Percorrendo la strada che unisce le città di Vienna e Salisburgo nell’Alta Austria si incontra la piccola città di Alcove (5.800 abitanti), dominata dal Castello di Hartheim. E’ questo un imponente maniero in stile rinascimentale, a quattro piani, a base quadrangolare, con una torre a ogni angolo più una quinta, più alta, centrale sulla facciata principale. Fu costruito nel 1650 circa dalla nobile famiglia locale De Hartheim. Passato alla famiglia Aspen e nel 1799 alla dinastia dei principi di Starhemberg. Nel 1868 fu donato all’Oberoesterreichische Landeswohltaetigkeitsverein (Società di mutua assistenza dell’Alta Austria) che lo affidò alla Confraternita delle Suore della Carità.

Un castello destinato agli orrori del progetto Ak T4

La confraternità lo adibì a Istituto di ricovero per bambini ritardati mentali e handicappati. Nel 1938 le Suore vennero allontanate e il Castello fu requisito dal Governo del Reich e posto sotto il controllo del Gauleiter August Eigruber. Il 19 settembre 1939 venne destinato all’attuazione del Progetto “EU Aktion
(Progetto EUtanasia), più noto come “Ak T4” (da Tiergartenstrasse 4, via ove si trovava il “Gemeinnuetzige Stiftung fuer Heil-und Anstaltspflege”.

L’Ente pubblico per la Salute e l’Assistenza sociale era finalizzato alla soppressione degli individui affetti da disabilità fisiche o mentali la cui vita era giudicata “indegna di essere vissuta” (“Lebensunwertes Leben”). Hitler in persona aveva previsto l’eliminazione di tali individui nel 1926  – “Mein Kampf”: chi non è sano nel corpo e nello spirito non è degno di vivere e di perpetuare tale suo stato nella progenie” . Di questo obbiettivo avevano anche parlato, negli anni Trenta, nelle loro opere, gli autori nazisti Adolf Jost (“Das Recht aut den Tod” Il diritto alla morte), Alfred Hahe e Karl Binden.

In quest’ottica il Castello di Hartheim venne a far parte di un gruppo di altre cinque strutture dedicate a tale eliminazione. Rispettivamente a Brandenburg (vicino a Berlino), Hadamar (Francoforte), Sonnenstein ( Dresda), Graefenecke (Stoccarda) e Bernburg (Magdeburgo). Strutture distinte con le lettere da A a F (Hartheim lettera C). A queste strutture venivano inviati i disabili provenienti da ospedali di tutta la Germania. Il Castello di Hartheim venne militarizzato e
posto al comando dello SS Sturmbannfuehrer Christian Wirth. Due anni dopo gli
succedette lo SS Hauptstrurmfuehrer Franz Stangl, sotto la direzione medica dei
dottori Rudolph Lonauer e Georg Reno.

L’eliminazione dei disabili avveniva mediante gasazione

L’eliminazione dei disabili avveniva subito dopo il loro arrivo al Castello mediante gasazione con ossido di carbonio, in una stanza a tenuta stagna situata al piano terreno. Essa misurava metri 6 x 4 x 3 e dal centro del soffitto sporgeva un tubo a tre getti e un altro tubo – che aveva fori di 15 mm distanziati l’uno dall’altro di 20 cm – correva lungo le pareti e da tutti questi usciva il gas letale. Questo proveniva da bombole d’acciaio situate in una stanza vicina e, immesso a comando nei
tubi, causava la morte dei disabili per asfissia entro 10 minuti. Accanto a questa stanza
era stato installato un forno crematorio nel quale venivano bruciati cadaveri dei gasati.

Vennero eliminati oltre 70mila disabili. Ma non solo…

I loro resti erano triturati in una apparecchiatura artigianale nota come “mulino delle ossa” e poi disperse nel vicino fiume Traun. Complessivamente, nelle sei strutture nelle quali venne attuata l’ Ak T4 vennero uccise (secondo l’Istituto di Storia contemporanea di Monaco), tra l’ottobre 1939 e il settembre 1941, 70.273 disabili, di cui 18.000 a
Hartheim. Dal settembre 1941 tale attività venne sospesa nei confronti dei disabili a
causa delle proteste giunte al Governo del Reich da personalità della Chiesa. Ma non solo, anche da autorità civili e giuristi. Il sospetto era che, nel Castello, venissero arbitrariamente uccisi, oltre ai disabili, anche anziani inabili al lavoro. E inoltre  invalidi, ciechi, mendicanti giudicati “persone non produttive, di peso alla Nazione”.

Dal 1941 una nuova Aktion per prigionieri di guerra ed ebrei

Il personale addetto all’esecuzione dell’Ak T4 venne allontanato e inviato al lavoro nell’organizzazione Todt o nei Campi di concentramento in Polonia. Dall’ottobre 1941 a Hartheim ebbe inizio un’altra “Aktion” (“Sonderbehandlung – Aktion 14 f 13) il cui obbiettivo era la eliminazione dei prigionieri di guerra. E inoltre anche degli ebrei detenuti nei Campi di concentramento di Mauthausen, Gusen e Dachau ritenuti non più in
condizioni fisiche di lavorare. Hartheim venne ufficialmente classificato “Campo di
convalescenza“ (GL Genesungs-lager) o “di riposo” (EL Erholungs-lager) per tali
prigionieri. Ma in realtà esso era il luogo ove si procedeva alla loro eliminazione
immediata. Appena giunti al Castello e con le stesse modalità (gasazione) usate nel 1939. Il 10 dicembre 1944 Hitler ordinò di “divellere tutte le installazioni tecniche del Castello e di riportarlo quindi allo stato architettonico precedente”.

1945 il ritorno delle Suore della Carità

I lavori, sotto la supervisione dell’ SS Obergruppenfuherer ingegnere Ernst Brake, durarono dal 12 dicembre 1944 al 10 gennaio 1945 e, in tale data, tornarono al Castello le Suore di Carità, che ripresero la loro assistenza ai bambini handicappati. Complessivamente al Castello tra il 1941 e il 1944 avevano trovato la morte (dati degli Uffici di Ricerca di Arolsen in Germania) 3.225 prigionieri giunti da Dachau, 3.011 da Mauthausen e 1.830 da Gusen. Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, nel 1950 sala delle gasazioni, forno crematorio, “mulino delle ossa” vennero ricostituiti e aperti al pubblico (1969). Parte del Castello, quindi, venne convertita in appartamenti. Nel 1990 nei due piani superiori trovò posto la nuova “Associazione tedesca per l’assistenza ai disabili”.

Il Memoriale dedicato alla storia del Castello

Nel 1997 il Governo federale austriaco istituì, al primo piano del Castello, un luogo commemorativo delle migliaia di persone assassinatevi dai nazisti e nel 2003 al piano terreno sono stati inaugurati, a cura del “GmbH Gemeinuetzige Schloss Hartheim” (Organizzazione no profit del Castello di Hartheim) un Memoriale dedicato alla storia del Castello 1939/1945 e una Mostra permanente su “Il valore della vita”.

Gustavo Ottolenghi

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