Pubblichiamo il primo di una serie di articoli sull’Ucraina redatto da Massimo Vassallo, torinese (classe 1968) grande conoscitore della storia dell’Europa orientale, del mondo ucraino-bielorusso e in generale ex-sovietico.

La situazione etnica della cosiddetta “Nuova Russia” (attuale Ucraina sudorientale e meridionale) negli ultimi anni della Monarchia russa.
Definizione dell’area e sue suddivisioni
La tragica guerra, iniziata nelle prime ore di giovedì 24 febbraio 2022 con l’invasione russa dell’Ucraina, ha portato in primo piano nomi di luoghi e di regioni scarsamente noti all’occidentale medio. Argomenti largamente trattati -specialmente nei primi tempi dell’aggressione (da Mosca chiamata ufficialmente Osobaja Voennaja Operacija “Operazione Militare Speciale” in sigla russa OVO). E ritornati alla ribalta nell’ultimo mese in seguito all’annessione unilaterale da parte del governo di Putin di ben 4 oblasti (regioni) dell’Ucraina*. Tra russofoni, russi e “Nuova Russia” quale è la situazione oggettiva? E’ così da sempre oppure un tempo era diverso? Inoltre cos’è la cosiddetta “Nuova Russia”?
Ma che cosa si intende precisamente per Nuova Russia?
A queste domande cercheremo di rispondere rifacendoci alla situazione quale era nelle ultime decadi dell’Impero russo, prima degli sconvolgimenti del XX secolo. Dalla guerra civile e sovietizzazione alla collettivizzazione forzata. Dall’Holodomor alle Grandi Purghe e alla distruzione dell’intelligencija nazionale ucraina. Dalla spietata occupazione tedesca alla riconquista staliniana con nuove purghe. Dalla destalinizzazione (1956) alla russificazione quasi costante, con la parentesi degli anni di Petro Šelest che resse il KPU dal 1963 al 1972, continuata fino al 1987.
Il censimento generale della popolazione dell’Impero russo dell’anno 1897
Siamo fortunati nel possedere una fonte di informazioni molto importante, seria e affidabile, come riconosciuto da tempo da studiosi di ogni spettro politico-ideologico e di qualsiasi nazionalità. Ancorché vada ben capito il linguaggio utilizzato che evitava alcune parole “tabù”, una delle quali era “Ucraina” con i derivati. Si tratta dei 90 volumi della collezione Pervaja Vseobščaja Perepis’ Naselenija Rossijskoj Imperii 1897 g. ovvero “Primo censimento generale della popolazione dell’Impero russo dell’anno 1897”, editi in lingua russa a San Pietroburgo dal 1903 al 1905, di cui 9 volumi trattano i cosiddetti “nove governatorati” ucraini.
Quando le parole ‘ucraino’ e Ucraina erano bandite
Le terre oggi ucraine, prima del 1914, erano per circa quattro quinti nell’Impero russo e per un quinto sotto la Monarchia asburgica. Le aree ucraine dell’Impero russo formavano, in essenza, nove governatorati che informalmente la stessa burocrazia imperiale chiamava “i nove governatorati” (devjat’ gubernii, in russo).  Le parole “ucraino”, “Ucraina” erano però rigorosamente bandite** e si usava il termine “piccolo-russo” (malorusskij, come aggettivo), oggi considerato offensivo da tutti gli ucraini.
I nove governatorati erano suddivisi, de iure o de facto, in tre grandi macroregioni
La Novorossija (Nuova Russia), che comprendeva i tre governatorati di Kherson, di Ekaterinoslav (in ucraino Katerynoslav, oggi Dnipro) e di Tavrija (Tauride, che includeva la penisola di Crimea oltre ad alcune aree situate a nord della penisola), cioè l’odierna Ucraina orientale e meridionale.
La Malorossija (Piccola Russia), stricto sensu intesa, formata dai due governatorati di Černihiv e Poltava, cioè l’odierna Ucraina centro-orientale e nord-orientale. Quest’area corrispondeva all’antico Het’manato cosacco ucraino, sorto in seguito all’epica rivolta antipolacca di Bohdan Khmel’nyc’kyj nel 1648, e durato sino alla sua progressiva abolizione definitiva sotto Caterina II (dal 1764 al 1782, in tre tappe).
Lo Jugozapadnyj Kraj (Territorio del Sud-Ovest), formato dai tre governatorati di Kyïv, di Volinia (Volyn’) e di Podolia (Podillja). Insomma le aree che rimasero nella parte polacca della Rzeczpospolita polacco-lituana sino al 1793/1795, con l’eccezione di Kyïv città che era sotto controllo moscovita sin dal 1667/1669; quest’area corrisponde all’Ucraina odierna centro-occidentale. La parte più occidentale non era sotto lo scettro dei Romanov bensì sotto quello degli Asburgo.
I governatorati citati però sono soltanto otto
Il nono è il governatorato di Kharkiv (tecnicamente la Slobids’ka Ukraïna, in russo Slobodskaja Ukraina, termine usato fino al 1835) che i geografi e i burocrati imperiali non sapevano bene a chi aggregare. Alcuni lo aggregavano alla “Piccola Russia” e, secondo noi, è la soluzione che presenta meno inconvenienti in quanto Kharkiv aveva una tradizione cosacca così come l’Het’manato (poi “Piccola Russia”), pur non avendo un Het’man.

