Black soldier fly, BSF. Una nuova arma tattica? Un piccolo drone supertecnologico dall’aggressività mortale? Niente di tutto questo. È una semplice mosca, pacifica e benefattrice. Una mosca che fa parlare di sé e che convince importanti investitori a puntare su di lei. Su di un insetto, sembra impossibile.
Una mosca che non conoscevo
Un passo indietro. Parco della Mandria, bella passeggiata tra amici. La giornata è fredda, le montagne spruzzate da un velo di neve. Per chi non conoscesse la zona, siamo appena fuori Torino. Parcheggiata l’auto nei pressi della Reggia di Venaria, Patrimonio Unesco dal 1997, iniziamo subito a camminare cercando le aree più soleggiate. Dislivello piatto, si chiacchiera senza problemi. Percorso immerso nella natura, sono ancora visibili i disastri causati dal vento che nel giugno scorso ha abbattuto piante secolari con raffiche di particolare violenza. Commentiamo il disastro e spaziamo tra politica e sostenibilità, nocciole e agrumi, natura e alimentare. E qui salta fuori la storia della mosca. Ci fermiamo per un caffè caldo nel chiosco di Cascina Vittoria, a metà strada tra i due ingressi di Ponte Verde e di Druento, e il racconto di Guido ci conduce in un mondo sconosciuto. Tornato a casa e fatta una veloce ricerca sul web ho trovato notizie in abbondanza. Ma ancora non ne avevo sentito parlare.
Insetti e polemiche
Nei mesi scorsi la Commissione Europea ha proposto sui social la dieta con grilli, locuste e tarme e le discussioni non sono mancate. Che ci piaccia o no, sembra che ognuno di noi, pur non andando in bici, mangi ogni anno una certa quantità di animaletti, larve o tarme finite ad esempio nella pasta o nel pane. E d’altronde il vermetto della ciliegia o quello dell’albicocca sanno di ciliegia o di albicocca, cioè sono all’incirca la stessa cosa. In molte parti del mondo si consumano regolarmente insetti. Amo mangiare, mi piace la cucina tradizionale, apprezzo le novità. Questione di gusti, di scelte individuali. Il racconto di Guido però non parla di cibo per noi umani ma di cibo per il nostro cibo. Bovini, ovini, polli e suini. Della ricerca di un alimento alternativo alla soia, al grano o alla farina di pesce che potrebbero più correttamente essere destinati all’alimentazione di una popolazione mondiale che ha ormai superato gli 8 miliardi.
Grilli, locuste e tarme. Crescono le aziende che si occupano di insetti
E qui entra in gioco l’Hermetia illucens, la black soldier fly, originaria del continente americano, ormai presente anche da noi e in molte altre parti del globo. È l’insetto edibile più allevato al mondo. Le sue uova sono grandi come la capocchia di uno spillo. Una volta adulta arriva a 2 centimetri di lunghezza. Perché tanto interesse per questa mosca? In occasione del recente TEDxMilano ne ha parlato Giuseppe Tresso fondatore della BEF Biosystem, bugsfarm – fattoria degli insetti con sede nell’alessandrino. In Italia esistono anche altri progetti come il Biogest-Siteia, che vede il coinvolgimento del centro di ricerca interdipartimentale dell’Università di Modena e Reggio Emilia. E poi il Flies4Value, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo di Coesione e Sviluppo. Nel Lazio è partito un progetto di filiera, con l’Università della Tuscia e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana insieme ad altri attori. Se allarghiamo lo sguardo sull’Europa sono circa 40 le aziende che si occupano di insetti.
Trasformare i rifiuti organici e produrre mangimi
Agronomi, chimici, entomologi, esperti di tecnologie alimentari sono i protagonisti di questa sfida. Ovvero trasformare, grazie agli insetti, i rifiuti organici e gli scarti alimentari in prodotti a valore aggiunto, con benefici ambientali e di risparmio energetico. E poi, con il passo successivo, produrre mangimi in modo sostenibile aumentando la qualità nutrizionale della filiera alimentare. Le black soldier fly possono anche convertire le deiezioni animali, specie la pollina, in fertilizzanti di ottima qualità.
Spieghiamo. Per crescere, le piccole larve della mosca divorano rifiuti e scarti, che poi diventano fertilizzanti, e una volta adulte si trasformano in mangime che viene dato ai polli le cui deiezioni vengono convertite in concimi, sempre grazie alla mosca. A tutto questo si aggiunge l’utilizzo in campo energetico per la produzione di energia da biomassa e il recupero di materie preziose come la chitina. Circolarità, sostenibilità, risparmio energetico, rispetto per l’ambiente. Tutto grazie a una semplice mosca.
C’è mosca e mosca…
Nel Parco non si vedono insetti volare, siamo nella zona dei cavalli, troppo freddo. Penso alle mosche che accompagnano per alcuni tratti le nostre gite estive in montagna. Un vero fastidio. Entrano nelle case, specie negli alpeggi e nelle stalle, con gli animali molestati quanto noi dalla loro presenza. Le nostre soldatesse, al contrario, non formano sciami danzanti e stanno lontane dalle abitazioni. Anche per questo sono le benvenute.
Alfredo Valz Gris