Proprio vero che nel nostro Paese, anche se cambiano i tempi, i problemi rimangono sempre i medesimi. Infatti, anche nel 2018, dopo le ennesime elezioni politiche, che avevano visto l’affermazione dei Cinque Stelle e del Centro-Destra, rimaneva irrisolto il nodo della governabilità, in quanto le due formazioni citate non avevano la maggioranza per guidare il Governo del Paese. Il significativo titolo de L’Incontro dell’aprile 2018 era il seguente: “E’ nata in Italia la terza Repubblica”. Ci può spiegare perché?
Le nuove elezioni avevano profondamente cambiato la geografia politica del Paese, come riferiva L’Incontro. “Un tempo l’Italia era sostanzialmente governata in parte dal Partito Comunista e poi dai suoi eredi, in parte da Berlusconi, erede del pentapartito originato dalla Democrazia Cristiana. Ora questa suddivisione di poteri, già scolorita nelle precedenti elezioni del 2013, è del tutto scomparsa. Il Centro Destra (Lega di Salvini, Forza Italia di Berlusconi, Fratelli d’Italia di Meloni) domina il Nord fino a Roma. Il Sud è finito nelle mani di Cinque Stelle, guidato da Grillo e Di Maio. Dunque la geografia politica del Paese è completamente mutata e poiché le percentuali dei voti delle due formazioni sono quasi equivalenti (alla Camera 267 seggi toccano al Centro-Destra suddivisi in 124 alla Lega, 104 a Forza Italia, 33 a Fratelli d’Italia) e 229 a Cinque Stelle, al Senato 135 seggi spettano al Centro Destra (suddivisi in 57 alla Lega, 57 a Forza Italia, 17 a Fratelli d’Italia) e 114 al Cinque Stelle per cui risulta praticamente impossibile che uno solo dei due gruppi ottenga il governo del Paese se non accetta di coalizzarsi con qualcuno”.
Il protrarsi del tempo (le elezioni si tennero il 4 marzo e a fine aprile ancora mancava un Governo), a causa dei veti incrociati, nonostante le sollecitazioni del Presidente Mattarella hanno poi portato ad un Governo basato sull’accordo tra 5 Stelle e Lega, con Premier incaricato Conte. Piuttosto che sulle successive vicende di questo accordo, che è durato poco, mi fa piacere condividere con Lei un Suo interessante articolo, apparso sempre sul numero di Aprile del 2018, dal titolo “Una donna Capo del nostro Governo?”. Era forse una premonizione di ciò che sarebbe poi accaduto nel 2022?
In realtà lo spunto per tale affermazione mi venne da un articolo di fondo del 1° aprile 2018, a firma del Direttore de La Stampa Maurizio Molinari. L’articolo affermava “Per L’Italia, che il 4 marzo si è recata alle urne chiedendo un forte rinnovamento della classe politica, è arrivato il momento di avere una donna alla guida del governo”. Molinari poi motivava così la sua proposta, “indicando tre ragioni convergenti per il valore strategico di una scelta femminile. Il fattore entusiasmo di fronte allo scontento popolare per le gravi difficoltà di formare un governo della Repubblica. La presenza di un numero record di donne elette al Parlamento, molte delle quali, d’ogni schieramento politico, presentano competenze e capacità tali da tutelare per il meglio l’interesse nazionale, e da bloccare abusi e violenze di genere, garantendo ad ogni cittadino pari opportunità, ed infine la possibilità di esprimere, nel bel mezzo del Mediterraneo, un’ideologia ed una prassi ostili al terrorismo jihadista, basato sulla sottomissione delle donne”.
Spiace solo rilevare come sia stata la Meloni, la più estremista tra le donne elette in Parlamento, ad ottenere, per la prima volta, tale prestigioso incarico.
Alessandro Re