Caro Direttore,
l’articolo di Diego Zandel dedicato su L’Incontro alla caduta del Muro di Berlino mi induce a rievocare le mie esperienze di più volte visitatore della Repubblica Democratica Tedesca.
Anzitutto non capisco perché si debba sempre contestare il Muro di Berlino e non i 65 Muri eretti in Israele, USA, Turchia, Tunisia, Arabia Saudita, Paesi Baltici, Marocco, Cipro, Grecia, Croazia, ecc. che hanno trasformato le frontiere dei Continenti.
Per imparzialità occorre ricordare che il Muro fu eretto nel 1961 e non nel 1949 (nascita della RDT) anche per bloccare le speculazioni finanziarie di chi da Berlino Ovest si recava nella Berlino Est acquistando, con il favore dei dollari, ogni bene esportabile. Berlino Ovest era sfavillante per gli investimenti americani. Vi trovavi migliaia di negozi colmi di merci, luci diffuse, bische, prostitute. Sembrava una metropoli USA, mentre Berlino Est appariva grigia e dimessa.
Il transito fra le due parti della metropoli, libero per i cittadini in pensione, mirava a impedire che le giovani generazioni laureate nelle Università locali emigrassero altrove, come avviene attualmente in Italia con la fuga all’estero dei cervelli migliori. Dubito che il numero di fuggiaschi indicato nell’articolo fosse così ingente. Se così fosse, il libero flusso dei cittadini sarebbe stato assai notevole e non eccessivamente pericoloso.
E’ vero che il regime politico restringeva molto le libertà dei cittadini, che pur potevano leggere i quotidiani e vedere la TV dell’altra Berlino. Ma bisogna tener conto che il socialismo nella RDT era attuato: esistevano cinque Partiti: la SED, cioè il Partito di Unità Socialista, l’Unione Cristiano-Democratica, il Partito Democratico Rurale, il Partito Socialdemocratico e il Partito Nazional Democratico. Il ruolo di 4 di questi Partiti era di raggruppare le classi piccolo borghesi e contadine attorno al progetto politico operaio del SED.
La disoccupazione in pratica non esisteva. Il canone di locazione degli alloggi era commisurato al 10% dello stipendio. Molto importanti i Musei (famoso quello che ospitava un Tempio dell’antico Egitto e il busto della regina Nefertiti), gli spettacoli teatrali sempre affollati dai molti turisti stranieri, che applaudivano le opere di Bertold Brecht e leggevano i libri di Arnold Zweig, i concerti, le danze, i parchi.
La STASI, una polizia segreta assai attiva nel reprimere lo spionaggio, trova riscontro nel Deuxieme Buream francese, nell’Intelligence Service britannico, nel Federal Bureau Investigation degli USA, nel Gladio nostrano e nei Servizi Segreti italiani talora deviati anziché garantisti.
Insomma è quasi un’abitudine attaccare la RDT (nel cui stemma compare il compasso quale simbolo di cultura) dimenticando il suo messaggio di pace e di antifascismo militante (mentre nella RFT gli ex-nazisti occupavano cariche pubbliche).
Quale direttore del periodico indipendente L’Incontro (ispirato ad un socialismo libertario e non marxista) fui invitato dal Governo berlinese a visitare la RDT e conoscere varie città e molte Istituzioni (Università, Musei, Tribunali ecc.) nel corso di due settimane concluse da una intervista nella Sezione italiana della TV berlinese poi diffusa nel nostro Paese.
Scrissi una serie di articoli ne L’Incontro, su luci e ombre della RDT, con il titolo: “Né Russia, né America, ma socialismo internazionale”. Ora mi par giusto difendere chi, essendo scomparso, non può farlo. Forse sarebbe stato più opportuno che esistessero due Stati Tedeschi (con le rispettive riforme istituzionali). Lo aveva inteso, al momento dell’assorbimento della RDT nella RFT, anche l’on. Andreotti, che ironicamente commentò: “Amo tanto la Germania, che vorrei ne esistessero due…”.
Bruno Segre
*Foto di copertina: resti del Muro di Berlino (Sergio Foto/Shutterstock)