Una serie di articoli comparsi sul “Deutsche Medizinische Wochenschrift” (Settimanale tedesco di Medicina, organo ufficiale della “Deutsch Gesellshaft fur Innere Medizin” Società tedesca ci Medicina interna e della “Gesellschaft Deutscher Naturforscher und Artze” Società tedesca di scienze naturali e mediche” ha riportato all’attenzione quanto compiuto da medici nazisti su esseri umani nei loro Kl (Konzentrationslager Campi di concentramento) e VL (Vernightungslager Campi di sterminio) nel periodo della Seconda guerra mondiale.

Tale interesse era motivato dal fatto che, da allora e sino a oggi, analoghi crimini sono stati commessi nel mondo da Governi di diversi Stati (alcuni dei quali anche aderenti all’O.N.U.) e che, nelle sentenze emesse dopo i relativi processi, i verdetti sono risultati spesso difformi rispetto a quelli espressi nei processi nazisti. Conseguentemente gli attuali Ordini dei medici tedeschi hanno intrapreso una iniziativa atta a verificare la congruità delle sentenze emesse nell’immediato dopoguerra a carico dei medici nazisti. In quest’ottica ricordiamo che, nel primo dei 12 processi del secondo Processo di Norimberga (1946/1947) i difensori dei medici tedeschi imputati di aver commesso “crimini contro l’umanità” avevano sostenuto che essi avevano agito “testando farmaci e attuando tecniche chirurgiche innovative sui prigionieri allo scopo di ottenere risposte positive applicabili nei casi di malattie sino ad allora ritenute incurabili”.

Tesi non accettata dai giudici della Corte militare internazionale che emanò pesanti sentenze di condanna a tutti i medici imputati. Ed è proprio sulla varietà di queste sentenze e sulle loro motivazioni che si è rivolto l’interesse attuale degli organi ufficiali al Processo che si era tenuto dal 9/12/1946 al 20/8/1947 a Norimberga davanti alla Corte militare del Control Council Law n. 10 nominata dal Consiglio di controllo alleato nel settembre 1945. Ricordiamo che anche altri processi, con analoghe imputazioni si tennero a Tokio (3/5/1946) e a Kabarovsk (estremo oriente russo 25/11/1949) contro altri imputati di “crimini contro l’umanità” . Alcuni degli imputati in questi processi furono processati e condannati con sentenze analoghe a quelle di Norimberga del 1947.

I crimini giudicati a Norimberga nel secondo Processo (“Processo dei dottori”) erano stati commessi tra il settembre 1939 e l’aprile 1945 nei KL di Grafeneck, Buchenwald, Dachau, Sachsenhausen, Ravensbrueck, Natzweiker-Struthof e nel VL di Auschwitz-Birkenau. I medici imputati erano stati nove: Erwin DING SCHULER, SS Sturmbannfuehrer (maggiore), Direttore della Divisione Sperimentale (Blocco 46) del KL di Buchenwald; Horst SCHUMAN, SS Sturmbannfuehrer, Direttore del Reparto sterilizzazioni (Blocco 10) del VL di Auschwitz; Sigmund RASCHER, SS Sturmbannfuehrer Major della Luftwaffe, medico capo nel KL di Dachau; Viktor BRACK, SS Standartenfuehrer (colonnello) uno dei Responsabili nel Comitato per lo studio delle malattie genetiche (Progetto T4 eutanasia); Eduard WIRTHS, SS Standortartz (colonnello medico) medico capo nel VL di Auschwitz; Claus CLAUBERG, SS Gruppenfuehrer (generale di divisione) professore di ginecologia Università di Koenigsberg, scopritore progesterone, attivo nel VL di Auschwitz; Karl BRANDT, SS Gruppenfuehrer Commissario del Reich per la Sanità, Direttore sanitario dei KL di Sachsenhausen e Natzweiler-Struthof ; Carl Peter VAERNET, danese, SS Hauptsturmfuehrer (capitano) Capo Reparto malattie sessuali (omosessualità) nel KL Buchenwald e Josef MENGELE, SS Hauptsturmfuehrer, antropologo, Direttore del Reparto studi ereditari su gemelli nel VL di Auschwitz.

In questi KL e VL, dal 1940 al 1945, erano stati sottoposti a esperimenti di vario tipo oltre 100.000 individui, specie ebrei e prigionieri di guerra (P.O.W.) russi polacchi e cecoslovacchi la cui mortalità, a seguito degli esperimenti su di loro, risultò superiore al 75%. Gli esperimenti messi in atto nei Lager erano di diverso tipo e realizzati dai medici in base alle loro specializzazioni. Sigmund RASCHER aveva controllato, nel KL di Dachau, la resistenza al congelamento di soggetti sottoposti a temperature sotto i 10 gradi centigradi per tempi variabili. Questi individui venivano immessi nudi in vasche contenenti acqua a temperatura decrescente da 2 a oltre 15 gradi sotto zero e vi erano trattenuti per periodi di tempo variabili dalle 2 alle 8 ore, mentre altri venivano esposti nudi a docce gelate: di tutti venivano verificati i tempi di sopravvivenza ai diversi trattamenti.

