(STATI UNITI) – Yale. Stanford. USC. University of Texas.  La crème de la crème delle università a stelle e strisce è da oltre un mese coinvolta in uno scandalo le cui dimensioni non fanno che crescere, e che hanno coinvolto non solo genitori, studenti, e funzionari universitari, ma anche persone conosciute e di rilievo come le attrici Lori Loughlin (Fuller House) e Felicity Huffman (Desperate Housewives).

Da un indagine condotta dall’FBI sotto l’egida del Dipartimento della Giustizia Federale, sezione di Boston, sono scattati una quarantina di ordini di cattura ed avvisi di garanzia per frode ed associazione di stampo mafioso nei confronti di funzionari universitari e genitori.  L’accusa è di aver raggirato il processo di selezione universitaria (per tradizione rigidissimo negli USA) pagando terzi per sostenere gli esami di ammissione (SAT e ACT) per conto dei figli, e pagando gli allenatori di squadre universitarie (calcio, voga) per far ammettere all’università i figli, non qualificati ma ammissibili quali “atleti universitari” anche se mai avevano toccato un pallone o fatto voga, tantomeno a livello agonistico.

Diversi accusati hanno già patteggiato e sono stati condannati ad una media di due anni di reclusione, uno “sconto” importante visto che alcuni rischiavano fino a vent’anni.  A livello amministrativo, le varie università stanno decidendo se e quando revocare le lauree di studenti già laureati (ma ammessi anni fa illecitamente).  Vi sarà poi da valutare da parte dei vari organi professionali, se radiare dall’albo avvocati, medici, commercialisti, dentisti ed altri ammessi all’albo in forza di lauree da loro conseguite grazie ad ammissioni universitarie fraudolente.  Chiaramente, una valanga che rischia di colpire centinaia di persone e famiglie in tutti gli Stati Uniti, e qualcuno anche all’estero.

La notizia ha scosso le fondamenta del sistema meritocratico americano.  Il concetto di “fair play” e di pari opportunità nelle università e nella società in generale, sul quale tutti noi ci basiamo, e nel quale abbiamo fiducia, si è incrinato.  Il valore stesso delle lauree conseguite nelle università toccate dallo scandalo si è ridotto (e sono già iniziate le prime class actions).  La cultura della università intesa come trampolino di lancio uguale per tutti è quantomeno sbiadita.  L’innocenza della nazione è colpita.  Ci si augura che, in stile americano, le università facciano piazza pulita, ed attuino un miglior sistema di controllo.  Vedremo.

Antonio Valla

Con questo articolo inizia la sua collaborazione con L’Incontro Antonio Valla, nostro corrispondente dagli Stati Uniti.

Antonio Valla

Nato a Milano e formatosi tra l’Italia e la California, ha fondato nel 2009 la Valla Morrison & Shachne, dopo aver creato la Gilliss Valla e Dalsin, LLP nel 1994. Specializzato in casi di contenzioso...

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