Oggi il direttore de L’Incontro mi ha mostrato un articolo che mi ha fatto riflettere molto su quanto siamo chiusi nei confronti di altre specie. Specie che in passato ci hanno aiutato a sopravvivere. Si, a sopravvivere, perchè era il bue a tirare l’aratro, il cane ad aiutarci nella caccia, il mulo e il cavallo a trasportare noi e i nostri carichi. Ho pensato tanto a quanto in un articolo, che parla di cose giuste, si possano letteralmente “bruciare” credibilità e verità, perché chi lo ha scritto non è scevro di preconcetti e si basa su parallelismi per me errati.
Tanto è solo un cane
VITA DA CANI…..ma lo sapete com’è la vita della maggioranza dei cani?
Sfruttati, abbandonati, relegati in canili (spesso lager) dai quali non usciranno mai più, picchiati, allontanati quando sono alla ricerca di un pezzo di pane. Cani ammazzati legati alle macchine, impiccati, bruciati vivi. E non interviene nessuno, anzi, si alza un muro di vergognosa omertà. Vogliamo parlare della sperimentazione e della vivisezione di cui TUTTI siamo responsabili. Vogliamo parlare dei cani nei mercati della carne? Lo sapete che ci sono posti dove si sceglie il pezzo di cane (naso, coda, orecchie) per fare il brodo e la povera anima viene tenuta in vita il più possibile per poterla utilizzare tutta? Non succede da noi, ma succede. Ecco questi cani possono essere paragonati ai bambini maltrattati di cui si parla nell’articolo “VITA DA CANI”: stessa cattiveria e incuria.
Una differenza sostanziale
I cani di famiglia, coccolati, ben nutriti, con una cuccia calda, se non il lettone di “mamma e papà”, la pettorina per non tirare il collo, devono necessariamente essere paragonati a tutti quei bambini viziati e amati, come di norma dovrebbe essere. I bambini e i cuccioli di qualsiasi specie dovrebbero essere intoccabili e ricordiamoci che il nostro cane ha solo noi, vive per noi e ha per tutta la vita un’età corrispondente ai 4-5 anni di un essere umano. Quindi sarà sempre una nostra responsabilità. La differenza è sostanziale.
Carla Bortolotti
