L’attuale situazione di conflitto tra lo Stato di Israele e le milizie palestinesi di Hamas rischia di compromettere la pace non solo fra alcuni Paesi arabi del Vicino Oriente e Israele, ma anche di destabilizzare i rapporti fra questi e le altre Nazioni che rispettivamente li appoggiano. Ricordiamo innanzitutto che H.A.M.A.S. (“Harakat al- Muqawama al-Jslamija”) è un movimento islamico sunnita fondamentalista di resistenza palestinese classificato come “organizzazione terroristica” dall’Unione Europea, dall’Organizzazione degli Stati Americani e da numerosi altri Paesi del mondo (fra cui U.S.A. e Regno Unito) mentre altri (fra cui Russia e Cina) e l’O.N.U. non lo considerano tale. Il conflitto fra alcuni Paesi arabi del Vicino Oriente e Israele ha una lunga storia, scandita da guerre, stragi, attentati, sabotaggi durati dall’inizio del XX Secolo sino a oggi. A questi si sono avvicendati, nel tempo, numerosi tentativi di appianamento delle relative cause tramite INCONTRI, ACCORDI, TREGUE, ARMISTIZI, TRATTATI, VERTIICI, INTESE, COMMISSONI, RISOLUZIONI e CONFERENZE INTERNAZIONALI terminati sinora pressochè totalmente senza esito positivo.

Può essere utile pertanto rammentare, sia pur per sommi capi, la storia dei principali di questi tentativi e le cause di loro fallimenti, per cercare di comprendere come si sia giunti alla situazione presente. Il primo importante tentativo risale alla Prima guerra mondiale, quando la Palestina faceva ancora parte dell’Impero ottomano. Nel giugno 1918 si erano incontrati a Londra per la prima volta l’Emiro della Mecca Faysal ibn Alì in rappresentanza del Regno arabo di Hedjaz, e Chaim Weizman, Presidente dell’Organizzazione sionista ebraica internazionale allo scopo di appianare le dispute in atto da tempo fra i popoli da loro rappresentati a proposito del dominio sulla Palestina. A seguito di tale INCONTRO (e di due altri successivi) si era giunti – nel contesto della “CONFERENZA di pace” di Parigi (gennaio 1919 / gennaio 1920) – a un abbozzo di ACCORDO tra i due popoli , teso a riconoscere reciprocamente in Palestina un insediamento ebraico e lo sviluppo di una Nazione araba sotto il Regno hashemita.

Successivamente, con gli ACCORDI di Sanremo (aprile 1920), le Potenze europee vincitrici della Seconda Guerra mondiale, avevano concordato che la Società delle Nazioni affidasse alla Gran Bretagna e alla Francia un “Mandato” di amministrazione sui territori del disciolto Impero ottomano. Alla Francia fu assegnato il Mandato sulla Siria e sul Libano e alla Gran Bretagna quello su Palestina, Transgiordania e Iraq. Nel 1936 una grande rivolta araba avvenne in Palestina contro il Mandato britannico e il Regno Unito predispose una COMMISSIONE sotto la presidenza del Lord William Peel che (luglio 1937) prospettò la partizione della Palestina in tre zone, una araba, una israeliana e una (Gerusalemme) sotto amministrazione britannica che sarebbe durata sino alla formalizzazione internazionale della spartizione. Essa venne subito rifiutata dagli arabi e gli scontri continuarono nella Palestina anche durante la Seconda Guerra mondiale.

