È di questi giorni la prestigiosa onorificenza ricevuta da Luca de Meo. Così recitano le agenzie di stampa d’oltralpe: “Luca de Meo a été décoré de l’un des plus prestigieux symboles de la République française, la Légion d’Honneur. Le directeur général du groupe Renault a reçu l’insigne des mains du ministre de l’Economie et des Finances, Bruno Le Maire, lors d’une cérémonie organisée au Technocentre de Guyancourt, le mardi 18 avril 2023.”
Legion d’Honneur: chi ha vissuto in Francia e a Parigi o ha frequentato per lavoro il mondo francese può capire cosa significhi per un italiano ricevere una onorificenza così importante. Dal significato simbolico altissimo. O meglio cosa significhi per un francese concederla. Perché se noi italiani siamo profondamente esterofili, i francesi no, o meglio i parigini no. Sono al centro del mondo i parigini. D’altronde quello che non è Parigi è provincia, anche nel loro linguaggio comune. Ebbene essere lì e ricevere la Legion d’Honneur dalle mani del potentissimo Ministro delle Finanze, beh: chapeau!
Siamo sicuramente in tanti che possono dire di aver lavorato o conosciuto Luca de Meo e ciascuno può portare il proprio contributo di memoria. Mirafiori anni 2000, De Meo è chiamato a capo di Lancia. Dei manager auto che ho intercettato professionalmente Luca è quello che più sapeva lavorare in team, e te ne accorgevi subito. Ti voleva conoscere, ti chiedeva, ti coinvolgeva, ti spiegava la sua visione. Con razionalità e passione. Con una grande competenza di automobile.
E una rara capacità di ascolto. Prima di arrivare a Torino aveva studiato in Renault e poi dai giapponesi di Toyota. Lavorare in squadra e aggiungerei scegliere gli uomini, un’altra sua caratteristica. Se non erro in quel dream team Lancia c’erano: Flavio Manzoni come designer (oggi Ferrari), Giovanni Perosino alla comunicazione (oggi Ita) e Fabrizio Longo alle vendite (AD Audi italia).
Certo un po’ di nonsense nel mondo auto c’è: un portoghese, ma cresciuto professionalmente in Francia, e quindi francese di professione, è a capo di quel che fu un Gruppo italiano (e prima proprio in Renault al posto che oggi è di De Meo). Un italiano è a capo dell’industria automobilistica di stato francese, tra gli altri con il compito di far dimenticare l’era Ghosn, guasti giapponesi connessi. E a ben vedere penso che proprio in questo ci sia la motivazione profonda per l’onorificenza. Essere riuscito a mediare una situazione altamente ingarbugliata e trovare una soluzione gradita a due governi, quello francese e quello giapponese. La si chiama globalizzazione ma forse è solo global confusion! Al di là dei giochi di parole: grazie Luca, a nome di tutti gli italiani! Ti aspettiamo in patria!