La dichiarazione dell’Alto Rappresentante della Politica estera dell’Unione Europea Josep Borrell del 27 giugno u.s. nel Consiglio d’Europa in Lussemburgo che metteva in guardia l’Assemblea circa la possibilità che il conflitto in atto tra Israele e Libano potesse estendersi in un “conflagrazione non solo regionale” ha riproposto all’attenzione mondiale la situazione libanese. Ricordiamo quindi innanzitutto che, attualmente, il Libano è un paese del Medio Oriente lungo 250 k m e largo da 25 a 60 km, con una superficie di 10.452 km quadrati. Confina a nord e a est con la Siria, a sud con Israele e a ovest con il Mar Mediterraneo.
A nord ovest il fiume Litani (Leonte) separa la sua piana della Bekaa dalle montagne del Libano da una parte e da quelle dell’Antilibano siriano dall’altra. La popolazione ammonta a 785.000 persone (2019) e città principali sono la capitale Beirut (450.000 abitanti), Tripoli e Sidone. Dal punto di vista religioso (assai importante) il 56% della popolazione è cristiana (48% cattolici maroniti) e il 44% è musulmana ( 22% sciiti). Le attività economiche più importanti sono i servizi bancari e finanziari, le industrie alimentari, la pesca, il turismo e il commercio (pietre preziose). Il Libano dispone di una propria Compagnia aerea internazionale (Middle East Airlines) con 23 Airbus 300 francesi e 42 scali internazionali e una linea di trasporti aerei (Trans Mediterranean Airways TMA Cargo) e basi su tre aereoporti nazionali (principale Rafic-Hariri a Beitut).
Ha una sola Compagnia di navigazione (Akgunler Denizalik) con sede nel porto di Beirut e scali soltanto nel Mediterraneo orientale ,costituita semplicemente da traghetti e aliscafi. Le sue Forze armate (“al Quwwat al Musallahaal al Lubnaniyya”) hanno attualmente come Capo il generale Samir Geogea – già comandante delle milizie cristiano maronite nella Guerra civile del 1975- e comprendono Esercito, Marina e Aviazione. Il primo è strutturato in 11 brigate meccanizzate, 2 reggimenti di artiglieria, 1 reggimento aeromobile e 1 reggimento di forze speciali. La Marina militare dispone solo di battelli armati per la vigilanza portuale e di piccoli mezzi per il pattugliamento delle coste. L’Aviazione militare comprende 9 Squadroni aerei con 59 elicotteri di fabbricazione britannica e statunitense e 2 Agusta italiani, 3 aerei da caccia CESSNA e 4 Boeing Eagle statunitensi e 6 Super Tucan brasiliani.
Costituzionalmente il Libano è una Repubblica parlamentare, suddivisa in 5 Governatorati e 22 Collegi elettorali. Ne è base la Assemblea Nazionale formata da 128 Parlamentari eletti a suffragio universale ogni 5 anni (ultima elezione 15/5/2022). In base alla Convenzione costituzionale del 1943, le più alte cariche dello Stato vengono assegnate a rappresentanti dei gruppi religiosi principali del Paese nel rispetto del rapporto esistente fra cristiani e musulmani. Su questa base il Presidente della Repubblica ( il più importante ) viene nominato fra i cristiani maroniti , il Primo Ministro Capo del Governo fra i sunniti e il Presidente dell’Assemblea Nazionale fra gli sciiti.
Assai complessa è la storia del Libano. Limitando il nostro interesse, in questa sede, al periodo successivo alla dissoluzione dell’Impero ottomano avvenuta nel 1918 dopo la sua sconfitta nella Prima guerra mondiale, la neonata (1920) Società delle Nazioni mise in atto quanto la Gran Bretagna e la Francia – vincitrici nel conflitto – avevano concordato nel maggio 1916 in merito alla partizione dei territori dell’Impero nel Medio Oriente (Accordo Sykes / Picot). La “Grande Siria” ottomana, che comprendeva il territorio attuale della Siria, dal Libano, della Palestina, di Israele e della Giordania venne suddivisa in due “Mandati” (istituti giuridici in base ai quali un soggetto detto “mandatario” si obbliga a compiere atti per conto di un altro soggetto detto “mandante”). Il primo, affidato alla Francia, comprendeva la Siria e il Libano e il secondo, affidato alla Gran Bretagna, il restante della “Grande Siria”. Questa suddivisione venne approvata dal “Consiglio supremo di guerra alleato” nella Conferenza di Sanremo il 26/4/1920 (che definì anche compiti e limiti dei due Mandati) e fu ratificata dalla Assemblea della Società delle Nazioni il 24/7/1922.
Nel maggio 1922 il Libano mandatario aveva format il primo “Consiglio rappresentativo libanese” che, il 23/5/ 1936, promulgò la sua “Costituzione” che prevedeva il riconoscimento dell’esistenza nel Paese di 18 confessioni religiose, la rigida suddivisione del potere tra i rappresentanti delle tre principali fra queste (cioè cristiani, sunniti e sciiti) proporzionalmente alla rispettiva entità numerica nel Paese. Il Consiglio rappresentativo prese nome di “Consiglio parlamentare libanese” che nominò suo primo Presidente Auguste Abib, sostituito dopo poco tempo da Charles Debbas. Il 1° settenbre dello stesso anno la Francia costituì la “Repubblica libanese” staccando il Libano dalla Siria con la quale, sino ad allora, aveva costituito una entità comune, mantenendone però il Mandato.
