Gaza (Gaza City) è una città (“feroce” in ebraico e “preziosa” in arabo) situata sulla costa del Mediterraneo orientale nel nord della “Striscia” omonima. Conta 600.000 abitanti di religione musulmana sunnita (92% della popolazione) su una area di circa 45 km quadrati ed è suddivisa in cinque quartieri (Rimal, Sheikh Radwan, Al Shati, Kuba e Zeitun). Sovrastata dal Tel (collina) al Muntar, comprende 13 Distretti ed è gemellata con sei città di varie Nazioni (Portogallo, Spagna, Francia, Norvegia, Italia con Torino 1999).
La capitale della Striscia
Annovera un porto peschereccio, quattro Università (Al Azhar, Al Quds, Al Aqsa e l’islamica), un teatro, due musei (di cui uno etnico archeologico), un Centro culturale arabo (Rashad Shawa) e uno francese, l’”Arts and Craft Village” per bambini, un grande stadio ( 10.000 posti) e cinque ospedali (Al Shifa “La cura” policlinico il più importante, Al Quds episcopale, Al Ahli arabo, Al Durrah specialistico e Al Awda ove opera “Médecin sans Frontière”. Luoghi di interesse sono cinque Moschee (fra le quali la Grande e quella di Sayed al Hashim), il “Magam (Santuario) di Ali al Muntar, la villa mamelucca di Qasr al Basha, le sette porte della Città vecchia e la Qissairya (mercato dell’oro). Sono presenti industrie tessili, di materiali da costruzione, di prodotti alimentari ( olio, datteri, agrumi) e soprattutto ittici. L’attività sportiva è praticata prevalentemente nel calcio e nell’atletica. Gaza City è riconosciuta (ma non ammessa) dal C.I.O. (Comitato Olimpico Internazionale) ed è la capitale della”Striscia” omonima.
365 kmq abitati da oltre 2 milioni di persone
La “Striscia di Gaza” è una area costiera situata nel nord della Penisola del Sinai, di circa 365 km quadrati, lunga 40 km e larga 10 , confinante a sud con l’Egitto, a ovest con il Mar Mediterraneo a est e a ovest con Israele. Geopoliticamente costituisce la minore delle due regioni (Cisgiordania e Striscia) che formano l’ odierno Stato di Palestina. Abitata da 2.165.000 individui di religione musulmana sunnita è una zona fra le più popolate al mondo ( densità oltre 4.000 abitanti/ km quadrato – Italia 196 abitanti/ km quadrato). E’ suddivisa in otto Quartieri (Beit Lahia, Beit Hanoun, Jabalia, City, Deir al Balah, Khan Yunis e Rafah). Sei “check points” (attraversamenti) mettono in contatto la Striscia con gli Stati confinanti, due (Rafah e Kerem) con l’Egitto e quattro (Erez, Nahal Oz, Karni e Sufa) con Israele. Un settimo attraversamento (Kissufim) con lo Stato ebraico venne chiuso da quest’ultimo nel 2005. Le città principali sono (oltre alle otto che corrispondono agli otto Quartieri) Bani Suheila e Az Zawayda. Capitale della Striscia è Gaza City.
Tra le più alte densità di popolazione al mondo
A 4 km dal suo centro si trova il porto peschereccio mentre l’Aereoporto Internazionale “Yasser Arafat” che era stato costruito nel 1998 nella Striscia a 40 km a sud della capitale è stato distrutto da Israele nel 2002. L’economia, il commercio, il turismo,la cultura e le attività sportive sono pressochè totalmente concentrate nella capitale. Il tasso di disoccupazione generale nella Striscia raggiunge il 45% della popolazione. Il sottosuolo della Striscia è solcato da tunnel che erano stati costruiti negli anni Ottanta per consentire l’ingresso illegale di materiali dall’Egitto eludendo i controlli che, in superficie, erano effettuati dagli israeliani. Successivamente, dal 2007, il Movimento di resistenza palestinese “HAMAS” costruì una grandiosa rete sotterranea di oltre 1000 gallerie che partivano dall’Egitto e si diramavano per una lunghezza complessiva di centinaia di kilometri sotto tutta la Striscia (“Metropolitana di Gaza”). Lo scopo di HAMAS era quello di accumularvi armi e beni di prima necessità che avrebbero permesso attacchi di sorpresa verso il territorio israeliano, rifugio per i militanti e detenzione di prigionieri. Si tratta di cunicoli larghi 1,5 metri e alti 2, scavati sino alla profondità di 10 metri dalla superficie, con volta e pareti di mattoni e cemento.
