Senza giri di parole dico subito che non ho dedicato un secondo della mia vita a pensare all’esistenza di Jovanotti. Le sue canzoni che inavvertitamente da anni mi è capitato di sentire, non mi hanno lasciato traccia positiva o negativa. Assolutamente niente. Mi auguro non sia considerata una colpa.
Questa considerazione non mi esonera, però, dal rispetto assoluto che nutro per ciò che non mi interessa, anzi, tanto di cappello per il lavoro artistico di Jovanotti. Se raduna attorno a sé migliaia di giovani (e meno giovani) eccitati, un motivo ci sarà e questo motivo va rispettato senza nessun sì, però…
A prescindere dai gusti personali, colui che grazie al proprio talento crea economia e distribuisce lavoro attorno a sé, merita anche un tappetto rosso. E se, oltre al proprio meritato guadagno finanziario, porta in giro un’idea dedicata al bene dell’ambiente, direi è al top della sua missione come uomo e come artista.
I mega raduni nelle spiagge di Jovanotti scatenano polemiche
Avevo appena scritto che non mi sono mai interessato dell’esistenza di Jovanotti e adesso ne sto scrivendo, perché? Perché è letteralmente impossibile, in questi giorni, anche senza volerlo, non incappare in tutta la polemica scatenata dai suoi mega raduni nelle spiagge.
Jovanotti ambientalista, dicevo, dedito alla salvezza di un bene comune. Accidenti, lo ammetto, qui sono andato in totale confusione, forse i fatti recenti, a dir poco contraddittori, mi suggeriscono un’altra lettura. Prima, però, vorrei fermarmi sul simbolo che racconta e sintetizza tutte le problematiche emerse dell’intero Tour Jova Beach; il Lido di Fermo. Jovanotti afferma che le spiagge attraversate dal suo tour torneranno più belle di prima. Fantastico, ma dopo il concerto, sempre a Fermo di tre anni fa, ci sono voluti ben tre anni (non due settimane) di opere di restauro ambientale per tornare alla situazione precedente quel primo concerto. I conti sono presto fatti.
Un tour devastante
Se dopo il passaggio della carovana Jova ci vogliono tre anni di restauro ambientale, allora ammetterai, Jovanotti, che un bel po’ di devastazione è stata fatta, giusto? GIUSTO? Che bisogno abbiamo per migliorare le cose di devastarle prima? Questo è un bel problemino al quale, qualcuno degli interessati, sponsor compresi, dovrebbe rispondere. Orbene, in questi tre anni post-concerto è stato vietato nel sito di Fermo perfino il calpestio umano e dei cani. Insomma, massimo rispetto per quell’habitat (e forse un grande senso di colpa da parte dell’amministrazione). Infatti l’ordinanza del Sindaco del 12 maggio rinnova la necessità di porre sotto la massima tutela quel litorale.
Il 17 maggio ATTENZIONE! Ben 5 giorni dopo, contrordine compagni. Il Sindaco da’ il permesso per riproporre la devastazione col calpestio di almeno 35.000 persone! Ovviamente con l’impegno di Jovanotti e del suo staff di riportare la spiaggia a una condizione migliore di prima, insomma, la solita litania imparata a memoria. Non è uno scherzo, e non siamo in un film di Cettolaqualunque di Albanese, è tutto vero! Ah! Quando si dice la realtà supera le nefandezze della fiction.
Decibel e Fratino. Chi conta di più?
Non voglio elencare tutte le criticità, oltre allo sbancamento delle dune, i decibel micidiali che terranno compagnia a tutte le specie animali che vi abitano. E, per favore, basta col Fratino che, diciamo la verità una volta per tutte, non importa a nessuno. Secondo voi contano più 35.000 persone festanti o 10 uccellini che nessuno conosceva con quel nome? Andiamo, basta ipocrisia, siamo allo sfascio totale della credibilità dell’amministrazione, e la credibilità del cantante? Proprio qui vorrei dare un’altra lettura al comportamento/pensiero del protagonista.
Jovanotti è un genio, non sto scherzando
Chi riuscirebbe a convincerti per la seconda volta che il suo concerto non farà nessun danno, anzi!, se non un genio? Genio del bene o del male sta a voi deciderlo. Solo un genio che difende l’ambiente può elencare tra i suoi sponsor La Fileni, industria di allevamenti intensivi di polli col suo bell’impatto ambientale. Questo cantante ha un tale potere di persuasione che potrebbe, se ne fosse il presidente, far sponsorizzare l’AVIS da Dracula e tutto sembrerebbe normale.
Ma anche i geni qualche fesseria la possono commettere. Accusare coloro che osano sottolineare certe contraddizioni emerse dal suo tour, direi più che lecite, apostrofandoli da ECONAZISTI!
È stato davvero pesante, siamo entrati nel territorio dell’imponderabile isteria. Allora gli econazisti avrebbero tutto il diritto di soprannominare il cantante JOVATTILA (per i più giovani dove passava Attila, il Re degli Unni, non cresceva più l’erba).
Dove passa lui non cresce più l’erba…
Un genio, dicevo, perché tra le righe del suo pensiero vi leggo (ma questa è solo una mia modesta considerazione) posso fare quello che voglio e vi faccio bere tutto quello che voglio. Giovani! (qui arriva il pezzo forte e positivo del suo pensiero) svegliatevi! Ragionate con la vostra testa! Andiamo, vi sto mettendo alla prova, sto sacrificando la mia immagine, mi sto crocifiggendo per voi, perché finalmente possiate aprire gli occhi! Cosa siete diventati? Cosa non fareste per un pomeriggio e una notte di divertimento? Ancora non avete capito che la mia è una più che evidente provocazione? Non vi basta la spiaggia di Fermo tre anni fuori uso e voi credete ancora a quello che vi dico? Esiste o no in voi un senso critico?
Questo mi parrebbe non solo il pensiero di un genio ma di un santo.
A questo punto i giovani pensanti potrebbero prendere il messaggio e farne tesoro dimostrando di avere una coscienza sincera verso i problemi ambientali. Immaginate davanti al gigantesco palco solo alcune centinaia di persone, questo sarebbe il vero successo del tour, ecco una generazione a cui dare fiducia.
Eppure sembrava che le radunate oceaniche di Greta Thunberg stessero dando risultati che ci riempivano di speranza, dove sono finiti quei giovani?
Ah già! Molti sono sotto il palco di JOVATTILA.
Salvatore Garau