E’ nato L’Incontro on line.
O, meglio, è ripartito L’Incontro, il periodico indipendente fondato dall’avv. Bruno Segre nel 1949.
70 anni fa esatti!
Pickett ha avuto un suo ruolo in questa storia. In questa tremenda ma stimolante sfida mirata a cercare di far sopravvivere una rivista che gronda storia patria e che il suo fondatore per oggettive ragioni anagrafiche, aveva deciso di chiudere nel dicembre dello scorso anno.
Venerdì 22 marzo, sul far della sera, nella indimenticabile suggestione dell’atmosfera di archeologia industriale della stupenda sede torinese delle OGR, nella maestosa sala Duomo, è stato presentato il progetto di ripartenza della testata. Da cartacea a digitale.
Una serata importante che, senza eccedere in facile e fastidiosa retorica, ha segnato alcuni punti importanti per la nostra comunità.
Provo a sintetizzarveli (il singolare non è casuale in questo … caso!) così come li ho vissuti direttamente in questi mesi in cui abbiamo faticosamente costruito questo progetto editoriale.
1. Innanzitutto, in un momento di grande crisi della stampa tradizionale in senso lato, sia dal punto di vista economico-industriale, sia dal punto di vista istituzionale, si è voluto dare un segnale contrario. Anti-trend. Un esempio concreto di come si possa e si debba provare a resistere, a tenere in vita “fogli” che esprimono opinioni libere, indipendenti. Votate al confronto e non allo scontro. Alla pace e non all’odio. Al metodo di un ragionamento articolato non a quello di un pensiero breve veicolato da Twitter.
Il prossimo futuro ci dirà se questa sfida sia percorribile.
I promotori ci hanno creduto mettendoci la faccia e dei soldi. Adesso bisognerà vedere se i contenuti si connetteranno adeguatamente con i bisogni e le aspettative dei lettori, sempre più concitati nello scorrere le time line delle notizie agganciate all’attualità oraria. Sempre meno pronti, disponibili e abituati a fermarsi un attimo e a leggere tematiche più approfondite. Questioni complesse magari rivisitate mettendo a confronto due tesi diverse: non necessariamente antagoniste ma, più semplicemente, declinate con diversi approcci politici o filosofici o strategici.
2. La partecipazione emotiva e di supporto all’iniziativa è stata bella, attenta e corale. Sia i presenti all’evento alle OGR sia coloro che hanno dato il loro contributo di idee o di denari, in queste settimane, ci hanno dimostrato che “in giro” ci sono voglie, speranze, attese che si possa uscire da uno stato di apatia rancorosa ed egoista che ci fa rinchiudere e avviluppare sempre di più nei nostri gusci. Nelle nostre cucce, più o meno dorate, attenti a proteggere i nostri cari, i nostri beni, la nostra comunità più ristretta.
Il progetto di far ripartire L’Incontro è nato proprio per cercare di uscire dal malessere e dalla protesta che circola nei nostri salotti, nelle nostre cene tra amici, nelle nostre comunità più allargate. Provare a dare dei segnali concreti non solo a parole ma con i comportamenti. L’obiettivo e la speranza sono quelli di fornire a tutti coloro che non si ritrovano nell’attuale “spirito del paese” uno strumento di lettura e di approfondimento che possa aiutarci tutti a formulare proposte alternative e costruttive. A non limitarci a dei contro-slogan, a dei pensieri brevi, urlati ma senza grandi contenuti prospettici.
Il nuovo Incontro on line è rivolto soprattutto ai giovani, a quelli che hanno abbandonato o, addirittura, mai preso in mano, un giornale cartaceo e che sono nati nel mondo del web e soltanto nel web trovano la fonte delle loro conoscenze. Speriamo, grazie anche al supporto concreto di alcuni esponenti dei “Millenians”, che contribuiranno fattivamente alla realizzazione dei contenuti della nostra testata, di aprire un microfono per e con le nuove generazioni. Offrire loro un veicolo sul quale leggere degli approfondimenti su questa nostra società che vive un momento di grande trasformazione, raccontandoci le loro idee, i loro sogni, le loro speranze di un futuro che, allo stato, appare molto più difficile e complicato di quello che abbiamo ereditato noi dai nostri genitori.
