Padre e figlio. Stesse iniziali: C.F.. Cesare, il padre, è la sintesi del manager automobilistico sportivo. Un pedigree da primato. Nessuno ha navigato, con altrettanti successi , tra Rally, F1, Motonautica ed Endurance , come Cesare Fiorio. Cristiano, il figlio , è oggi Manager della F1 Alfa Romeo , dopo essere stato Manager pubblicitario , sempre nel gruppo Stellantis.
Le auto e i motori come sintesi della loro vita, sintesi di una genealogia che parte dal nonno Sandro, che fu capo ufficio stampa Lancia, con tutto quello che significava comunicare un Brand italiano nel suo periodo migliore (Lancia era la seconda casa nella classifica italiana delle vendite con oltre il 10%). Vite intrecciate con le auto, la fabbrica, le competizioni, la comunicazione. Come li intervisti, ti chiedi ? Ma…forse sportivamente, con uno slalom parallelo, con porte facili e altre più scomode.
1 – La vostra prima auto
Cesare
E’ stata una TR 2 ( Triumph Roadster 2 ) dalla quale ho appreso il controllo e come condurre un’auto così’ potente e “ballerina”.
Cristiano
Una Uno 45 Fire. Mi ricordo bene, l’ho amata anche se non andava molto forte. Per anni io avevo avuto un’apecar super truccata, che andava fortissimo, che poi mi rubarono. La Uno mi è rimasta nel cuore. Qualche anno dopo ho guidato la Uno turbo, è quella si che era un…missile.
2 – Quel viaggio insieme, quella volta che…
Cesare
Un lungo viaggio da Torino a Brisighella, perchè Antonio Giovinazzi doveva ricevere un premio, Cristiano doveva partecipare come Alfa Romeo ed io ero invitato in quanto uno dei supporter sia del premio Bandini sia di Antonio. E’ stato un viaggio molto tranquillo, ma intenso perchè abbiamo avuto modo di stare insieme per molte ore e parlare, cosa che di recente ci capita spesso per telefono e meno dal vivo, vivendo io in Puglia. Un bel momento di confronto su tanti temi.
Cristiano
Ricordo bene quando avevo circa 12 anni, mio padre ci portava a Cervinia e per insegnarci a guidare ci prendeva in grembo, e ci lasciava guidare con la sua assistenza, ovviamente. Altri tempi, oggi non si fa più per strada, ma nella stradina di casa io lo faccio con mio figlio…Cesare jr !
3 – La sua strada del cuore. C’è una strada che amate percorrere ?
Cesare
La strada che a Torino porta da Corso Fiume a casa nostra in strada Val Pattonera. Non la faccio più da anni, ma mi resta nel cuore.
Cristiano
La stessa strada. La potrei fare ad occhi chiusi. Conosco ogni sasso, pietra, curva, pianta e ogni tanto la sera tardi è bella da fare in guida sportiva…sempre con attenzione però!
4 – Chi invitereste a cena tra i rallysti e i piloti di F1 di ieri e di oggi ?
Cesare
Tra i rallisti di ieri e di oggi, quello più simpatico che sapeva intrattenerti e farti divertire era Yves Loubet. Uno specialista della Corsica, un vero signore ma uno spericolato in tutto ciò che faceva. Ricordo con lui di essermi divertito e spaventato non poco sia in auto che in elicottero, che pilotava come un’auto da rally…
Cristiano
Farei un invito a due piloti, uno di oggi ed uno di ieri. Per oggi, Antonio Giovinazzi, un ragazzo straordinario. Antonio è simpatico, umile, forte, ed una persona di grande spessore, oltre che un amico! Poi Villeneuve. Era un ribelle, ma simpaticissimo. L’anno prima di vincere il mondiale proposi a Marco Boglione, Presidente della Basicnet, di sponsorizzarlo come Robe dii Kappa. Fu il mio primo grande lavoro come agenzia e diventammo amici.
5 – Il viaggio che vorreste fare insieme e che non avete ancora fatto
Cesare
Con Cristiano andiamo molto d’accordo e sicuramente ci piacerebbe programmare un bel viaggio insieme, ma purtroppo i reciproci impegni ci impediscono di trovare il tempo per una cosa così’ bella, ma mi piacerebbe tornare a prendere una bella barca a vela insieme a lui e farci qualche giorno veleggiando e parlando delle sfide che lui sta affrontando.
Cristiano
Mi piacerebbe che lui fosse il capitano di una barca (che non ho), e insieme a lui e alla mia famiglia, vorrei girare il mondo. Un sogno per ora…poi chissà.
6 – La vittoria più bella della sua storia professionale, o anche due…oggi magari ce lo può dire…
Cesare
La vittoria più’ bella é stata per me il record, tutt’ora imbattuto del Nastro Azzurro dell’Atlantico da New York al Canale inglese perché’ avevo la doppia responsabilità’ del progetto ed il pilotaggio della nave. Però’ se devo dire, la vittoria del ‘72 al Rally di Montecarlo dell’equipaggio Munari-Mannucci, davanti a macchine ben piu’ performanti della loro Fulvia, mi ha dato e mi da ancora oggi, una grande emozione.
6 – La vittoria più bella di tuo padre, vista da figlio invece…
Cristiano
Guarda, forse è retorica, ma averlo visto riprendersi così dopo un incidente in bici di pochi anni fa , dove fu costretto in coma per 15 giorni, è la vittoria più recente e quella più importante per me. Ma se guardo a quelle della sua carriera, quella che ho sentito di più, forse perchè ero più grande, fu quella della conquista del Nastro Azzurro. Momento che ho vissuto quasi dal vivo. Il Destriero, appena conquistato il Nastro Azzurro passando il faro di Bishop Rock alle Shilly Island in UK, fece rotta per la Sardegna. Ma a Gibilterra, mentre tornava in patria da trionfatori, salì un 15° uomo a bordo della nave…ed ero io.. Festeggiai con mio papà li, da vicino, in sala comando. Ebbi l’onore e la fortuna di vivere quei momenti dove l’Italia tutta applaudiva mio padre, accanto a lui e ricordo ogni istante. Non dimenticherò mai la felicità di papà, la sua fierezza ed il suo temperamento. Mentre stavano arrivando in porto mi disse, ora sono pronto per la prossima sfida. Questa mentalità è la sua eredità.
7 – Quella volta che Senna le disse…
Cesare
I contatti con Senna erano tutti super segreti. Ma un giorno, a casa sua, dove avevamo discusso per due giorni solo io e lui di tutti i particolari del futuro contratto con la Ferrari, lui mi strinse la mano e mi disse “Facciamolo, io ora sono contento”. Era stabilito tutto, anche il compagno di squadra, ma poi le cose non andarono come avevamo deciso, e Senna alla Ferrari non arrivò mai…il resto è scritto sul mio libro
7 – Quella volta che Marchionne ti disse…
Cristiano
“Fiorio, lei fa parte della famiglia ora” …era alla fine del primo colloquio durato 90 minuti….quello che poi determinò la mia assunzione. Minuti che ricorderò sempre!
Eraldo Mussa