Il 22 aprile è una delle più importanti ricorrenze a livello mondiale, poiché si celebra la sostenibilità ambientale e la protezione degli ecosistemi.
Fin dagli albori la natura, attraverso le sue mirabilia, ha ispirato l’essere umano. Nell’antichità, quando pennelli e tele erano ancora sconosciuti, l’uomo si dilettava con memorabili pitture rupestri, ancora oggi visibili, pur di esprimere artisticamente i propri sentimenti dinanzi a cotanto incanto. Si può dichiarare che l’arte e l’ecologia stanno camminando sempre più di pari passo, creando opere capaci di smuovere e mobilitare gli animi, per un futuro all’insegna del ‘green’.
Arte ed ecologia una strada in comune
Il pittore impressionista Claude Monet studiò a lungo la natura ed infatti era solito
affermare: “Seguo la natura senza poterla afferrare, questo fiume scende, risale, un
giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente”.
La medesima natura che al giorno d’oggi molte aziende promettono di tutelare
attraverso politiche di sostenibilità ambientale e sociale. D’altronde è assai vero che
lavorare all’interno di un’azienda sostenibile rappresenta un motivo di vanto per i
dipendenti.
‘L’arte può essere ‘eco-friendly’?’
‘Come si rapportano le opere artistiche con il contesto odierno?’Abbiamo posto i seguenti quesiti al dottor Gherardo Rusconi, amministratore delegato della ‘Capitolium Art’, prestigiosa casa d’aste sita nel cinquecentesco Palazzo Cigola-Fenaroli, nel bresciano, di cui il dipartimento di arte moderna e contemporanea rappresenta un’eccellenza, che ha saputo sfidare la crisi, annoverandosi tra le realtà italiane in ascesa sul mercato italiano.
Quest’oggi tutte le aziende ed i settori commerciali professano grande sensibilità per l’ambiente, dichiarando di essere ecosostenibili. Il settore dell’arte, a cui la ‘Capitolium Art’ appartiene, è un po’ atipico rispetto al tema citato. Esiste, secondo Lei, uno sviluppo culturale in chiave green? Per ‘green’ intendo sia i materiali con cui vengono prodotte le opere d’arte, sia la scelta dei temi che affrontano le questioni della giustizia ambientale.
Sì, esiste una cultura ecologica nel mondo dell’arte. L’idea di vivere ‘green’ è
divenuta una tendenza sempre più mainstream e noi, certamente, non
rappresentiamo l’eccezione. L’origine dell’arte sostenibile la possiamo far coincidere
con la ‘Land Art’, nata negli Stati Uniti tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei
Settanta. Una forma di arte contemporanea caratterizzata dall’intervento dell’artista
direttamente sulla natura, motivando l’uomo ad instaurare un rapporto indissolubile
con Madre Natura. Anche l’arte ed il design targato ‘Cracking Art’ riflettono le
esigenze dell’ecosostenibilità e dell’impegno sociale. La plastica riciclata invade le
strade dei centri cittadini con i suoi animali giganti, salvaguardando l’ambiente.
Vorrei citare, inoltre, l’artista di fama mondiale Olaf Eliasson, ed il suo progetto
‘Little Sun’; una lampada alimentata dall’energia solare per provvedere alla carenza
di elettricità in alcune zone bisognose del mondo.
Con la Convenzione di Faro del 27 ottobre 2015, come Lei ben saprà, vi è una
partecipazione attiva alla vita culturale da parte del cittadino con l’encomiabile scopo della valorizzazione del patrimonio culturale. L’arte, in forza di ciò, è riconosciuta come diritto universale. Cosa ne pensa dell’attenzione e dell’accortezza delle istituzioni museali e del pubblico circa l’eco sostenibilità?
Penso che l’arte debba essere un diritto alla portata di tutti e di cui le comunità
debbano usufruirne. Ammiro notevolmente l’esempio del fotografo brasiliano
Sebastião Salgado, il quale con un reportage fotografico durato ben sette anni, ha
testimoniato e documentato la deforestazione amazzonica. Il fenomeno, una volta
portato all’attenzione globale, ha subìto un arresto; grazie ad una raccolta fondi
sono stati piantati più di due milioni di alberi, mutando l’ambiente e tentando di
farlo tornare allo stadio paradisiaco primario. Tutto ciò è un esempio di come il
privato può interagire per il bene collettivo. Sono rimasto, aggiungo, piacevolmente
sorpreso dall’artista, anch’egli brasiliano, Emerson Uýra, notato durante la biennale
europea itinerante, Manifesta 14: la sua arte, ancora una volta, è devota alla
conservazione ecologica dell’ambiente.
Lei Rusconi, con la sua azienda, partecipa ad iniziative benefiche per promuovere l’ambiente? Ha progetti per vincere la battaglia della sostenibilità?
No, non abbiamo mai fatto una beneficienza diretta, se non in casi sporadici; in
occasione di un’autentica dell’artista austriaco Jorrit Tornquist, la Capitolium Art, ha
devoluto metà del compenso ad un’associazione benefica legata all’ambiente. Nella
nostra sede romana, invece, all’interno del progetto culturale ‘Spazio all’Arte’,
abbiamo avuto l’onore di ospitare una mostra dal titolo ‘Water’ dell’artista italo- irachena Hadeel Azeez, per celebrare l’elemento acquatico. L’esposizione è stata
sponsorizzata dalla start up Blue Factory, la quale da anni si impegna nel progetto
della sostenibilità dell’acqua, all’interno del variegato programma dell’’ecologico’ e
del ‘sostenibile’. La nostra mission aziendale, sicuramente, proseguirà in chiave
‘green’ per costruire un futuro più rispettoso dell’ambiente.
Martina De Tiberis