Nel novembre 1943, durante la Seconda Guerra mondiale, mentre la Francia (e quindi anche il Libano suo mandante) era sotto il Governo filonazista di Vichy, il Libano fu occupato militarmente da truppe britanniche provenienti dalla Giordania e restituito al Mandato francese della Francia libera di De Gaulle. Con la fine della Seconda guerra mondiale (2/9/1945) venne a cessare il Mandato francese sul Libano e le sue truppe iniziarono il rientro in Patria che si concluse nel luglio 1946. Il Libano proclamò la sua totale indipendenza il 24/10/1945 instaurando la “Repubblica del Libano” con capitale Beirut. Contestualmente venne formata l’”Assemblea nazionale” con 128 Deputati in rappresentanza di tutte le 18 confessioni religiose presenti nel Paese. A presiederla vennero eletti, dopo Debbas, 15 Presidenti sino all’attuale Nabih Berri. Presidente della Repubblica è oggi – a interim – Najib Mikati e a Capo del Governo è, dal 2021, lo stesso Mikati.
Una serie di avvenimenti assai importanti si era succeduta nel Medio Oriente dalla metà degli anni Sessanta, iniziata con la nascita dell’O.L.P. (Organizzazione per la liberazione della Palestina) a Gerusalemme e proseguita con la “crisi giordana” dovuta a scontri tra milizie dell’O.L.P. e esercito giordano (1970 “Settembre nero”) , la cacciata dell’O.L.P. dalla Giordania e il suo trasferimento in Libano. Questo conflitto interno durò sino all’intervento nel Libano della Siria (1976) e di Israele (1978) che ne occupò tutta la zona meridionale. Nel 1982 si verificò il massacro di profughi palestinesi ritenuti nei campi di Sabra e Shatila in Libano da parte delle Falangi libanesi appoggiate da Israele e la nascita in Libano del gruppo “Hezbollah” ad opera di Abbas Musawi. Hezbollah (“Partito di Dio”) è una organizzazione paramilitare sciita,islamista, antisionista filosiriana dichiarata “terroristica” dagli Stati Uniti, Canada, Israele e Paesi Bassi.
Segretario generale ne è oggi Hassan Nazrallah successore di Abbas Musawi e Capo del suo Consiglio esecutivo è lo sceicco Safieddine Ala con suo vice Naim Qassem. Può contare su più di 25.000 uomini e possiede un arsenale di decine di migliaia di razzi e missili a medio e lungo raggio e migliaia di droni forniti loro dall’Iran. Ne fanno parte le “Brigate militari di resistenza del Libano” (Saraya al Moukawama al Lubnaniyya). Divenuta successivamente anche un partito politico Hezbollah aveva conquistato, nelle elezioni libanesi del 2005, la maggioranza dei rappresentanti (70 deputati su 128) nella Assemblea nazionale, ma l’aveva persa in quelle successive del 2018 (62 deputati).
Il conflitto tra le fazioni arabe terminò con l’accordo di at-Taif in Arabia Saudita (1989). Questo prevedeva la fine della guerra civile e il ritiro della Siria e di Israele dal Libano meridionale, avvenuto quest’ultimo entro l’anno 2000. Nel luglio 2006, a seguito di un incidente di frontiera, il conflitto tra Israele e milizie Hezbollah riprese con violenza e le azioni israeliane causarono gravissimi danni all’economia libanese. Solo l’intervento del Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. (con la sua Risoluzione 1701 dell’11/8/2006) pose fine alle ostilità con il dispiego nel sud del Libano delle forze dell’UNIFIL (United Nations Interim Forces in Lebanon) e del MIBIL (Missione Bilaterale Italiana in Libano) a fianco di truppe dell’Esercito regolare libanese.
La situazione conflittuale tra Israele e Libano si attenuò con la firma dello storico accordo dell’11 ottobre 2922 stipulato, con l’intervento degli Stati Uniti, per regolamentare la annosa questione dei confini delle acque del Mediterraneo occidentale e dei relativi giacimenti di gas naturale,che consentì il ricupero dell’economia del Libano, lasciando peraltro invariata la definizione dei loro confini terrestri. Restava aperta la rivalità tra lo Stato ebraico e le milizie di Hezbollah che continuavano la guerriglia contro gli israeliani. Dopo un periodo di relativa calma interrotto soltanto da sporadici lanci di razzi dagli Hezbollah dal Libano verso il nord di Israele, la situazione precipitò a seguito del discorso del Segretario di Hamas Nazrallah del 3/11/2023 con il quale dichiarava la guerra di Hezbollah contro Israele.
Motivo di tale dichiarazione era l’invasione che lo Stato ebraico aveva effettuato l’8/7/2023 nella Striscia di Gaza con massacri sulla popolazione palestinese locale, iniziata per distruggere le postazioni di Hamas (Harakat al-muqawama al-Islamiyya, organizzazione politica palestinese fondamentalista antiebraica) nel Libano. Questa era stata fautrice dell’attacco proditorio operato dalle sue truppe il 7/10 dello stesso anno a Rev’im nel sud di Israele con strage di giovani ebrei innocenti e rapimento di oltre 100 di essi come ostaggi. Si aprì così, nel conteso del conflitto in corso fra Israele e Hezbollah a Gaza, un secondo fronte a nord tra Israele e Hamas in Libano.
Quest’ultimo conflitto è tuttora in corso con migliaia di razzi scagliati quotidianamente su Israele da Hamas e bombardamenti delle sue postazioni libanesi da parte dello Stato ebraico. Questo nuovo duplice conflitto arabo-israeliano non sembra di facile né di pronta soluzione: essa pare potersi realizzare solo dopo che Israele avrà terminato la sua azione a Gaza ed avrà potuto rivolgere le sue forze nel sud del Libano ove ha dichiarato di voler respingere le milizie di Hezbollah a nord-est oltre il fiume Litani e creare una zona “cuscinetto” disarmata tra i due Stati sotto il controllo dello Esercito regolare libanese.
Gustavo Ottolenghi