La grande mostra sul Futurismo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, inaugurata lo scorso 2 dicembre, ha registrato un tale successo da essere prorogata fino al 27 aprile. Un segnale forte che conferma quanto questo movimento sia ancora oggi una fonte inesauribile di ispirazione per artisti e pubblico, capace di dialogare con il presente e proiettarsi nel futuro.

Tra i protagonisti dell’esposizione spicca Lorenzo Marini, artista e ideatore della Type Art, che con la sua installazione immersiva Futurpioggia reinterpreta in chiave contemporanea il Paroliberismo futurista. La sua opera, tra le più fotografate, amate e apprezzate della Mostra, offre un’esperienza multisensoriale unica: lettere sospese, riflessi d’acqua e suoni che si intrecciano, dando vita a un linguaggio visivo in continuo movimento. Il successo di Marini non si è fermato alla Mostra: a solo un mese dall’inaugurazione ha ricevuto il prestigioso Premio Oscar dell’Arte 2024, un riconoscimento che celebra il suo contributo innovativo nel panorama artistico contemporaneo.

La direttrice della mostra Cristina Mazzantini

 

La Mostra sul Futurismo alla GNAMC è considerata uno degli eventi artistici  più importanti dell’anno in Italia. Cosa rappresenta per lei questa partecipazione?

 Partecipare a una mostra di tale rilievo è un grande onore e un momento significativo del mio percorso artistico. La GNAMC è una delle istituzioni più prestigiose del nostro Paese e questa esposizione, curata da Gabriele Simongini sotto la direzione di Cristina Mazzantini, rappresenta un progetto ambizioso. Con un palinsesto di oltre 350 opere, la Mostra non si limita a celebrare il Futurismo ma invita a riflettere sulla sua attualità. Essere presente con la mia installazione immersiva Futurpioggia è un’opportunità unica di dialogare con i grandi del passato, reinterpretandone la visione attraverso un linguaggio contemporaneo.

Ci racconta di Futurpioggia?  

Futurpioggia è un omaggio al Paroliberismo futurista, reinterpretato con linguaggi e tecnologie contemporanei. L’installazione si compone di 4.000 lettere sospese su fili di nylon, distribuite su una superficie di 13×4 metri. Il pavimento specchiante, evocativo dell’acqua, amplifica l’esperienza visiva, mentre il sound design di Mariella Nava crea un’atmosfera immersiva che avvolge i visitatori.

Le lettere, liberate dai loro significati tradizionali, si trasformano in immagini autonome, segni grafici che fluttuano nello spazio e si riflettono nel tappeto d’acqua sottostante. Questo approccio richiama il Paroliberismo di Marinetti e rende omaggio al suo Zang Tumb Tuuum. L’opera sposta l’attenzione dalle parole alle lettere singole che diventano simboli di un pensiero libero e in evoluzione. Con Futurpioggia ho voluto catturare l’essenza della poetica futurista e trasmettere la sensazione di un linguaggio che si rinnova continuamente, invitando il pubblico a esplorare nuove possibilità di espressione.

La sua Type Art è stata definita un linguaggio innovativo che unisce  tipografia e arte visiva. Come si colloca questo approccio nel contesto del  Futurismo? In che modo il suo lavoro si differenzia dalle sperimentazioni  futuriste del passato?

La Type Art rappresenta per me un nuovo modo di concepire la tipografia, trasformandola da semplice strumento di comunicazione in un elemento artistico autonomo. Liberare i segni tipografici dalla loro funzione tradizionale e attribuirgli un valore estetico e simbolico si ricollega direttamente al Paroliberismo futurista che ha rivoluzionato il linguaggio destrutturandolo e trasformandolo in un veicolo di dinamismo ed energia creativa. Nel mio lavoro, cerco di reinterpretare questa eredità attraverso i mezzi contemporanei.

Le nuove tecnologie mi permettono di superare i limiti con cui i futuristi hanno dovuto confrontarsi, come il bianco e nero o i supporti cartacei. La mia arte, invece, utilizza materiali innovativi come l’acciaio e integra elementi multisensoriali, come luci e suoni, per amplificare l’impatto emotivo delle opere. Ho sviluppato alfabeti inediti ispirati ai grandi maestri del passato, tra cui Fortunato Depero, con l’obiettivo di attualizzare il loro linguaggio in chiave moderna. Dopo una visita a Casa Balla, ad esempio, ho creato un alfabeto futurista che ho poi integrato nell’installazione Futurpioggia. Qui, le lettere non sono solo segni grafici, ma simboli di pensieri in evoluzione, che fluttuano nello spazio come costellazioni pronte a essere interpretate.

Questo concetto di movimento e trasformazione riflette lo spirito del Futurismo, declinato però in un contesto attuale, dove ogni lettera diventa un simbolo universale di espressione. La mia Type Art non si limita a rendere omaggio al Futurismo ma cerca di andare oltre, esplorando la possibilità di creare un linguaggio visivo universale che trascenda barriere culturali e linguistiche. In un’epoca in cui l’immagine ha preso il sopravvento sul testo scritto questa visione diventa particolarmente rilevante.

Le mie opere dialogano direttamente con il pubblico, soprattutto con i giovani, per avvicinarli a un movimento che non ha mai smesso di celebrare la modernità e l’innovazione. Con il Futurismo condivido la tensione verso l’infinito e la libertà di oltrepassare i confini. Futurpioggia, come molte delle mie opere, vuole trasmettere proprio questo: un senso di leggerezza e, allo stesso tempo, di potenza creativa, in cui la semplicità di un segno tipografico racchiude il potenziale per ispirare e connettere le persone.

La Mostra sul Futurismo è un progetto imponente. Cosa ritiene renda  speciale questa esposizione?

La Mostra è unica per la sua capacità di riunire il passato e il presente. La curatela di Simongini e la direzione di Mazzantini hanno lavorato per due anni per creare un percorso che celebra il Futurismo nella sua complessità, dalle arti visive alla letteratura, dall’architettura alla tipografia. Credo che ciò che renda speciale questa esposizione sia la capacità di trasmettere non solo l’energia e l’ottimismo che caratterizzavano il Futurismo, ma anche la sua intrinseca modernità. Queste qualità, oggi più che mai necessarie, ci invitano a riscoprire un senso di audacia e innovazione che può essere d’ispirazione per affrontare le sfide del presente.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Sto lavorando su tre progetti distinti, in tre contesti completamente diversi. A giugno sarò a New York per una mostra in una delle più importanti gallerie di Chelsea, dove presenterò le mie ultime ricerche sulla Type Art, insieme a due opere già esposte alla Biennale di Venezia: i celebri Black Hole. Il secondo progetto, invece, è ancora top secret, ma posso anticipare che riguarda la Puglia e Pino Pascali. È un lavoro a cui tengo molto e che sta prendendo forma, ma per ora non posso svelare di più. Infine, a settembre sarò a Palermo, ospite di iDesign, con due installazioni immersive e una selezione di opere pittoriche. È un periodo intenso, ricco di stimoli e nuove sfide. Mi sento molto fortunato: l’arte aiuta le menti a diventare più sensibili, ma è la fortuna ad aiutare gli artisti a non avere paura di nulla.

Martina De Tiberis

Martina De Tiberis

Laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Ferrara con il massimo dei voti. Nel 2021 ha intrapreso il percorso per diventare giornalista pubblicista,...

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