Cambiano i protagonisti, ma non il copione. La discussione tra programmi, così come offline, si conferma la grande assente anche online. Nella personalizzazione della politica, i gruppi parlano per bocca solo del leader. E al centro del discorso c’è la caccia al voto. Per che cosa e su che cosa, appunto, è molto meno chiaro.
Forza Italia punta ancora sul Cavaliere che, malgrado i recenti problemi di salute, risulta essere il volto del partito. Con un Antonio Tajani defilato, infatti, i forzisti insistono sulla necessità di creare un sovranismo europeo, al fine di combattere gli accordi con l’Oriente. Questa visione eurocentrica nasce dalla critica agli accordi presi dall’attuale Governo con Cina e Russia.
Il Movimento 5 stelle, invece, sfrutta i successi raggiunti “in casa” per promuovere la sua campagna internazionale. L’accordo con la Cina, il taglio dei vitalizi, e la nuova norma sui rider fanno da padrone, senza dimenticare il suo cavallo di battaglia: il reddito di cittadinanza. Ma anche in questo caso, la campagna elettorale si concentra più sulla presentazione dei candidati piuttosto che sulla descrizione del programma.
Il Partito Democratico continua a restare in sordina e, paradossalmente, anche i Verdi che non riescono a sfruttare lo slancio ambientalista spinto dai Friday for Future. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non mancano di provare ad appropriarsi degli spazi “Green & Eco”: il primo appoggia le parole della giovane Greta Thunberg e ne riprende l’arrivo in Italia, ribadendo l’impegno programmatico in ambito ambientale per le imminenti elezioni europee:
il secondo rivendica la concretezza dei propri risultati legislativi, ma non menziona la giovane attivista svedese
Tanta Italia e poca Europa è un po’ lo slogan che si ripete dall’inizio di questa campagna e anche i dati sull’andamento economico del Paese sono presi a pretesto per la corsa verso l’Europarlamento. L’argomento entra come giudizio contro l’esecutivo nazionale: lo sollevano Forza Italia e Pd.
Sull’altro fronte, il M5S focalizza l’attenzione sulla corruzione attaccando i “dem” per lo scandalo sanità in Umbria. Di Maio afferma che il Movimento 5 Stelle presenterà una proposta di legge per impedire che la sanità resti in mano ai partiti.
Non mancano i riferimenti ai fatti di cronaca, Forza Italia si concentra sugli ultimi avvenimenti di Foggia dove il maresciallo Di Gennaro è stato ucciso per vendetta da un pregiudicato, esprime la sua vicinanza alla famiglia del carabiniere e sostegno al collega rimasto ferito. Rilancia la proposta di Tajani di intitolare una via a Di Gennaro, compito di cui si farà carico la capogruppo di zona di FI Rosa Caposiena.
Una battaglia senza sconti
Nella classifica speciale dei contenuti con maggior engagement per ciascun partito, si dimostra anche questa settimana come non esista una ricetta “acchiappalike”.
I partiti raggiungono picchi di coinvolgimento dei propri follower con immagini e grafiche sugli argomenti più disparati:
Il M5s realizza una performance al di sopra delle aspettative con il proprio post sulla crescita industriale: il +0,9% nella produzione registrato a Febbraio segnala 15mila like e oltre 30mila condivisioni, a fronte di una pagina che conta 1milione e 346mila followers.
Legato a Salvini è il maggior successo via Facebook della pagina del PD, arrivata a 303mila utenti interessati. Nel post ritraente l’attuale ministro dell’interno, viene riportata una sua citazione di disprezzo su Ilaria Cucchi: circa 4mila reactions e 2600 condivisioni per questo post, arrivato il giorno delle dichiarazioni del Carabiniere Francesco Tedesco, che hanno rotto il muro di omertà creatosi tra le forze dell’ordine coinvolte nella vicenda negli ultimi 9 anni.
Il partito dei Verdi, sebbene viaggi su previsioni sondaggistiche ben lontane da quelle fatte registrare in Germania, raccoglie nella propria community Facebook oltre 30 mila persone, le quali hanno mostrato nel mese di aprile particolare interesse e condivisione per un post del Corriere.it incentrato su una marcia degli indios brasiliani per rivendicare i diritti sulla propria terra.
È assodato che tra il partito di Silvio Berlusconi e il Movimento 5 stelle non scorra buon sangue: ne sono una riprova la pubblicazione e le successive ricondivisioni e apprezzamenti ricevuti dal post “è finita la pacchia” pubblicata dalla pagina ufficiale di Forza Italia (forte di una fan base di 200mila utenti), che associa il volto di un Luigi di Maio pensieroso alla conclamata crisi nei sondaggi del M5S.
Giuseppe Tipaldo e i tre team di Quaerys