Il Salone internazionale del Libro di Torino questo anno avrebbe dovuto avere come tema “Nuovi mondi, nuove vite”. Questo titolo, deciso in un periodo “non sospetto” si è rivelato, sfortunatamente profetico. L’emergenza sanitaria non ha permesso alla 33sima edizione dell’evento di essere svolta in forma tradizionale con l’appuntamento al Lingotto Fiere. Tuttavia, il direttore artistico Nicola La Gioia non si è perso d’animo e con molto impegno ha reso possibile una inedita versione – usufruibile solo in digitale – dell’evento, invitando le migliori “menti del pianeta” a riunirsi comunque, insieme al pubblico, attorno al focolare virtuale del Salone internazionale del Libro, seppur soltanto on line, ma comunque alive e vicini, anche se fisicamente lontani, ai lettori. Esperimento di successo nel lungo week end di metà maggio, durante il quale sono stati presenti 140 ospiti e sono stati trasmessi in streaming più di 60 interventi di personaggi influenti del mondo della cultura, tenendo incollato al video un folto pubblico virtuale. Un bel riconoscimento alla tecnologia digitale.
La relazione di apertura è stata affidata alla “bravura” dello storico Alessandro Barbero che raccontando in maniera molto empatica le conseguenze inaspettate, spesso positive, delle catastrofi, ha focalizzato sul comportamento nella storia dell’umanità in reazione alle pandemie, mai passivamente subite ma sempre “gestite” a seconda delle varie epoche.
Molto attesa la relazione di Samantha Cristoforetti – autrice del “Diario di un’apprendista astronauta” – dell’agenzia europea spaziale che con la sua relazione sulle “città invisibili” (in omaggio al paragone del libro di Italo Calvino laddove si incarica Marco Polo di esplorare città sconosciute) ci ha raccontato le emozioni e riflessioni maturate nei suoi voli nello spazio, ad una distanza di “soli” 400 Km dalla terra. Distanza sufficiente per vedere il mondo da una prospettiva del tutto diversa e inusuale. Si pensi al fatto che in orbita, a causa della forte velocità, in soltanto 90 minuti si fa il giro completo del pianeta: una sorta di “abbraccio” virtuale e commovente a tutta l’umanità che si sente vicina anche a quattro centinaia di km di distanza in verticale! Una simile esperienza di viaggio fa tralasciare i problemi personali, fa focalizzare l’attenzione solo sull’essenzialità dei propri bisogni, fa riflettere sulla sensazione di compressione del tempo: avvenimenti geologici avvenuti, probabilmente in maniera estremamente violenta, tanto tempo fa sulla Terra (come l’emersione delle Alpi o della catena dell’Himalaya) e che hanno lasciato il segno tangibile, visti dall’alto, hanno il potere di “avvicinare” al passato, rendendolo più comprensibile. Se in ogni ora e mezza solamente si ha la possibilità di assistere dall’alto ad un’alba ed un tramonto, tutte le sensazioni umane sono indubbiamente potenziate.
Dacia Maraini nella sua relazione sulla “solidarietà tra le donne durante la quarantena” ha messo l’accento sull’ importanza della lettura per i giovani: potenziando l’immaginazione la lettura può paragonarsi ad una droga. Ma ad una droga che fa bene ai giovani!
Paolo Rumiz ha parlato sul tema “se la frontiera è la nostra porta di casa” e ha raccontato come è nato il suo ultimo libro “Il vascello sul tetto”: salendo appunto sul tetto della sua panoramicissima casa fronte mare a Trieste ed immaginando belle avventure. Cosa che molti di noi, magari solo idealmente, hanno fatto durante il lockdown. La pandemia in fondo non è stata solo morte e isolamento, ma anche un’occasione di riflessione per molti, talvolta sul cambio di rotta della propria vita.
Molto profonda la relazione del filosofo Luciano Floridi dell’Università di Oxford titolata “Capire il presente per disegnare il futuro”. Nel suo ultimo libro “Il Verde e il Blu” si è permesso di suggerire idee ingenue per migliorare la politica. Come quella del passaggio dalla progettualità individuale alla progettualità comune (la Costituzione americana esordisce con “we are the people”, noi siamo la nazione, un insieme di individui), del passaggio dall’accento, da parte della politica, più sulla ratio pubblica che sulla res repubblica, del passaggio da un’economia del consumo ad una economia dell’esperienza. Ma il vero suggerimento per il miglioramento della politica nel XXI secolo è quello di un “buon” matrimonio – il Manzoni direbbe che “s’ha da fare” – tra il “verde “ed il “blu”, laddove per verde si intende l’ambiente e per il blu (elettrico) il digitale. La tecnologia del digitale, con grande potenzialità ancora parzialmente inespressa, dovrebbe essere, nel rispetto dell’etica, messa al servizio dell’ambiente per una società migliore. Idea “ingenua” ma di grande portata.
Non sono mancate, tra gli ospiti del Salone del Libro, i grandi nomi del giornalismo. Il volto quasi familiare di Lilli Gruber, con l’intervista di Barbara Stefanelli, è comparso in streaming per parlare della battaglia delle donne per la visibilità, nell’intervento “Donne, un passo in avanti”. In questo periodo di emergenza poche donne, in Italia, si sono viste inserite nelle task force, a conferma della scarsa visibilità delle competenze femminili. Nel resto del mondo, le donne ai vertici dei loro Paesi, hanno dimostrato di saper fare molto bene nella gestione delle emergenze. Alle donne, secondo la Gruber, devono essere riconosciute le proprie competenze per una questione di giustizia, di democrazia, ma anche di furbizia, visto che sanno fare bene. Quale giornalista che ha a che fare con i dati, si è chiesta perché, ad esempio, i 2/3 del settore sanitario sia composto da donne, ma che solo il 20% sia primario. Le donne, se hanno le competenze necessarie, devono entrare nella “stanza dei bottoni” senza discriminazioni, per poter decidere, assumendosi i rischi (eventualmente anche quello di sbagliare). La nota conduttrice suggerisce alle giovani donne, prendendo lo spunto dal suo libro “Basta”, di non essere più troppo educate, troppo timide, troppo timorose, troppo insicure di sé. Le donne non devono più temere il potere e non devono più ritenere che il potere possa “sporcare” i loro meriti.
In questa sede non è ovviamente possibile descrivere i numerosissimi interventi di personaggi di spicco nell’ambiente della cultura susseguitisi in streaming durante i quattro giorni dell’evento, ma è possibile ascoltare la loro registrazione sul sito del Salone del Libro nella sezione #salto extra replay. Il messaggio che ha comunque trasmesso questa nuova inedita versione del Salone Internazionale del Libro di Torino è quello che la tecnologia digitale è in grado di diffondere non solo didattica, ma anche cultura.
Liliana Perrone