È passato un anno da quando, il 31 gennaio 2022, salutavo i lettori con un editoriale che annunciava la mia nomina a direttore responsabile de L’Incontro. Un incarico prestigioso, che ho assunto con entusiasmo e per il quale ringrazio ancora l’editore. Tre i principali obiettivi che mi ero proposto.
Il primo era che la nostra testata non fosse una sorta di Facebook dove tutti scrivessero di tutto. Per questo, alla fine della primavera scorsa, abbiamo messo a punto un piano editoriale che, per semplicità, riassumo per sommi capi in modo non esaustivo. I temi portanti de L’Incontro sono i diritti (compreso quello che attiene al patrimonio artistico-culturale, che la Convenzione di Faro, nel 2005 ha assimilato appunto a un diritto umano) e le tre sostenibilità indicate dall’Agenda 2030, ambientale,sociale ed economica. A questi va aggiunto la “storia”, argomento che nei suoi oltre 70 anni di vita ha sempre rappresentato un fiore all’occhiello per il nostro giornale. Come in molte testate, comunque, abbiamo mantenuto una sezione, “Punti di vista”, dove i nostri blogger godono di maggiore autonomia nella scelta degli argomenti.
Il secondo step era più delicato. Il punto di forza de L’Incontro, come dice il nome stesso, è il confronto tra punti di vista diversi. Aspetto che mi ha molto affascinato. Detto così sembra semplice e difficilmente contestabile. Invece dietro ci sta una querelle irrisolta: deve prevalere il diritto alla libertà di espressione di chiunque, oppure ci sono “verità” incontestabili, autentici tabù, che nessuno può mettere in discussione?
A mio avviso dipende dai casi, anche se provo di solito un certo fastidio quando sento parlare di reati di opinione. Ho cercato così di accogliere anche articoli divergenti rispetto al pensiero unico che i media mainstream cercano di imporre, con sempre maggior vigore, in un numero crescente di situazioni. Questo ha causato a volte polemiche e le mie scelte sono state criticate. Il che, lo ammetto, mi ha dato soddisfazione perché, come scriveva il grande Montanelli “un giornale che non fa arrabbiare nessuno non è un giornale”.
Il terzo punto era quello di accrescere il numero di “firme” e di coinvolgere maggiormente le generazioni più giovani. Qui, qualche passo è stato fatto, anche se forse troppo timido: si possono contare una ventina di autori che nel 2022 hanno debuttato su L’Incontro e tra questi si annoverano anche rappresentanti di organizzazioni giovanili. Tanto che (anche se non solo grazie ai nuovi entrati) il numero di articoli pubblicati nel 2022 è stato circa il doppio rispetto al 2021. La strada però è ancora lunga. Confido di allargare ancora di più i nostri autori e di incrementare il rapporto con i Millenials e la Z generation. Per concludere, ringrazio i lettori che ci hanno seguito sempre più numerosi. Non si tratta di un’espressione retorica: nel gennaio di quest’anno gli utenti mensili sono 3-4 volte più numerosi rispetto a un anno fa.