Alla fine di questo, l’O.N.U. (subentrata alla Società delle Nazioni nel giugno 1945) con la RISOLUZIONE 181 del 29/11/1947 istituì l’UNISCOP ( United Nations Special Commission for Palestine) che stabilì la partizione della Palestina sulla scorta di quanto era stato suggerito dalla Commissione Peel dieci anni prima. Anche questa Risoluzione fu rifiutata dagli arabi che proseguirono in scontri lungo le linee di confine prospettate. Il 14/5/1948, in concomitanza con il previsto ritiro dalla Palestina delle truppe britanniche mandatarie, il Presidente della Comunità ebraica in Palestina (“Yishuv”) Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato di Israele in conformità con quanto stabilito dall’UNISCOP. Immediatamente alcuni Stati arabi (Egitto, Siria, Libano) mossero in guerra aperta (Prima GUERRA arabo/israeliana 15/5/1948 – 20/7/1949) . Una prima TREGUA di questo conflitto fu proclamata

dall’ ONU l’11/6/1948 ma essa durò pochissimo sino all’8/7 quando fu rotta dagli egiziani. Una seconda TREGUA fu imposta ai contendenti il 18/7 dall’emissario dell’ONU conte Folke Bernadotte e durò sino al 15/10 allorchè fu rotta dagli israeliani. Una “COMMISSIONE di conciliazione”fra arabi e israeliani istituita dall’ONU con la RISOLUZIONE 194 del dicembre 1948, non approdò ad alcun risultato positivo. Solo le vittorie sul campo da parte israeliana portarono ,il 24/2/1949, al primo ARMISTIZIO fra Israele ed Egitto che stabiliva il ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati, assegnava a quest’ultimo la Striscia di Gaza e fissava una nuova linea di demarcazione fra i due Stati che rendeva lo Stato ebraico assai più esteso rispetto a quanto stabilito nella Risoluzione ONU 181 / 1947. A questo armistizio seguì (23/3/1949) quello tra Israele e Libano che fissò la “Linea blu” di confine fra di loro ; quello fra Israele e Giordania (3/4/1949) con mantenimento al Regno hashemita di Abdallah della Cisgiordania e di Gerusalemme est ; e quello fra Israele e Siria (20/7/1949) con il ritiro delle truppe israeliane da tutti i territori occupati.

Il 29/10/ 1956 a seguito dell’impedimento alle navi israeliane di passare attraverso il Canale di Suez operato con il blocco degli Stretti di Tiran dal Presidente egiziano Gamal Abd el Nasser, scoppiò la seconda GUERRA arabo/israeliana. Israele rispose immediatamente occupando militarmente la Striscia di Gaza e tutta la penisola dei Sinai e il Canale di Suez. In questa operazione Israele fu affiancato dalla Francia e dalla Gran Bretagna che vedevano compromessi i loro commerci tra il Medio Oriente e l’Europa. L’intervento congiunto degli Stati Uniti e dell’URSS sull’Assemblea dell’ONU, portò, il 9/11/1956, alla imposizione ai contendenti il “cessate il fuoco” prontamente attuato. Tale disposizione pose contestualmente fine al secondo conflitto arabo/israeliano e alla riapertura del Canale di Suez a tutte le Nazioni, sotto il controllo dell’ONU.

La terza GUERRA arabo/israeliana (“Guerra dei sei giorni”) ebbe inizio dieci anni dopo, il 5/6/1967, a seguito di una nuova chiusura del Canale di Suez alle navi israeliane ordinata dal Presidente Nasser il 22/5/1967 non appena l’ONU aveva lasciato, come previsto, il suo controllo all’inizio del mese. All’Egitto si erano affiancati la Siria e la Giordania con il supporto di Iraq, Libano e Arabia Saudita. La vittoria dell’esercito israeliano fu sorprendente: in sei giorni occupò tutto il Sinai egiziano col Canale di Suez, le alture del Golan siriano e la Cisgiordania, costringendo l’Egitto e i suoi alleati alla resa il 10/6/1967.

La cessazione ufficiale del fuoco venne stabilita il 27/11/1967 dal Consiglio di sicurezza dell’ONU con la RISOLUZIONE 242 /1967 con la quale veniva richiesta la sospensione del conflitto su tutti i fronti, il ritiro delle forze israeliane dai territori occupati, la libertà di navigazione nel Canale di Suez e la regolamentazione dei profughi palestinesi. Israele riaprì il Canale alla libera percorrenza ma mantenne il dominio del Sinai e delle Alture di Golan. I profughi palestinesi che erano riparati in Giordania, si organizzarono progressivamente in formazioni guerrigliere che minacciarono la destituzione del Re Husayn e la formazione di uno Stato islamico teocratico. Conseguentemente il sovrano hashemita ordinò, il 9/9/1970, che i guerriglieri venissero annientati e l’esercito regolare li sconfisse rapidamente causandone la morte di oltre 5.000 (“Settembre nero”) e costringendo i superstiti a riparare nel Libano.

