Una lezione di senso dello Stato. Così molti hanno voluto leggere l’intervento con cui Mario Draghi, in occasione del 98esimo consiglio dei ministri ha di fatto preso commiato. Non entro come è mio costume, sulla polemica politica che questo discorso potrebbe generare, né sui risultati del Governo celebrati dal Primo ministro uscente.
Un’esperienza eccezionale per il Governo
Personalmente apprezzo le sue considerazioni sulla “unità nazionale”. Sia perché è il riconoscimento del principio per cui l’aspirazione al bene del Paese, in momenti critici, deve fare superare le divisioni partitiche, sia perché lo stesso Draghi ha ammesso che il suo Governo è stata “un’esperienza eccezionale”. Nel senso, credo, di un’eccezione dovuta appunto a situazioni drammatiche di emergenza. Ora, la parola torna finalmente a un Governo eletto dal Popolo sovrano, il che è l’essenza stessa della democrazia. Come ha confermato lo stesso Draghi al termine del suo intervento, che pubblichiamo integralmente.
Governo eletto dal Popolo, essenza della Democrazia
Voglio ringraziare tutti voi per il lavoro che avete svolto in questo anno e mezzo. Avete fronteggiato una pandemia, una crisi economica, una crisi energetica, il ritorno della guerra in Europa. Avete organizzato la campagna vaccinale, scritto e avviato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato un numero enorme di misure di sostegno economico. Dall’organizzazione dei vertici G20 al sostegno immediato e convinto all’Ucraina, avete reso l’Italia protagonista in Europa e nel mondo. Il merito è del vostro entusiasmo, della vostra professionalità, del vostro spirito di collaborazione – tra voi, con gli altri organi dello Stato, con gli enti territoriali.
L’unità nazionale è, per forza di cose, un’esperienza eccezionale, che avviene soltanto nei momenti di crisi profonda. Mantenerla, come avete fatto, per molti mesi, richiede maturità, senso dello Stato, e anche un bel po’ di pazienza. I cittadini si aspettavano molto da voi – e voi li avete serviti al meglio. Potete essere orgogliosi di quanto fatto, dei risultati che avete raggiunto, dei progetti che avete avviato e che altri sapranno completare.
Tra qualche settimana, su questi banchi siederà il nuovo esecutivo, espressione del risultato delle elezioni che si sono appena tenute.
Vi rinnovo l’invito ad agevolare una transizione ordinata, che permetta a chi verrà di mettersi al lavoro da subito.
Lo dobbiamo alle istituzioni di cui abbiamo fatto parte, ma soprattutto lo dobbiamo ai cittadini. I governi passano, l’Italia resta.
Grazie.