Questa era la domanda che ci ponevamo noi di AVI (Associazione Vinile Italiana- cultura – costume – collezionismo), nel corso del nostro primo evento organizzato presso Mondadori di piazza del Duomo a Milano il 22 marzo del 2017. Dopo più di cinque anni oggi possiamo affermare che si trattava di un vero e proprio trend diventato moda nell’ascolto della musica su supporto fisico.
Analogico Vs Digitale
Di fatto nell’attuale mercato musicale dominato dallo streaming e dalle piattaforme musicali digitali, le vendite di dischi in vinile rappresentano, seppur in una piccola nicchia di mercato, l’unico trend di vendita positivo nei supporti musicali. Per cercare di dare una spiegazione a questo fenomeno siamo stati invitati il 15 ottobre scorso ad una masterclass dal titolo “Sanremo Music Business” che si è tenuta al Teatro Ariston di Sanremo. Durante l’evento organizzato da Raffaella Sottile e Massimo Bonelli, con il patrocinio del Comune di Sanremo, abbiamo discusso, analizzato e spiegato il perché del ritorno del vinile analogico, nell’era del digitale. Un fenomeno che sta interessando anche le giovani generazioni, e non solo i “ vecchi nostalgici”.
Il vinile analogico lega vecchi nostalgici e nuove generazioni
La risposta alla domanda iniziale è stata univoca. Il vinile, con le sue spesso splendide copertine, il suono più caldo e la gestualità, resta ancora una grande emozione. Per i molti artisti che decidono di far uscire i loro lavori su questo supporto significa, inoltre, voler lasciare ai posteri una traccia “fisica”, di pregio e di qualità. Una traccia che rimanga e non si disperda nell’immenso mare della musica “liquida” in cui si naviga oggi.
Le giovani generazioni, quindi, si stanno interessando ai dischi in vinile. In particolare la “generazione Z (quelli nati fra il 1997 ed il 2012) acquista le novità discografiche dei loro beniamini (che incidono i loro lavori sul supporto musicale vinilico, spesso in edizione limitata), per poter possedere l’oggetto fisico. E questo anche se l’oggetto è venduto a caro prezzo e , a volte, acquistato solo per essere ‘guardato’, toccato, senza essere ascoltato. Gli under 30 sembrano riscoprire i dischi dei ”mostri sacri” degli anni 60/70/80. Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, etc., vengono ascoltati su giradischi, magari riattivando quello dei genitori. Oppure acquistando uno dei tanti modelli che sono stati rimessi in vendita dalle case produttrici.
Possiamo affermare quindi che il ”vinile” ha trovato (ritrovato) un suo spazio anche in questa era digitale. Magari uno spazio di nicchia, lontano dai grandi numeri dello streaming, musica liquida, ma in ascesa costante …
Carlo Lecchi