numero senza colpo ferire».
Libertà, democrazia, laicità, pilastri della sua filosofia politica
Thomas Paine è uno di quei pensatori che hanno contribuito a forgiare il mondo moderno. Libertà, democrazia, laicità, sono stati i pilastri della sua filosofia politica. Sarebbe interessante sapere cosa penserebbe della storia successiva dei Diritti Umani, dello stato attuale della libertà e della democrazia in Occidente. Mentre è in atto la terza Rivoluzione Industriale. Mentre il potere finanziario e la Tecnica giocano un ruolo decisivo nella società contemporanea.
Lorenzo Bianchi