Proseguendo nel racconto delle numerose attività che Lei ha svolto nella Sua lunga vita, veniamo ora a parlare della Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”.
L’Associazione del Libero Pensiero prende le mosse da un Movimento che sorse nella seconda metà dell’800, allorchè, in contrasto con il Concilio Vaticano I, che si tenne in Roma nel 1869 (l’anno prima della fine del potere temporale del Papato con la presa di Porta Pia), si svolse a Napoli un “Anticoncilio”, al quale parteciparono vari Movimenti laicisti e di Liberi Pensatori, comprese alcune illustri personalità straniere quali Victor Hugo. Altri personaggi diedero nel 1889 un loro contributo alla costruzione del monumento a Giordano Bruno, poi eretto in Roma, in Piazza Campo dei Fiori, luogo ove il filosofo nolano era stato bruciato vivo il 17 febbraio 1600.
Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”
Nel 1904 l’Associazione organizzò a Roma il primo congresso della Federazione dei Liberi Pensatori e ad esso parteciparono numerose personalità italiane e straniere, quali il filosofo Roberto Ardigò, il penalista Enrico Ferri, l’antropologo Cesare Lombroso, i deputati Andrea Costa, socialista, ed Arcangelo Ghisleri, repubblicano. L’Associazione nel 1919 iniziò le pubblicazioni di una propria rivista “La Ragione”, della quale ho reperito un numero pubblicato nel 1952 (che allego). Tale rivista, che ora prosegue le pubblicazioni trimestralmente, mutò poi la propria denominazione in quella di “Libero Pensiero”.
Purtroppo, nel 1924 l’Associazione veniva sciolta dal fascismo con un decreto e la sua sede, a Roma, a Palazzo Giustiniani, venne assaltata e distrutta, mentre molti associati venivano imprigionati o inviati al confino. Per evitare tale sanzione il socialista Arturo Labriola ed il repubblicano Eugenio Chiesa furono costretti, come tanti altri, a riparare all’estero.
Per oltre 20 anni il silenzio scese su tale Associazione e sulle sue attività
Soltanto nel dopoguerra, proprio il 17 febbraio 1948, si tenne a Campo dei Fiori una imponente manifestazione sotto la statua di Giordano Bruno per riaffermare, oltre alla ritrovata democrazia repubblicana, come afferma lo Statuto dell’Associazione, i valori del “laicismo, del pensiero scientifico, della separazione tra Stato e Chiesa e della difesa dei diritti civili”. Da allora l’Associazione è sempre stata in prima fila in tutte le battaglie di libertà e di democrazia, che si sono tenute nel nostro Paese: contro la “legge truffa” nel 1953; a favore degli anticoncezionali, del divorzio e dell’aborto; a favore della cremazione; per l’abolizione del Concordato, la rimozione del Crocefisso dai locali pubblici ed in difesa della scuola laica.
Quale ruolo Lei ha personalmente avuto in questa Associazione?
Per molti anni diedi il mio contributo alla sede torinese dell’Associazione, fino a divenirne Presidente e poi divenni Vice-Presidente di quella nazionale, con frequenti trasferte a Roma, partecipazione a dibattiti e manifestazioni. Ora, in considerazione della mia età, sono stato gratificato del titolo di Presidente Emerito dell’Associazione Nazionale, mentre Presidente effettivo è la prof.ssa Maria Mantello, direttrice della rivista “Libero Pensiero”.
Il mio contributo attuale è forzatamente ridotto dall’età avanzata (104 anni compiuti), ma tutti gli anni, festeggio il 20 settembre, il giorno della presa di Porta Pia, evento al quale contribuì in prima persona il fratello di mio nonno, il capitano Giacomo Segre che, con la sua artiglieria, aprì la breccia che portò alla fine dello Stato Pontificio ed alla creazione di Roma quale Capitale dell’Italia.
Il 20 settembre di ogni anno partecipo ancora con la bandiera alla cerimonia che si tiene in Torino, in piazza Savoia, ove al centro è collocato l’obelisco, eretto nel 1853, che ricorda la promulgazione delle Leggi Siccardi (dal nome del ministro di giustizia dell’epoca e senatore) che abolivano il c.d. “Foro ecclesiastico”, cioè i privilegi di cui godevano i religiosi.
Seppur contrastato aspramente dalla Chiesa locale, il monumento, voluto per iniziativa del quotidiano “Gazzetta del Popolo” dell’epoca e del suo direttore Giovan Battista Bottero, è un simbolo dell’ideologia anticlericale e reca iscritti i nomi di oltre 800 Comuni piemontesi che sostennero l’opera. Continuerò personalmente a sostenere sempre gli ideali propri di questa meritoria Associazione, in conformità al pensiero di Giordano Bruno.
Alessandro Re