Kharkiv era già moscovita nel XVII secolo

Altri però lo associavano alla “Nuova Russia” ma a ciò osta il fatto storico che, laddove la “Nuova Russia” è così chiamata in seguito alle conquiste di Elizaveta Petrovna (1741-1762) e soprattutto di Caterina II (1762-1796) ai danni del khanato tataro di Crimea (sotto vaga sovranità del Gran Sultano di Costantinopoli sin dal 1475/1479), Kharkiv era già moscovita nel XVII secolo! Putin nel suo discorso televisivo della sera del 17/4/2014, in cui riesumò dopo un oblio quasi secolare il termine “Nuova Russia”, menzionò pure Kharkiv, ma le basi storiche di questa inclusione non sono certo indiscutibili.
I paradossi della Russia imperiale
I volumi del censimento, in genere, classificavano gli abitanti dei governatorati po rodnomu jazyku (per lingua materna) oppure po narodnostjam (per nazionalità) e li chiamavano malorossy “piccoli russi” da tradurre sempre ucraini. Può non essere inutile enfatizzare che, nei volumi che classificavano per lingua, si usava senza problemi malorusskij jazyk (lingua “piccolo russa” cioè ucraina). La parola era jazyk “lingua” come per il tedesco, il polacco etc. (nemeckij jazyk, pol’skij jazyk) e non altre parole.

Interdizione della lingua ucraina

Ciò è sorprendente se si pensa che nella Russia imperiale anteriore al 1905 l’ucraino era interdetto nello scritto, tranne in casi speciali, dal 1863 (circolare Valuev) e dal 1876 (decreti di Bad Ems ove Alessandro II si era recato per incontrare Bismarck e Wilhelm I). Dunque per uno di quei paradossi di cui la Russia imperiale non era avara ciò che era respinto dalla porta rientrava dalla finestra !
Quanti ucraini abitavano nei 9 governatorati
Possiamo stabilire questa percentuale decrescente di ucraini in ciascuno di questi 9 governatorati (dove i russi erano molti saranno indicati anche i russi, chiamati velikorussy “grandi russi”).
1. Poltava 92, 98 % ucraini.
2. Kharkiv 80, 62 % ucraini.
3. Kyïv 79, 21 % ucraini.
4. Podolia 74, 56 % ucraini.
5. Volinia 70 % ucraini.
6. Katerynoslav 68, 90 % ucraini (17, 27 % russi).
7. Černihiv 66, 42 % ucraini (21, 58 % russi) se escludiamo i 4 uezdy settentrionali (Mglin, Novozybkov, Starodub e Suraž), che Lenin nel 1920 lasciò alla Russia, gli ucraini erano l’88-90 %.
8. Kherson 53, 48 % ucraini (21, 05 % russi).
9.  Tavrija 42, 2 %, unico caso in cui gli ucraini non erano maggioranza assoluta pur superando i russi di oltre 14 punti (27, 9 %). C’erano poi i tatari (tatary) con il 13 %, già diminuiti in epoca imperiale a causa della costante emigrazione verso l’Impero ottomano e deportati da Stalin nel 1944 (nei 3 uezdy non facenti parte della penisola di Crimea, gli ucraini erano però maggioranza assoluta).

Crimea, Donbas, Kherson e Zaporižžja

Naturalmente altri ucraini vivevano anche altrove nell’immenso Impero russo.
Nel prossimo articolo esamineremo più in dettaglio, uno per uno, i tre governatorati della “Nuova Russia”, area che comprendeva tanto la penisola di Crimea (inclusa nel governatorato di Tavrija) quanto il Donbas (nell’estremo est del governatorato di Katerynoslav). Per non parlare di Kherson e Zaporižžja, cioè quasi tutte le aree venute purtroppo tragicamente alla ribalta in questi mesi.
Massimo Vassallo

Note

* C’est-à-dire gli oblasti di Donec’k, Luhans’k, Kherson e Zaporižžja, nessuno dei quali è in toto nelle mani dei russi, neppure Luhans’k che tuttavia è occupato dalle forze russe (e filo-russe) per il 90-95 %; Donec’k e Luhans’k formano insieme il cosiddetto Donbas che, come tale, non era un’unità amministrativa in epoca imperiale ma corrispondeva grosso modo a 2 uezdy (Bakhmut e Slov’’janoserbs’k il cui capoluogo era già Luhans’k).
** Mi sovviene un solo esempio ufficiale anteriore al 1905: il tomo III, parte 1, dell’erudita collezione Arkhiv Jugo-Zapadnoj Rossii (Archivio della Russia del Sud-ovest) edito a Kyïv (in russo Kiev) nel 1864 parla di “Ucraina occidentale” (Materialy dlja istorii pravoslavija v Zapodnoj Ukraine v XVIII st. cioè “Materiali per la storia dell’ortodossia nell’Ucraina occidentale nel XVIII secolo”); si era nella fase più liberale di Alessandro II e ciò sarà sfuggito al censore.

Massimo Vassallo

Massimo Vassallo (Torino, 1968), dopo una prima Laurea in Ingegneria Elettronica (Politecnico di Torino) e una seconda Laurea in Storia (Università di Torino), ha conseguito il Dottorato di Ricerca in...

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