I giovani innovatori devono fare schema contro la fuga di cervelli. Nell’epoca della “disintermediazione” tra i poteri centrali e quelli periferici, in una cornice di crisi istituzionale, il ruolo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha fatto riscoprire alla politica una centralità nel dialogo costante con i territori, creando una nuova sinergia di intenti e di armonie in un’ottica di nuovo rinascimento italiano in particolare per quello che concerne i borghi e il loro sviluppo.
Il Mezzogiorno italiano, un’importante sfida per i giovani che verranno
Tra i fondi del PNRR e la voglia di riscatto degli enti locali, il mezzogiorno resta invece un importante sfida per il Paese. L’obiettivo è quello di rilanciare lo sviluppo di un territorio ricco di opportunità e talenti, spesso inespressi e non ascoltati. L’impegno profuso nell’ultimo periodo ha portato a una serie di investimenti nel sud Italia, specialmente sulle fonti rinnovabili all’insegna del digitale e della sostenibilità. Non solo, ha anche posto le basi per un cammino che ci si augura possa portare presto nuovi benefici per la comunità, le imprese e i giovani.
L’importanza delle infrastrutture digitali
L’ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) ha esaltato l’importanza del Ministero della Cultura il quale ha dato il via alla prima linea del Piano Nazionale Borghi del PNRR. Un successo che fa comprendere come il territorio e le sue peculiarità siano il cuore pulsante dell’economia nazionale. Occorre portare avanti pertanto le attività mirate alla valorizzazione delle infrastrutture digitali del Paese a sostegno dei territori e dei servizi per la cittadinanza, senza tralasciare gli incentivi e gli aiuti al comparto imprese.
Il quale, come si sa, è già pesantemente colpito dalle speculazioni e dalla congiuntura geopolitica che sta avendo serie ripercussioni sull’economia reale. Servono basi solide su cui costruire un futuro all’insegna dell’innovazione, della sostenibilità e delle giovani generazioni. Questo, in sintesi, il monito arrivato dalla società civile.
Come evitare la fuga di (giovani) cervelli
Parlando di lavoro e imprese, è necessario evitare che i giovani vadano via dall’Italia. Infatti, nei 10 anni prima del Covid, in ben 250mila se ne sono andati. E, in assenza di programmi strutturali per disincentivare il fenomeno, la situazione non potrà migliorare molto. Esistono politiche per facilitare il rientro dall’estero, ma hanno un impatto abbastanza modesto. Risulta pertanto doveroso fare in modo che l’Italia diventi un Paese dove si lavori meglio, si punti sul merito e si facilitino gli investimenti.
In conclusione, occorre ripartire dalle nuove tecnologie e da un patto tra i protagonisti per il rilancio dell’economia, con, in primis, i giovani imprenditori che devono agire. Essere innovatori vuol dire pensare fuori dagli schemi, valorizzare i progetti, promuovere il talento. La necessità è quella di innovare il sistema gestionale e amministrativo.
L’obiettivo, invece, è quello di imprimere una forte accelerazione alla modernizzazione del Paese, trovando soluzioni nelle proposte che giovani preparati e propositivi possono consegnare a imprese e amministratori. Tante sono le sfide su cui il Governo dovrà confrontarsi: occorre costruire un ecosistema senza distinzioni di categorie e di genere che valorizzi capacità e i meriti. Una sfida che i giovani innovatori italiani rappresentati dall’ANGI sono pronti a vivere da protagonisti. I giovani innovatori, dunque, devono fare sistema.