La quarta GUERRA arabo/ israeliana (“Guerra del Kippur”) iniziò il 6/10/1973, giorno dell’”espiazione” (Kippur) il più sacro per la religione ebraica. Si svolse tra Israele (sostenuto dagli USA di Richard Nixon) e una coalizione tra Egitto e Siria (sostenuti da altri 14 Paesi arabi e dall’URSS). Dopo alterne vicende lungo il Canale di Suez e le alture di Golan conquistate in un primo tempo dagli arabi, la lotta terminò con una TREGUA imposta congiuntamente dalle due Superpotenze dopo che Israele aveva ripreso il controllo dei territori perduti. Le RISOLUZIONI dell’ONU 338, 339 e 340 del 22/10/1973 confermarono il cessate il fuoco e fu istituita una TREGUA approvata il 23/12/1973 dai contendenti nella successiva CONFERENZA di Ginevra (21/12/1973) alla presenza di Delegati di USA e URSS. In tale occasione venne stabilito il principio secondo il quale “la risoluzione dei contrasti fra le parti contendenti avrebbe dovuto avvenire sempre con mezzi pacifici” che venne poi sottoscritto da arabi e israeliani in un documento firmato il 4/9/1945. Queste importanti Risoluzioni costituirono la base degli ACCORDI di Camp David (residenza privata del Presidente degli USA) del 17/9/1978 tra il Presidente egiziano Anwar el Sadat e il Premier israeliano Menachem Begin alla presenza del Presidente USA Jimmy Carter.

Questi accordi sancirono il ritiro di Israele dal Sinai e, per la prima volta, il riconoscimento da parte dell’Egitto dello Stato di Israele. Tali decisioni vennero poi formalizzate nel TRATTATO di pace stipulato a Washington tra gli stessi firmatari il 26/3/1979. Una CONFERENZA si tenne dal 30/10 al 4/11/1991 a Madrid tra Delegazioni di Israele, Siria e Libano (promossa dai Presidenti degli USA George Bush e dell’URSS Michail Gorbacev) allo scopo di realizzare un Trattato di pace sulla scorta di quello stipulato a Washington 12 anni prima. A seguito di questa Conferenza, ebbero inizio fondamentali ACCORDI fra le stesse Delegazioni che si iniziarono a Oslo il 20/8/1993 (Oslo 1) tra il Ministro israeliano Shimon Peres e il Capo palestinese dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) Yasser Arafat alla presenza dei Presidenti USA Bill Clinton e israeliano Yitzak Rabin. In questi Accordi (ratificati il 13/9) venne formalizzata l’istituzione dell’ ANP (Autorità Nazionale Palestinese), fu riconosciuta l’OLP come ufficiale rappresentante della Palestina (Cisgiordania e Gaza) e fu stabilito il ritiro definitivo delle Forze armate israeliane dalla Cisgiordania e da Gaza che vennero assegnate alla ANP (senza tuttavia precisarne i confini). Due anni dopo, il 28/9/1995, in altri ACCORDI sempre a Oslo (Oslo 2) fu concessa all’ANP dagli stessi firmatari l’amministrazione di altre importanti città della Cisgiordania.

