Può una pietra essere tra le cause del conflitto russo ucraino?
Il 5 marzo, un gruppo di escursionisti giapponesi percorreva il luogo ricco di sorgenti termali sulfuree sulle montagne attorno a Nasu (prefettura di Tochigi, regione Kanto nell’isola di Honshu). Lo scopo era quello di visitare quella zona dichiarata nel 1957 dal Governo giapponese “patrimonio culturale della Nazione” e luogo di una famosa leggenda scintoista. Il gruppo si imbatté a terra in due grosse valve che risultavano dalla rottura di un masso, in una zona ricca di pietre simili, più piccole. Prima della rottura il masso, di colore grigio scuro, di forma ovoidale, del peso di circa un quintale giaceva al suolo ornato superiormente con una corda intrecciata di fibra di canapa e di paglia di riso. A questa corda – la “Shimenawa” – erano attaccate cinque stelle di carta conformate a zig zag, anch’esse di fibra di canapa – le “Shide” – che avevano la funzione di allontanare da luogo la malasorte.
La pietra assassina
Secondo la leggenda shintoista, questo masso era ritenuto maledetto e “assassino” (“Sesso – seki” , pietra assassina) ed aveva fama di uccidere chiunque l’avesse toccato. La causa: un malvagio demone che vi era stato rinchiuso per impedirgli di agire maleficamente sull’umanità. La notizia del rinvenimento del masso spezzato in due parti, riportata enfaticamente dal giornale locale Shimotsuke Shimbun, risvegliò in tutto il mondo l’interesse. Storici, religiosi, studiosi e critici delle vicende giapponesi si sono documentati sulle numerose leggende legate a questo masso nella Otogizashi, raccolta di storie scritte nel periodo Muromaki (1392/1573) da cronisti dell’epoca.
La leggenda shintoista
La più accreditata di queste leggende è quella shintoista, basata sul racconto delle vicende di Tamano-no- Mae. Una bellissima e intelligentissima donna nella quale si era trasformato lo spirito di una malvagia volpe a 9 code (“kitsune”) che con ogni mezzo intendeva prendere il potere imperiale giapponese. Scoperta, la volpe -Tamano dovette fuggire da Tokyo dopo che aveva partecipato, nel 1120, a un complotto per uccidere il 74° Imperatore Munehito Toba. Riparò sui monti dell’isola di Honshu, ove venne rinchiusa in una pietra nella quale avrebbe dovuto restare sino all’eternità onde impedirle di arrecare danni. La leggenda prosegue profetizzando che, qualora la pietra si fosse rotta, lo spirito della malvagia volpe-donna ne sarebbe uscito apportando danni e disgrazie a tutta l’umanità.
Lo spirito malvagio causa della guerra
La pietra è rimasta intatta per oltre 1000 anni ed è stata ritrovata rotta misteriosamente e spontaneamente nel 2022. Lo spirito malvagio si sarebbe scatenato causando il conflitto russo-ucraino in Europa, prodromo della Terza guerra mondiale. E ha continuato a volteggiare sul mondo, foriero di possibili altri danni (pandemie, terremoti, alluvioni).
Una spiegazione più complessa
In realtà la causa della spaccatura della “Sessho -seki” è assai più probabilmente da ricercarsi nelle acque piovane. Queste nei secoli sono penetrate attraverso alcune crepe già individuate prima dell’’anno 2000, e hanno prodotto una lenta sua erosione interna e la conseguente frattura. In questo modo si sono espressi gli esperti del MEXT (Ministero dell’Educazione, della Cultura, dello Sport, delle Scienze e della Tecnologia) giapponese, gli scienziati Jean Sebastien Cluzel francese, Junko Habu giapponese, William E.Deal inglese, Money L.Hickman statunitense che ne scrissero nelle loro opere. E in tal senso si esprime Masaharu Sugawara, Comandante delle guide locali delle sorgenti termali di Nasu, nell’illustrare la zona ai turisti.
La soluzione
L’Amministrazione locale e il Responsabile del Turismo di Nasu operano attualmente per riportare la “pietra assassina” al suo aspetto primitivo. Come? Tramite incollaggio delle due valve mediante appositi adesivi. A opera terminata si annuncerà che lo spirito malvagio di Tamano-volpe sarà rientrato nell’interno della pietra, liberando l’umanità dai suoi effetti maligni. E ripristinando il flusso turistico nella zona. La leggenda della “Sessho-seki” è rappresentata nell’opera del teatro No giapponese di Hijoshi Sa’ami, e descritta nel libro dello scrittore poeta Kido Okamoto (“Tamano -no-Mae”) e nel diario di viaggio del poeta Matsuo Basho (“La strada stretta fino alla gola del nord”) .
Gustavo Ottolenghi