Elon Musk non è più l’uomo più ricco del pianeta, è stato infatti sorpassato da Bernard Arnault il boss del Gruppo LVMH proprietario dei maggiori gruppi della moda nel mondo. La notizia ha fatto rumore perché sono stati pochi i non americani ad arrivare in vetta. Una delle ragioni di questo “sorpasso” è la discesa dei valori dei titoli tecnologici nel corso del 2022. Musk è infatti il proprietario di Tesla, società quotata, che nel corso di quest’anno ha perso il 66% del suo valore, anche a causa dell’acquisizione da parte di Musk di Twitter con un esborso di 44 miliardi di dollari.

Titoli tecnologici penalizzati

Ma non è l’unico titolo del settore tecnologico ad essere fortemente penalizzata dagli investitori. L’indice dei titoli tecnologici al Nasdaq ha perso circa il 30% nel corso del 2022. Certamente la crescita del tasso d’inflazione prima e il successivo aumento dei tassi d’interesse hanno contribuito a penalizzare in modo significativo i titoli azionari nel settore che più aveva attratto l’attenzione degli investitori. Ma se è vero che durante la pandemia, conseguente al Covid, è cresciuto l’uso del digitale perché tutti noi abbiamo ampliato il tempo dedicato all’online è altrettanto vero che molte aziende tecnologiche hanno sovrastimato la robustezza e la durata di questo trend. Molte aziende del settore tecnologico, anche quelle di maggiori dimensioni, nella Silicon Valley hanno recentemente annunciato ridimensionamenti.

Licenziamenti continui

Licenziamenti sono stati annunciati da Amazon, Groupon, Uber, Lift, Strype; il solo gruppo Meta di Mark Zuckerberg (che comprende Facebook, Instagram e WhatsApp, con il flop del progetto Metaverso ) ha annunciato 11.000 licenziamenti. Ma per avere un dato complessivo basta consultare il sito layoffs.fyt che segnala che da inizio anno sono stati licenziati 152.000 lavoratori nel settore tecnologico. In proposito può essere interessante confrontare quanto sta accadendo ora con quanto è accaduto nei primi anni 2000 con la bolla internet. Se si guarda a quanto successo si rileva che lo sviluppo di internet ha contribuito e talvolta ha comportato sviluppi impensabili in aziende nel settore dell’e-commerce, dei digital media e anche nello sviluppo del software. Appare difficile oggi immaginare che gli stessi benefici possano derivare dalle attuali aziende tecnologiche che operano nel Metaverso, nel Web3 o nelle Crypto.

Il crollo del mondo Crypto basato sullo “schema Ponzi”

E’ innegabile che alcune delle aziende del settore tecnologico, in particolare nel fintech, nel car pooling e nella consegna di cibo a domicilio siano cresciute e sviluppate per effetto di ingenti capitali, poco costosi che erano in cerca di investimenti ed ora con un costo più elevato del debito e dell’equity faticano a finanziare le perdite che derivano da modelli di business basati sulla crescita. Vi è poi il crollo del mondo Crypto che ha messo a nudo modelli di business basati sul vecchio “schema Ponzi” e che ha bruciato in poco tempo ingenti quantità di denaro. Ma il settore tecnologico non è solo questo. Vi sono aziende come Microsoft, Apple e Alphabet che continuano ad essere dominanti e con elevati livelli di profittabilità. Vi è poi il comparto delle aziende che producono semiconduttori e quelle del mondo Cloud che esprimono livelli molto elevati di profittabilità.

Crescono le start up che operano nel settore dell’intelligenza artificiale

Vi sono infine tutti gli sviluppi legati all’intelligenza artificiale. OpenAI’s ChatGPT specializzato nella conversazione con un utente umano ed in grado di scrivere correttamente la bozza di un contratto, e Dall-E, un algoritmo di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da descrizioni testuali sono esempi di tecnologie che potrebbero comportare cambiamenti importanti nei modelli di business e nei livelli di produttività. La società di venture capitale Antler ha identificato più di 160 start up che operano nel settore dell’intelligenza artificiale con almeno 4 di queste che sono candidate a diventare degli unicorni.

Sequoia ha recentemente dichiarato che l’intelligenza artificiale ha il potenziale per generare triliardi di dollari di valore economico. Mi sembra quindi che vi siano buone ragioni per restare ottimisti sia sul settore tecnologico che sugli sviluppi economici che ne potranno derivare. Per la cronaca il settore della moda e del lusso è stato uno dei settori che è cresciuto maggiormente sui mercati borsistici nel corso del 2022.

Giovanni Maria Paviera

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