Di sicuro l’Arte aiuta l’uomo a vivere meglio e vedere tutto ciò che lo circonda con occhi diversi, lo aiuta a farsi domande. Oggi più che mai aiuta a prendere coscienza della volgarità che ci circonda, anche quando l’Arte usa li stessi strumenti della volgarità (se ci riesce in modo geniale).
Ma a cosa serve l’Arte?
L’Arte deve pensare a essere Arte e muoversi in tutti i territori possibili: visionari, rivoluzionari, politici. Insomma l’Arte è uno strumento che deve risvegliare le coscienze e aiutarle a godere del bene che ci circonda senza nessun timore di spingersi troppo. Anzi, questo è proprio il suo compito. Deve dare l’esempio e ricordare che l’uomo ha una mente che dovrebbe essere libera da preconcetti e sovrastrutture che la società sempre più sta imponendo (oggi ci sta schiacciando).
Più l’uomo non pensa è più è una pedina succube degli eventi che lo circondano, ogni suo sguardo che non vede è uno sguardo perduto. L’Arte suggerisce che l’uomo possiede la libertà di cui ha necessità per rinnovarsi e progredire e prendere coscienza della sua natura straordinaria. Qualcuno potrebbe dire Divina, ma non vorrei spingermi troppo.
Ho deciso di salvare 90 pini
La Rivoluzione passa anche nei piccoli gesti quotidiani
Che danno può creare al pianeta l’abbattimento di 90 enormi pini sul litorale di una borgata ai confini dell’impero? Ben poca cosa, mi si potrebbe obiettare, rispetto alle devastazioni planetarie a opera dell’uomo nell’intero globo. Eppure anche nei piccoli atti, si può cogliere un aspetto rivoluzionario che cambia la visione delle cose. Per bloccare questo sterminio senza una giusta causa, ho dato agli alberi la dignità di vere e proprie Opere d’Arte Contemporanea. Le ho firmate e dato loro un titolo appropriato. Un’azione che, pur così umilmente semplice, che io sappia, non era mai stata fatta. Esistono parchi museo con opere di importanti artisti in compagna di varie specie di alberi. Ma non esistono alberi diventati sculture protagonisti “dell’esposizione museale”.
Un bell’albero non è solo un bell’albero
I tronchi dell’albero e le sue foglie hanno creato geometrie e tensioni che suggeriscono un’infinità di interpretazioni. Questo è un Laocoonte, quell’altro vuole imitare il David, un altro ancora ti racconta la sua sfida per fronteggiare il Maestrale. Sono più che “normali” alberi dalle fantastiche forme. Sono vite pensanti che si scolpiscono da sole, possiedono un ingegno da invidiare. La mia non è un’opera concettuale. Semplicemente non ho affidato la realizzazione di una scultura, per esempio in ferro, a un esperto artigiano. Mi sono solo affidato alle energie/artigiane della natura che lavoravano in silenzio attorno a me. Hanno fatto un lavoro immenso, “loro”, sperando che anche il più insensibile se ne accorgesse!
Abbattere i pini di Torregrande è un’azione stupida
Albero come opera d’Arte contemporana
L’azione di Joseph Beuys nel 1982 a Kassel piantando la prima delle 7.000 querce che verranno in seguito messe a dimora, è stata un’azione rivoluzionaria che determinava l’importanza dell’unione che l’uomo deve avere con la natura. Beuys diede vita a un bosco di 7.000 querce, io cerco di salvare dalla morte 90 giganteschi pini. Sembrerebbe quasi che, più un albero è robusto, gigantesco e sano, più genera invidia (qui sarebbe corretto scomodare Freud) adducendo all’albero colpe che non ha. Vorrei ricordare che negli anni, i pini in questione, non hanno mai avuto una minima manutenzione. Credo che adesso non sarà più così facile decretare la morte di quelle “Sculture”. L’Arte si è messa di traverso e grida il proprio grido. L’Arte può salvare al mondo? Dopo queste righe mi sono convinto che almeno può aiutarlo.
Salvatore Garau