Hamas e la rete sotterranea multifunzione
L’accesso è consentito dallo esterno mediante tombini, porte nascoste sotto la sabbia, o attraverso abitazioni compiacenti. I materiali vi vengono introdotti e smistati con sistemi di carrucole e la sopravvivenza in essi è assicurata da canali di ventilazione, linee telefoniche ed elettriche. Israele ha tentato dal 1996 di neutralizzarle isolando in superficie tutto il territorio della Striscia con una recinzione lunga 65 km formata da pali e filo spinato e una “zona cuscinetto” deserta di 250 metri attorno a questa. L’accesso alla Striscia era consentito, in superficie, da tre punti di attraversamento nella recinzione (Erez a nord verso Israele, Rafah a sud verso l’Egitto e Karni a est verso la Cisgiodania). Nel 2008 la recinzione in fili spinati è stata sostituita da un muro in mattoni e cemento alto 6 metri e profondo nel suolo per 10 metri. Tra il 2016 e il 2021 tutto il muro è stato rafforzato con ferro e acciaio, fornito di sensori e telecamere e vi sono state installate torrette di osservazione con militari armati.
Cemento, ferro, acciaio per separare Ebrei e Palestinesi
Dal punto di vista politico/amministrativo la Striscia fa parte della Repubblica semipresidenziale palestinese con Mahamud Abbas (alias Abu Mazen) Presidente e Mahammed Sayed Capo del Governo ( contestati, dal 2006 , da HAMAS che vi nominò Aziz Duwaik come Presidente e Isma’il Hanijek come Capo del Governo). Dal 2012 la Striscia è stata riconosciuta dall’O.N.U. come parte costituente dello Stato di Palestina.
Storicamente la Striscia era appartenuta, dal 3000 a.C. , agli Egizi, cui seguirono i Filistei (1100 a.C.) che ne fecero parte della loro Pentapoli ( con Gat, Ascalona, Ekron e Ashdod). Subentrarono i Babilonesi (586 a.C.) e poi i Persiani (539/331 a.C.). Nel 332 vi giunse Alessandro Magno e alfine i Romani con Pompeo (63 d.C.) Dopo un periodo di dominio bizantino (313/636 d.C.) l’occuparono gli arabi Rashidun che ne vennero scacciati dai Crociati nel 1099. Sconfitti questi ultimi nel 1291, la Striscia tornò in mano araba (Impero ottomano) e vi rimase sino alla fine della Prima Guerra mondiale (1918).
La questione palestinese ci rincorre da oltre un secolo
Con la Conferenza di Sanremo (1920) la Società delle Nazioni stabilì che la Striscia fosse associata alla Cisgiordania a formare la Palestina e che fosse affidata come “Mandato” alla Gran Bretagna. Come tale restò sino al 1946 ( fine della Seconda Guerra mondiale) allorchè l’U.N.S.C.O.P. (United Nations Speciali Committe for Palestine) stabilì la partizione della Palestina in due Zone, una (Cisgiord ania e Striscia) affidata a uno Stato arabo (Egitto) e l’altra (Zona costiera tra Haifa a nord e il deserto del Negev a sud) a uno stato ebraico (Israele) sotto Mandato delle stesse Nazioni Unite). Il 14/5/1948 Ben Gurion dichiarò la nascita dello Stato di Israele e questa dichiarazione spinse quattro Stati arabi (Egitto, Siria, Iraq e Libano) a dichiarargli guerra (Prima guerra arabo/israeliana). Essa si concluse un anno dopo con la conferma delle decisioni previste dalle N.U. nel 1946. Una Seconda guerra arabo/israeliana (1956) non portò a modificazioni territoriali nella Striscia.
