Per festeggiare i 200 anni dell’immortale sonetto di Giacomo Leopardi L’Infinito si sono riuniti migliaia di studenti e di cittadini nelle piazze, nelle strade, negli istituti scolastici per unirsi idealmente – il 28 maggio – a quanti celebravano la ricorrenza nella piazzuola “Sabato del Villaggio” a Recanati, nelle Marche.
Qui oltre 2.800 ragazzi, alla presenza del Ministro Marco Bussetti e di Olimpia Leopardi, hanno recitato tutti insieme alcuni dei versi più conosciuti e amati della letteratura italiana.
Il testo originale de L’INFINITO era conservato, insieme ad altri 27 manoscritti di Leopardi, nel museo di Visco (nel cuore dei Monti Sibillini), ma a causa di un terremoto, l’insieme degli autografi è stato provvisoriamente trasferito nel museo di Bologna.
Nel secondo centenario dell’idillio composto da Leopardi (1798-1837) appare doveroso riprodurre il testo, così splendidamente proteso verso l’eterno e l’universale.
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Bruno Segre