L’Incontro, attraverso più autori, ha dedicato diversi articoli al Grande Gioco, cioè ai grandi movimenti della politica e dell’economia mondiale. Ci siamo rammaricati in particolare dell’inazione della Ue. Una passività talmente pronunciata che chiamarla “mancanza di iniziativa” sarebbe un eufemismo. Ora, Emmanuel Macron ha tracciato una sorta di Manifesto che riprende in buona parte le nostre osservazioni. Lo commentiamo nell’articolo qui di seguito.
Aggiungo a titolo personale che il prossimo futuro ci dirà se quelle di Monsieur Le Président sono solo dichiarazioni d’intenti, destinate a distogliere l’attenzione dai movimenti rivoluzionari che da mesi scuotono la Francia, ignorati (o almeno minimizzati) dai media mainstream, o se finalmente qualcosa sta cambiando.
di Milo Goj
Meglio tardi che mai! L’ormai antico e celebre adagio del maestro Manzi non invecchia mai. Dopo un fragoroso silenzio durato troppo e annegato nel conformismo dilagante, finalmente il Presidente francese si è svegliato dal torpore e ha lanciato, sulle colonne del giornale economico francese Les Echos, il suo grido di allarme, appena rientrato da Pechino dalla missione congiunta con Ursula von der Leyen, organizzata per capire le intenzioni del Presidentissimo Xi Jinping e individuare se ci siano condizioni e quali siano per una pace in Ucraina.
La differenza sostanziale con Russia, Cina e Stati Uniti
Questa testata negli ultimi 18 mesi, ben prima, quindi, dell’invasione della Russia, ha ripetutamente sottolineato la latitanza dell’Europa sullo scacchiere politico e diplomatico mondiale. Più autori hanno evidenziato, con diversi contributi, la gravità della sostanziale assenza di un pensiero strategico europeo indipendente rispetto a quello russo, a quello americano e a quello cinese. Oggi si decidono le future geo-mappe del mondo e oggi i protagonisti, di quello che abbiamo definito il Grande Gioco, si giocano la loro partita.
Abbiamo sempre invocato una maggiore autonomia politica e strategica dell’Europa ravvisando la persistenza di un pigro appiattimento di Bruxelles sugli indirizzi militari e diplomatici di Washington. Le trattative per porre fine alla guerra in Ucraina sono sempre state discusse in incontri o carteggi bilaterali o trilaterali, più o meno pacifici, tra russi, cinesi e americani con un grande e “lontano” convitato di pietra: Bruxelles, appunto. Poi finalmente, ci auguriamo, la svolta.
Il Manifesto per l’Europa di Macron
Macron, forse anche per ritrovare un ruolo autorevole e dignitoso, fortemente offuscato dai disordini e dalle crisi domestiche, ha deciso di sparigliare il tavolo e ha lanciato il suo Manifesto per l’Europa del futuro in una intervista sul Les Echos. Consigliamo a tutti gli appassionati della materia di andarsi a leggere il testo integrale dell’intervento presidenziale che, comunque, può essere così sintetizzato. “L’Europa – ha detto Macron – per troppo tempo non ha costruito una propria strategia autonoma. Questa deve diventare la battaglia del nostro tempo… penso che la Cina condivida la nostra stessa constatazione, ossia che oggi è il tempo della guerra… Gli ucraini resistono e noi li aiutiamo. Questo non è il tempo dei negoziati, anche se li si prepara e bisogna piantarne le fondamenta”.
Il Presidente francese manifesta tutta la sua preoccupazione sulla possibilità concreta che l’Europa sia estromessa dal Grande Gioco che viene impostato in questi mesi. “Il colmo per l’Europa – ha aggiunto – sarebbe proprio che nel momento in cui riesce a chiarire la sua posizione strategica, finisca preda del disordine mondiale e di crisi non nostre”. Bisogna stare in guardia, secondo Macron, contro il rischio che i paesi europei diventino “vassalli” di altre potenze globali. Bisogna dire no, quindi, alla logica dei blocchi contrapposti. Anche se molti valori e interessi strategici possono coincidere con quelli degli Stati Uniti non necessariamente – sottolinea Macron – noi europei dobbiamo avere una posizione passiva, delegando il nostro ruolo e la difesa dei nostri interessi agli americani. Noi europei dobbiamo svegliarci. La nostra priorità non è quella di adattarci all’agenda degli altri in qualsiasi regione del mondo. Dobbiamo individuare una “terza via”, dobbiamo diventare il Terzo Polo nello scacchiere mondiale. Se ci fosse una accelerazione della deflagrazione del duopolio (Cina-Usa) non avremo né il tempo né i mezzi per finanziare la nostra autonomia strategica e diventeremo allora dei vassalli. Abbiamo qualche anno per costruirci una nostra autonomia e diventare così il terzo grande protagonista del nuovo mondo che verrà”.
Per Macron gli europei non dovrebbero seguire gli Stati Uniti o gli altri attori del Pacifico nell’approccio duro alla risoluzione delle loro relazioni internazionali, rischiando di fatto di avvicinarsi alla terza guerra mondiale: “La questione che abbiamo di fronte noi europei è la seguente – ha voluto puntualizzare il presidente francese in chiusura del suo intervento – abbiamo interesse ad una accelerazione su Taiwan? No! La cosa peggiore sarebbe pensare che dobbiamo metterci in scia e adattarci al ritmo americano e ad una over-reazione cinese. Perché dovremmo andare al ritmo scelto dagli altri?”.
Pro-Putin? No, indipendenti
Parole forti dunque, finalmente che parlano, senza peli sulla lingua, di una Ue che deve pianificare una propria strategia, autonoma e indipendente dagli Stati Uniti, anche dal punto di vista militare. Senza con questo rinnegare tutti i principi e gli obbiettivi che ci legano storicamente agli americani. Senza aver paura di essere contestata dal conformismo dilagante che l’accuserebbe di essere diventata pro-Putin. È indubbiò che l’incontro a quattr’occhi con il Presidente cinese deve avergli fatto capire, per esempio sul dossier Taiwan, che, a Pechino “sarebbe gradita una posizione autonoma di Bruxelles, non appiattita sulla Nato”.
In cambio Xi potrebbe rapportarsi con la Ue in modo diverso, più costruttivo e collaborativo anche in termini di supporto ad una conciliazione con Putin, all’uopo debitamente sollecitato! Insomma, siamo forse ad una svolta del Grande Gioco e vale la pena non lasciarsi sfuggire l’opportunità di far tornare la vecchia Europa in un ruolo chiave nelle decisioni sulla geo politica del mondo del dopo guerra ucraino. Noi dell’Incontro non smetteremo di seguire per voi, cari lettori, le prossime puntate.
Riccardo Rossotto
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