Il ruolo fondamentale dell’Egitto
Conseguentemente l’Egitto ne mantenne l’occupazione sino al 1968 allorchè fu costretto a cederla a Israele a seguito della sconfitta subita nella “Guerra dei sei giorni” ( Terza guerra arabo/israeliana). Nel frattempo (1964) era stata fondata ad Algeri l’O.L.P. (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e il suo Presidente Yasser Arafat proclamò la nascita dello Stato di Palestina IL 15/11/1988. Nel 1973 scoppiò una nuova guerra fra arabi e israeliani (“Guerra del Kippur”, Quarta guerra arabo/israeliana scatenata dall’Egitto nel giorno sacro alla religione ebraica) che si concluse nel giro di pochi giorni con l’intervento dell’O.N.U. senza, al momento, modificazioni a carico della Striscia. A seguito di intese diplomatiche intercorse il 13/9/1993 tra il Governo israeliano (Presidente Ytzak Rabin) e l’O.L.P. (Presidente Yasser Arafat) alla presenza di quello degli Stati Uniti Bill Clinton, si giunse alla formazione (1994) dell’ A.N.P. (Autorità Nazionale Palestinese) Organismo politico di autogoverno sui territori della Palestina ( Presidente Mahamud Abbas) e alla dissoluzione dell’O.L.P. Conseguentemente, l’esercito israeliano che occupava la Striscia dal 1948 la lasciò nel 2005, mantenendone peraltro il controllo politico ed economico tramite i sei “ check points” aperti verso Egitto e Israele.
L’arrivo dei terroristi “difensori” della popolazione palestinese
L’anno dopo, elezioni popolari effettuate nello Stato palestinese diedero la vittoria a l Movimento HAMAS che prevalse su quello governativo “AL FATAH” , Organizzazione politico paramilitare dell’A.N.P.. Fra le due fazioni cominciarono a verificarsi tensioni e scontri che culminarono nel 2007 con la “Battaglia di Gaza”, vinta dalle “Brigate Ezzedin Al Qassam”, braccio armato di HAMAS, che occuparono tutta la Striscia. Dal 2008 ebbero inizio ripetuti attacchi delle Brigate di HAMAS contro il confinante territorio di Israele ai quali questi rispose con le Operazioni “Inverno caldo” ( febbraio 2008), “Piombo fuso” (dicembre 2008), “Colonna di nuvole” (dicembre 2012), e “Confine protettivo” (agosto 2014). Altri scontri avvennero dal maggio 2022 con la messa in campo per la prima volta, di droni, razzi e missili (“Arrow 4”, “ AGM 142” e “ “Barak” israeliani e “Qassam” ,”R 160” e “A 120” palestinesi) con centinaia di morti civili da ambo i lati. Nel 2013 il Presidente dell’A.N.P. Abu Mazen decretò l’abolizione di tale denominazione sostituendola a tutti gli effetti con quella di Stato di Palestina riconosciuta dall’O.N.U.
Un attacco inaspettato…?
Lo stato di guerra non dichiarato fra HAMAS e Israele si protrasse sino al 7/10/2023 quando HAMAS scatenò un violento attacco proditorio sul territorio israeliano provocando una strage di giovani. Otto giorni dopo piovvero sul nord di Israele missili provenienti dal Libano, lanciativi dai militanti nel gruppo islamista antisemita HEZBOLLAH. Il Governo israeliano ha annunciato una durissima risposta a questi attacchi e , in questa situazione, la minaccia di una escalation militare del conflitto (anche oltre il contesto locale) è drammaticamente possibile.
Gustavo Ottolenghi