Intervista con l’Avv. Bruno Segre sulla sua esperienze in SO.CREM, Società per la cremazione di Torino che ha compiuto 140 anni di vita.
Tra le tante iniziative da Lei compiute nel corso della sua lunga vita, una di particolare interesse è quella di socio della SO.CREM (Società per la Cremazione di Torino). Ce ne vuole parlare?
Occorre in primo luogo ricordare che quest’anno ricorre il 140° anno dalla fondazione della SO.CREM, avvenuta il 6 aprile 1883 e che già cinque anni dopo, il 17 giugno 1888, diveniva operativa, con la solenna inaugurazione del Tempio Crematorio nel cimitero generale di Torino. Si trattava di una delle tante iniziative che si svilupparono in quegli anni di fine ’800 e che fecero “cambiare pelle” alla città che aveva profondamente sofferto, sia economicamente sia moralmente, a seguito della perdita del ruolo di Capitale d’Italia, trasferita prima a Firenze e poi a Roma.
Svecchiare una mentalità retrogada
Basti pensare allo sviluppo che di lì a poco avranno l’auto o il cinema, tra tanti esempi.
Ed anche il Tempio Crematorio contribuì a svecchiare una mentalità retrogada se non contraria, come era quella della maggiormanza dei cittadini di allora. Infatti sicuramente contrari a tale iniziativa si schierarono sia la Chiesa, sia altre religioni, mentre furono favorevoli minoranze di massoni, socialisti e valdesi. Va detto che invece vi fù sin dall’inizio una stretta collaborazione con il Comune di Torino, che autorizzò l’edificazione del Tempio Crematorio all’interno del Cimitero Generale; così come con due tra i più importanti giornali dell’epoca, la “Gazzetta del Popolo” e la “Gazzetta Piemontese” (la futura La Stampa), che descrissero con favore l’iniziativa.
Cosa avvenne negli anni successivi?
Durante il fascismo e, soprattutto dopo il Concordato fra Stato e Chiesa (1929), la cremazione assunse una valenza decisamente antifascista. Infatti, nonostante il diritto alla cremazione non fosse stato esplicitamente abolito per legge, il regime, proprio per ossequiare la Chiesa, giunse a distruggere alcuni Templi, quali quelli di Ferrara nel 1926 e di Mantova nel 1930.
Per assurdo, però, come osserva lo storico Giovanni De Luna, nell’edizione speciale del periodico “SOCREM NEWS” dedicato al 140° anniversario, “fu quello il momento in cui si avvicinarono alla cremazione molti esponenti delle classi popolari, uomini e donne, tutti sedotti da un rito che nella sua semplicità abbatteva steccati e barriere, includeva e non escludeva, proponendosi come l’opposto del “ciascuno al suo posto”, il principio gerarchico autoritario sul quale era fondato l’ordine del regime. L’interclassismo sociale, il rilievo dato alle “opere e ai giorni” dei singoli individui ricordati in morte per le tracce che avevano lasciato in vita, la dimensione totalmente laica finirono per attribuire alla cremazione un carattere intrinsecamente antifascista”.
Cremazione sempre più diffusa
Ora la situazione è totalmente mutata e la cremazione è una pratica sempre più diffusa tra i cittadini di tutti gli strati sociali e di tutte le religioni. La Società per la cremazione di Torino, a partire dal 2005 si è trasformata in Associazione di Promozione Sociale ed aderisce alla Federazione Italiana delle Società per la Cremazione (F.I.C.), di cui è il membro più autorevole e rappresentativo con i suoi circa 35 mila soci iscritti.
Sia nella SO.CREM di Torino, sia nella F.I.C. mi risulta che Lei abbia assunto negli anni un ruolo di primo piano. E’ così?
Fui nominato Presidente della Federazione Nazionale di tutte le società di Cremazione del nostro Paese e mi impegnai, quindi, girando in lungo e in largo tutta l’Italia, a visitare le società locali, tenendo discorsi sul valore sociale della cremazione. Partecipai, quale Presidente della F.I.C. a quasi tutti i Congressi internazionali svoltisi nelle capitali d’Europa. Nel 2000, prima delle mie dimissioni, intervenni al Congresso della Federazione Internazionale svoltosi ad Adelaide, importante metropoli dell’Australia, risolvendo molti problemi locali. Sono stato per anni Presidente Onorario della SO.CREM di Torino ed ora, vista la mia età, ne sono il Presidente Emerito!
Alessandro Re