Vorrei parlare di ciò che è accaduto in Abruzzo, dove un essere inqualificabile ha tolto la vita ad Amarena, una madre che aveva due cuccioli completamente dipendenti da lei, accettata dalla comunità, simbolo della stessa regione, protetta dal Parco e dalle istituzioni. Se le versioni che circolano sono vere, un essere vile l’ha colpita alla schiena, lasciando due orsacchiotti orfani nel momento in cui avevano più bisogno della loro mamma. Amarena era un’orsa amata e seguita sui social, amichevole con gli uomini, fiduciosa tanto da scorazzare in mezzo alle persone con i suoi cuccioli. Ci dava la possibilità di godere di uno spettacolo che si chiama natura. Pare che l’uccisore abbia cercato, preso e caricato un fucile, mirato sparando alla schiena di Amarena che, non era un pericolo, se ne stava andando con i suoi piccoli. Siamo stati derubati di una bellezza concessa a pochi, vivere vedendo da vicino le meraviglie della natura. Questo è quello che ci regalava mamma orsa, attraverso i filmati fatti dai fortunati che si trovavano dove passava.
Ucciderla facendole fare un’agonia terribile, mentre vicino c’erano i suoi piccoli che l’hanno aspettata finchè non sono stati trovati il giorno dopo, è stato come deturpare definitivamente un’opera d’arte, perché la natura e i suoi abitanti sono arte. Quando guardi la natura provi emozioni e l’arte è emozione. Sui social ci sono pagine di gruppi trentini dove si ride di questo scempio, ci sono persone che non danno peso all’accaduto, ci sono persone che tali non sono. È la stessa gente che ha goduto della morte dei tre cuccioli di Gaia, l’orsa ingiustamente imprigionata e a rischio di soppressione nonostante ci siano proposte alternative, non dimentichiamolo. Abbiamo disimparato la convivenza con le altre specie, dimenticando che dipendiamo gli uni dagli altri. Alla stupidità umana non c’è limite, l’unico limite può essere messo da leggi severe, sia in termini economici, di reclusione e lavori socialmente utili a tempo indeterminato. Mi auguro che dopo l’assassinio (così lo vivo io) di Amarena si sveglino le istituzioni e promulghino delle leggi severissime, come ci sono in altri Stati, probabilmente più civili del nostro e che il responsabile riceva in termini legali la stessa compassione che ha avuto nei confronti di una creatura nobile, sicuramente più di lui.
In Abruzzo, a differenza di quanto avverrebbe in Trentino, non c’è emergenza orso. Ma ora si parla, in Italia, di emergenza lupo. Tra un po’ ci sarà l’emergenza aquila, anche lei preda per nutrirsi. E non dimentichiamo che poco tempo fa anche un gabbiano ha catturato un cagnolino e non lo hanno più trovato. Abbiamo inserito il selvatico dopo averlo sterminato, nessuno ha pensato che in natura ci si riproduce, forse ci siamo dimenticati di questo piccolo particolare abituati a voler gestire tutto e ora non lo vogliamo più o ci arroghiamo il diritto di decidere quanti esemplari lasciare e dove.
Il lupo è intelligente, sociale e sa essere spietato come natura comanda e questo è il suo fascino. Il lupo caccia in branco per sfamarsi a differenza dell’uomo che a volte lo fa per altro. La cronaca degli ultimi giorni ne è testimonianza, quella passata ce la siamo dimenticati, non perdiamo la memoria solo su quello che accade se ad essere coinvolto è un lupo, un orso. I lupi si sono moltiplicati e ora bisogna capire, come gestire la convivenza cosa che abbiamo fatto per secoli e, guarda caso, siamo ancora qui. Sopprimerli non è un’opzione etica. Gli allevatori che si lamentano per gli attacchi al loro bestiame, hanno la mia comprensione, come sono sinceramente più addolorata per la fine di queste creature, che sarebbero comunque finite in un mattatoio per mano di chi si dispera non perché ama gli animali, ma per la perdita di denaro. Spesso oggi gli animali vengono lasciati da soli al pascolo e chiaramente sono esposti a tutti i predatori. Questi non hanno più timore ad avvicinarsi, la preda è facile, non sono stupidi, vuoi mettere dover cacciare o “fare spesa”?
Una volta non si lasciavano da soli gli animali al pascolo, c’era sempre qualcuno con i cani a sorvergliare giorno e notte se si lasciavano all’addiaccio. Così i predatori difficilmente si avvicinava, lo facevano solo se disperati per la fame, perchè temevano l’uomo (aggiungerei a giusta ragione). Anche l’abitudine di lasciare i cani a catena o anche liberi senza controllo, in giardino o a zonzo, sopratutto di notte in zone dove c’è la presenza dei lupi è da incoscienti. Non ci si può lamentare se succede l’irreparabile. Dobbiamo metterci in mente che dobbiamo essere responsabili anche dei nostri animali, lascereste mai un bambino incustodito? Lo perdereste mai di vista in passeggiata in mezzo al bosco? Ecco è la stessa cosa, usate il guinzaglio e sopratutto il cervello! Il lupo non smette mai di usare cervello e istinto, noi si, e mi chiedo chi dei due è il “sapiens”.
Se impariamo a convivere, come facevano i nostri trisnonni, con la natura, anche un predatore come il lupo tornerà a temerci e non si avvicinerà facilmente al nostro territorio, caccerà nel suo. In fondo abbiamo sovrappopolamento di caprioli, cinghiali, animali di diverso tipo e i lupi hanno da mangiare, dovranno solo fare più fatica e si comincerebbe a ritrovare il giusto equilibrio. Dobbiamo capire che andare in un bosco non è come fare una passeggiata al parco, ci andiamo per questo motivo, quindi dobbiamo anche sapere come comportarci e essere coscienti che quello non è solo territorio nostro. Impariamo a convivere con la natura a rispettarla, smettiamo di vedere gli animali come schiavi da mettere in gabbia, addestrati nel circo, insegniamo ai bambini il giusto approccio con loro, dal più selvatico al più mansueto. Capisco che mandarli in piscina, a tennis, piazzarli davanti alla TV è più comodo o è l’unica cosa che conosciamo, ma il futuro deve essere convivenza con la natura e con i suoi abitanti, non si può pensare di distruggere tutto ciò che è scomodo. Il lupo è un animale nobile, grazie a lui abbiamo tanti amici a quattro zampe tra le nostre mura, cerchiamo di avere un minimo di riconoscenza.