3. Un altro dei temi che il nuovo Incontro on line intende sviluppare e rivisitare è quello relativo a un nuovo rapporto istituzionale e operativo tra le città di Torino e Milano. Il progetto MI-TO ideato da due visionari come l’allora Presidente della Camera di Commercio di Milano Piero Bassetti e dell’allora Presidente della Camera di Commercio di Torino Enrico Salza, già agli inizi del III millennio intendeva mettere le basi per una collaborazione tra le due città che, valorizzando i due diversi e complementari Dna, desse vita ad un grande centro urbano in grado di competere con le capitali di tutto il mondo sia dal punto di vista economico-industriale, sia turistico. Non a caso la compagine sociale della Società Editrice dell’Incontro è formata da torinesi e milanesi: una combinazione di professionisti e imprenditori che credono fermamente nella riapertura di quel dossier, allora rimasto nella mente degli ideatori, e ora quanto mai attuale e utile a riavvicinare le due città italiane più vicine all’Europa come vocazione storica ed economica.
L’Incontro riprenderà i fili di quella visione strategica cercando un nuovo metodo per renderla finalmente realizzabile in maniera efficiente ed efficace. Con il contributo di tutti i lettori e degli stakeholder delle due città metropolitane, auspichiamo che, alla fine, si possa raggiungere quell’obiettivo che per gli stranieri che ci amano e ci guardano con invidia rappresenta una realtà di immediata percezione: una grande città europea, sintesi di due storie diverse ma complementari, di due Dna alternativi ma integrabili. Insomma, di un unico prodotto turistico, culturale e industriale con una serie di valori tali da renderlo estremamente “sexy” e competitivo in tutto il villaggio globale.
4. Una delle maggiori sorprese in questi mesi di preparazione del rilancio dell’Incontro è stata quella di sentirsi rivolgere le seguenti domande: “Chi c’è dietro?” “Chi dei promotori vuole candidarsi a una carica politica locale o nazionale?” “Chi è il burattinaio di questo progetto apparentemente folle?”.
Abbiamo sempre risposto, non lo nascondo, con il sorriso sulle labbra, “Nessuno…salvo noi”.
Non c’è nessuna velleità personale da parte di nessuno dei 18 fondatori. C’è soltanto una grande passione per il nostro paese e per le nostre comunità. Nel contempo, un grande dispiacere nel constatare che se non ci mettiamo un po’ di passione e di energia rischiamo davvero di vivere un crescente declino culturale ed economico: una decrescita non felice. C’è insomma la responsabilità civile di dedicare un po’ di tempo e un po’ di soldi ad un tentativo di fornire alle nostre comunità di riferimento uno strumento di lettura e approfondimento di una realtà complessa che, noi italiani, dobbiamo cercare di capire meglio e di gestire in maniera tale da invertire un trend che, in caso contrario, porterà i nostri figli e nipoti a vivere in un territorio marginale e depresso del villaggio globale.
Anche questa è una sfida: dimostrare che si può rivitalizzare una testata storica del nostro paese senza finalità personali o politiche. Senza un disegno di “discesa in campo”. Questo non perché non vogliamo assumercene la relativa responsabilità: nutriamo il massimo rispetto quindi per tutte le scelte private.
Crediamo però che L’Incontro debba rappresentare un riferimento per quella comunità dei lettori o sostenitori che vorranno nel loro tempo libero avere uno strumento per decifrare meglio l’attualità non lasciandoci convivere soltanto con la propaganda, la manipolazione o le fake news che infestano le nostre giornate.
Insomma speriamo che questa nostra intrapresa possa rappresentare un segnale su cui riflettere e una reazione appassionata ed energetica contro una apatia che ci sta avviluppando tutti.
Passo la palla a un milanese per raccontare la presentazione avvenuta il 2 aprile a Milano, alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Riccardo Rossotto