L’intitolazione dell’Aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi ha scatenato un mare di polemiche in Italia, oltre a provocare un diluvio di ironia sul web. Come è avvenuto nelle campagne politiche guidate dal personaggio quando era in vita il paese si è spaccato in due metà, l’una volta a richiamare i meriti politici e imprenditoriali del Cavaliere, l’altra dedicata a contrapporre le vicende giudiziarie e le note storie a sfondo sessuale che hanno caratterizzato Silvio Berlusconi.

Se l’esistenza di precedenti penali o la predilezione per certe “facili” frequentazioni non costituiscono impedimenti tecnici all’operazione, non può peraltro negarsi che l’intitolazione di un aeroporto a un personaggio del passato rappresentativo del Paese ha sempre fatto riferimento a figure condivise e non divisive come nel caso di specie. Peraltro, si deve considerare che la contrapposizione e la divisione del Paese sono state le invenzioni retoriche più importanti e vincenti proprio di Silvio Berlusconi che ha basato il suo successo quasi trentennale sulla guerra interna contro il comunismo, quando il comunismo era già estinto da anni.

Risulta quindi facile vedere l’operato del Governo come un tributo a chi ha costituito e guidato la destra come polo e le ha permesso di vincere svariate elezioni politiche e amministrative. In altre parole, l’intitolazione sarebbe il giusto omaggio al Padre Costituente della Destra Italiana. I maligni vi hanno visto altresì un altro tipo di omaggio, quello alla famiglia che con il proprio controllo di parte dei mezzi di informazione garantirebbe il consenso popolare alla destra italiana, benché la stessa Marina Berlusconi abbia ribadito di non aver avuto alcuna preventiva notizia delle intenzioni del Governo.

Vi è tuttavia un punto fondamentale che andrebbe approfondito per comprendere la reale importanza dell’operazione. Come è noto, nelle recenti elezioni europee l’informazione italiana ha incensato e acclamato la grande vittoria elettorale di Fratelli d’Italia e dei partiti governativi, sottolineando la debacle del Movimento 5 Stelle. Ove in Italia vi fosse una vera libertà di stampa, e cioè una corretta informazione, e vi fosse una classe giornalistica professionalmente competente e deontologicamente “specchiata”, la collettività avrebbe avuto i reali dati elettorali, avendo così gli strumenti per comprendere meglio l’attuale momento politico.

Prendendo i dati della Camera nelle politiche del 2022 FdI ha ottenuto 7.301.303 voti mentre alle recenti europee ha ottenuto 6.733.906 voti, così che il grande successo elettorale è costituito da una ingente perdita di -567.407 voti; la Lega ha preso 2.470.318 voti nel 2022, mentre alle europee, nonostante gli oltre 500.000 voti in più recuperati da Vannacci, ha perso -369.660 voti, avendo ottenuto 2.100.658 voti; Forza Italia nel 2022 ha preso 2.279.266 voti e Noi Moderati 254.127 voti che sommati danno 2.533.393, mentre alle europee i due partiti uniti hanno ottenuto il minor risultato di 2.244.678 perdendo -288.715 voti. Detto banalmente tutti i partiti di governo, nessuno escluso, hanno perso seccamente centinaia di migliaia di voti ciascuno, con una perdita totale del proprio elettorato di destra per complessivi -1.225.782, nonostante il ruolo trainante di Vannacci. Si deve altresì considerare che il PD ha riportato un aumento netto dei voti di + 297.656 e Alleanza Verdi Sinistra ha guadagnato +566.360 voti, mentre risulta indiscutibile la perdita del M5S con 1.999.243 voti in meno.

Va altresì considerato che la destra ha perso -1.225.782 voti pur avendo messo in cantiere quanto aveva promesso al proprio elettorato nelle materie fiscali, corporative, giudiziarie, e nonostante le carenze e le difficoltà dell’opposizione. Tutto ciò può essere nascosto all’opinione pubblica, vantando il grande successo elettorale della destra, ma non può essere sfuggito alla compagine governativa la quale deve aver realizzato la necessità di dover ricompattare l’identità e la categorizzazione del proprio elettorato.

Silvio Berlusconi aveva insegnato a tutti in Italia quale fosse la concreta applicazione nell’agone politico degli istituti psicologici che regolano la formazione del consenso. E’ pacifico in psicologia sociale il ruolo delle dinamiche di gruppo e della contrapposizione ingroup/outgroup nella formazione e nella radicalizzazione del consenso. Berlusconi ne ha dato grande prova sul campo, dopo l’estinzione del comunismo nel 1989, riattivando la contrapposizione comunismo vs. anticomunismo – o se vogliamo fascismo e anti-antifascismo vs. antifascismo – e ricreando nel paese dal 1994 al 2022 lo stesso clima di lotta del periodo della Guerra Fredda. In tal modo il Cavaliere ha potuto ridare identità sociale ad un elettorato e ha potuto costruire un grande consenso sulla base dei meccanismi già convalidati in laboratorio da oltre 70 anni di ricerca.

E tale categorizzazione sociale ha contato molto più di qualsiasi adempimento o inadempimento delle promesse elettorali fatte. Una volta creata un’identità sociale basata sullo scontro ingroup/outgroup essa opera fortemente contro ogni ostacolo, portando i seguaci a giustificare anche ciò che possa risultare poco condivisibile per evitare dissonanze cognitive o la perdita del proprio posizionamento. Così anche la mancata realizzazione del programma politico o gli episodi di malcostume posso essere bypassati se l’alternativa sarebbe cedere al nemico o perdere la propria identità sociale e politica.

In questa prospettiva l’intitolazione a Silvio Berlusconi dell’Aeroporto di Malpensa deve essere valutata come un’operazione politica e in particolare di propaganda politica, e non un tributo commemorativo e/o di riconoscenza verso l’uomo e la famiglia. L’intitolazione ha infatti riacceso la divisione e lo scontro, rianimando il proprio storico elettorato cresciuto peraltro nel mito di Berlusconi. E’ sufficiente entrare in un qualsiasi social network per leggere la rabbia del popolo di sinistra contrapposta alla rabbia di decine di migliaia di elettori del popolo di destra rivolta contro i seguaci – testualmente – di Stalin, Pol Pot e Ho Chi Minh che vorrebbero, a dir loro, intestare gli aeroporti ai carnefici del secolo passato.

L’operazione governativa deve essere perciò valutata come un’efficace azione di propaganda per rivitalizzare e ricompattare il proprio elettorato, azione ben più utile di qualsiasi iniziativa legislativa o di qualsiasi favore elettorale, come, del resto, la storia d’Italia ci ha insegnato.

Massimo Chioda

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