Altre esperienze tentate da Rascher erano state quelle su individui infettati con iniezioni di muco di ghiandole di zanzare portatrici del “Plasmodium malariae” onde verificare poi l’effetto su loro di vari prodotti ritenuti antimalarici prima di immetterli in commercio. Analoghi esperimenti venivano effettuati nei Kl di Buchenweald e di Natzweiler-Strutthof da Erwin DING SCHULER testando, su prigionieri infettati, l’efficacia di vaccini sperimentali contro la febbre gialla, il colera, il vaiolo e il tifo in rapporto alla loro sopravvivenza. Rascher aveva anche compiuto esperimenti sulla decompressione, controllando la resistenza di individui alla progressiva riduzione della atmosfera atmosferica in locali a tenuta stagna in cui venivano introdotti sino alla loro morte ; e sul digiuno assoluto verificando il periodo di sopravvivenza di individui tenuti in vita con la sola somministrazione di acqua di mare, allo scopo di conoscere quanto tempo potevano resistere in mare individui scampati all’affondamento di navi o cadutivi da aerei abbattuti.

Nel KL femminile di Ravensbruck Claus CLAUBERG e Horst SCHUMAN avevano testato prodotti tesi a ottenere la sterilizzazione femminile, sottoponendo le prigioniere alla ostruzione delle tube di Falloppio introducendo quantità variabili di sostanze velenose nella loro cavità uterina, mentre su di altre avevano controllato la possibilità di gestazione dopo inseminazione con spermatozoi di animali.

Nello stesso KL femminile Eduard WIRTHS aveva effettuato esperimenti sull’efficacia guaritrice della Sulfanilamide su ferite indotte e infettate con batteri o con frammenti di vetro o segatura. Karl BRANDT aveva sperimentato, nei KL di Sachsenhausen e di Natzweiler- Strutthof elettivamente su P.O.W. russi, diversi trattamenti contro l’epatite epidemica dopo averli infettati con ceppi di tale virus; e altri tipi di medicamenti sulle ustioni cutanee causate dal gas iprite indotte su prigionieri immessi in locali ermeticamente chiusi nei quali veniva insufflato il gas. Trattamenti sperimentali contro altre ustioni provocate su prigionieri con fosfori (tipo quelli contenuti nelle bombe incendiarie) erano stati provati da Brandt nel KL di Buchenwald, ove erano stati testati anche vari antidoti sperimentali su individui appositamente intossicati con sostanze velenose immesse nei loro cibi. Esperimenti di sterilizzazione maschile e femminile erano stati tentati da Horst SCHUMAN nel KL di Grafenek (su progetto di Viktor BRACK) applicando sull’addome di prigionieri di ambo i sessi lastre metalliche che venivano esposte a irraggiamento con raggi X di diversa potenza onde verificare la dose di radiazione da erogare per ottenere la distruzione dei loro rispettivi organi riproduttivi (ovaie e testicoli), esaminati, previa castrazione chirurgica, dopo i vari trattamenti. Carl Peter VAERNET aveva tentato, nel KL di Buchenwald, la cura ormonale dell’omosessualità maschile, impiantando, nell’addome di prigionieri omosessuali, ghiandole artificialmente arricchite di testosterone (ormone androgeno) onde verificarne, a opportuna distanza di tempo, l’effetto di ritorno dei soggetti alla normalità sessuale.

Josef MENGELE aveva tentato vari esperimenti di eugenetica nel VL di Auschwitz. Particolarmente attratto dal fenomeno della gemellarità omozigote, aveva compiuti studi, fra l’altro, sulla eterocromia oculare, tentando di modificare la pigmentazione degli occhi umani, iniettando nell’iride di un occhio di prigionieri con occhi scuri quantità varie di blu di metilene nell’intento di renderlo azzurro (al fine di ottenere individui tutti con occhi azzurri, simboli della “razza tedesca superiore”).

Alla fine della guerra quasi tutti questi medici venero catturati dagli Alleati. La Corte militare internazionale di Norimberga condannò a morte mediante impiccagione Karl Brandt e Viktor Brack, che avvenne nel carcere di Landsberg nel giugno 1948. Eduard Wirths e Erwin Ding Schuler si suicidarono in carcere mentre erano in attesa del rispettivo processo. Sigmund Rascher venne fucilato dalle stesse SS naziste nell’aprile 1945 a seguito del riscontro di malversazioni e furti da lui compiuti in precedenza a danno del Reich. Claus Clauberg, catturato dai russi, condannato a 25 anni di reclusione , venne rilasciato nel 1955 e morì due anni dopo. Horst Schuman riuscì a sfuggire alla cattura da parte degli Alleati e si rifugiò in vari Paesi (Egitto, Ghana) e morì nel 1993. Carl Peter Vaernet, catturato dai russi nel maggio 1945, riuscì a evadere e riparò in Argentina ove morì nel 1965. Josef Mengele scampò alla cattura e, dopo essersi recato in Argentina e Paraguay, morì in Brasile (Bertioga) nel febbraio 1979. Un tale epilogo delle tragiche vicende occorse nel secolo scorso potrà essere motivo di oculati provvedimenti nei casi di altri eventuali analoghi processi.

Gustavo Ottolenghi

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