Pochi eventi avrebbero potuto prolungare l’atmosfera della metropoli italiana più europea e creativa, dopo i fantasiosi giorni della Design Week, come l’appuntamento del 4 maggio, e per una sera sola, al Republic Milano. Qui dalle 18.30 andrà in scena, ‘POPLAND. Oltre, Meta, Ultra‘, una mostra di Ivano Facchetti, a cura di Luca Cantore D’Amore, organizzata da Artland Milano.
La mostra dei supereroi anima per una sola notte la metropoli che non dorme mai
Un’occasione per gli appassionati di arte, ma anche per chi cerca proposte nuove allettanti, perfino trasgressive e audaci. Se i protagonisti dell’esposizione, da Batman a Spiderman da Roger Rabbit a Darth Vader, escono dal mondo immaginario, Facchetti riesce a trasformarli in personaggi in carne ed ossa. Quasi dei coinquilini che ciascuno potrebbe ospitare a casa propria, lasciandosi travolgere, girone per girone, in una black room, per immergersi in uno spazio senza tempo, senza feritoie di luce.
Un patto con l’Essenza dell’Arte
Originario di Caravaggio, conosciuto per oltrepassare la gabbia della tela e della cornice, con le sue composizioni POP o “ultra POP”, come le ha definite il critico d’arte Luca Cantore D’Amore, Facchetti porta nuova linfa alla Pop Art, che sembrava, da alcuni anni, diventata mero esercizio di stile e di riproduzione. Quasi un rifugio, spiega Luca Cantore D’Amore, per ‘creativi con lacune di creatività’ che, semplicemente, copiano, riproducono e ripropongono in maniera pedissequa; senza, però, aggiungere mai nulla all’Opera o all’elaborato: venendo meno, così, di conseguenza, al patto con l’Essenza dell’Arte. Con le opere di Facchetti invece ci si può parlare.
Sperimentatori della modernità
“Senza la puzza dello snobismo della superiorità a tutti i costi tipica degli sperimentatori della modernità, afferma Cantore D’Amore – Ivano Facchetti, in fine, può tranquillamente definirsi un artista che scende dalla sua torre e si mescola, liquidamente, nella democratica modalità di stare al mondo necessaria per contribuire con una nota allo spartito – nel suo caso Rock – del nostro tempo”.
Dall’omaggio retorico, alla riproduzione iconica
“La sua estetica, fortunatamente, sembra provenire dal dopodomani di questo marasma chiamato Pop Art – conclude il critico d’arte – affondando le proprie radici in una volontà di liquidità e di proposta differente dalla copia sterile, dall’omaggio retorico, dalla riproduzione iconica e a tutti i costi commerciabile, che, purtroppo, sembra appartenere, ormai, a tutto quanto questo gran pasticcio di banale comunicabilità, che tocca le corde più facilmente raggiungibili, e che a noi proprio non interessa”.
Nestar Tosini