Tutto quanto sottoscritto a Oslo in questi due Accordi non venne però accettato dalle Organizzazioni palestinesi islamiste di HAMAS, Fronte di Liberazione della Palestina (FLP) e Movimento della Jihad Islamica che si erano andate formando in Palestina nel ventennio tra il 1967 e il 1987 e che continuarono a fomentare disordini in quei territori. Il 26/8/1994 segnò un altro punto fondamentale nelle relazioni arabo/israeliane. A Washington, favorito e alla presenza del Presidente USA Bill Clinton, venne firmato il TRATTATO di Pace tra il Presidente israeliano Itzak Rabin e il Re della Giordania Husayn bin Talal con il quale venivano stabiliti confini certi fra i due Stati (con assegnazione ufficiale della Cisgiordania al Regno hashemita) e sarebbero iniziati accordi economici e di collaborazione sociale fra i due Stati.

Tra l’11 e il 24/7/2000 si tenne, nuovamente a Camp David, un VERTICE di Pace tra il Presidente dell’ANP Yasser Arafat e il Primo ministro israeliano Ehud Barak alla presenza del Presidente USA Bill Clinton. Questo vertice non portò ad alcun accordo soprattutto per le difficoltà incontrate per la definizione dello “status” di Gerusalemme e terminò con la conferma di quanto stabilito negli Accordi di Oslo e con l’impegno bilaterale di ritrovarsi per il prosieguo delle trattative. Dovettero trascorrere venti anni affinchè tale impegno fosse onorato. Presso la Casa Bianca di Washington, il 15/8/2020 ebbero inizio gli ACCORDI di pace di Abramo (Patriarca e profeta comune all’ebraismo e all’Islam) tra i Ministri degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti (EAU) Abdullah bin Zayed al Nahyan, del Barhein Abdullatif bin Rashid al Zayani e il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyau alla presenza del Presidente USA Donald Trump.

A seguito di tali Accordi venne stabilita l’istituzione di normali rapporti politici tra Israele e il Barhein (cui seguì poi quella tra Israele e il Marocco e Israele il Sudan il 10/12/2020) e venne concordato l’inizio di rapporti di collaborazione fra gli Stati aderenti in tema di commercio, di infrastrutture e di intelligence. Questi Accordi non vennero riconosciuti dalle Organizzazioni palestinesi islamiste. Una ulteriore INTESA di sicurezza particolare per la pace e la collaborazione civile e militare di difesa venne inoltre firmata l’11/9/2022 sempre a Washinghton tra Israele e Barhein. Il 20/9/2023 a New York, tra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyau e il Principe dell’Arabia Saudita Mohammed bin Sallman erano iniziate (organizzate dal Presidente USA Joe Biden) trattative per giungere alla stabilizzazione definitiva della questione arabo israeliana. In questo contesto si prevedeva, tra l’altro, la normalizzazione dei rapporti tra tutta la componente araba e Israele, con la conferma del ritiro totale delle truppe ebraiche dalla Striscia di Gaza, dalla Cisgiordania e dalle alture di Golan e la successiva attribuzione di queste a componenti arabe. Mentre queste trattative erano in corso, le milizie “Ezzelin al Qassam” di Hamas diedero inizio (7/10/ 2023) alla

“Operazione Alluvione Al Aqsa” contro Israele, ufficialmente per vendicare le uccisioni di manifestanti palestinesi compiute dagli ebrei presso la Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme (ma in realtà per impedire gli accordi in corso tra Israele e Arabia Saudita). Vennero uccisi oltre 1200 civili israeliani e circa 300 furono presi come ostaggi in un attacco proditorio compiuto nel distretto meridionale di Israele al confine con la Striscia di Gaza. Israele rispose prontamente con l’”Operazione Spade di ferro” invadendo il 28/10 il nord della Striscia e bombardandone pesantemente il sud causando oltre 35.000 morti fra la popolazione palestinese. Il 27/10/2024 l’Assemblea dell’ONU chiese una immediata TREGUA umanitaria alle parti in conflitto che venne concordata per 4 giorni il 22/11 durante la quale si ebbe la reciproca liberazione di prigionieri (50 israeliani contro 150 palestinesi). Scaduta la tregua, le ostilità sono riprese ad opera degli israeliani e sono tuttora drammaticamente in corso.

Gustavo Ottolenghi

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