È mancato questa mattina, a casa sua, all’età di 105 anni, Bruno Segre. Da qualche giorno manifestava problemi respiratori, ma è rimasto lucido fino alla fine. Nato il 5 settembre 1918 a Torino, Segre si era laureato in giurisprudenza nel 1940, con il professor Einaudi. All’avvocatura ha sempre abbinato l’attività giornalistica. Nel 1949 ha fondato L’Incontro. La nostra testata, originariamente cartacea, dal 2018 esce in edizione on line e ha continuato a pubblicare articoli del suo fondatore. Qui di seguito, l’editore Riccardo Rossotto e il direttore responsabile Milo Goj, ricordano Bruno Segre.

 

È stato un grande esempio di resistenza, tenacia, spirito libertario. Ha combattuto tutta la sua vita contro quelle che riteneva fossero le ingiustizie sia politiche, sia economiche, sia sociali. Non si è mai arreso come lui stesso ha ammesso nella biografia pubblicata alcuni anni or sono. Per poter diventare un gigante nella storia del nostro complicato Novecento, si era costruito una personalità forte, anche spigolosa, mai disponibile a compromessi di basso livello. Questa testata gli deve tutto: oltre settant’anni fa ebbe l’intuizione di pubblicare questo giornale indipendente ed autonomo rispetto a qualsiasi partito politico.

Era l’Italia che ripartiva dopo le tragedie della Seconda guerra mondiale: un Paese che aveva bisogno di ricostruirsi anche un’identità etica basata sui valori della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà. Bruno Segre, ispirandosi ai valori di giustizia e libertà e poi del socialismo riformista, ha combattuto tutta la sua vita per difendere la possibilità, per ciascuno di noi, di esprimere la nostra opinione, il nostro pensiero, anche quando minoritario rispetto a quello dominante. Abbiamo vissuto con lui una parte di questo percorso, confrontandoci anche duramente ma sempre nell’ambito di una grande stima e di una grande determinazione a rivendicare autonomia e indipendenza di questo giornale. Lo considereremo sempre “un grande Incontro” per tutti noi.

Riccardo Rossotto

 

Quando, un paio d’anni, fa mi è stata offerta la direzione de L’Incontro, ne sono stato onorato e ho subito accettato con entusiasmo. Ad affascinarmi erano i principi che il fondatore, Bruno Segre aveva voluto dare alla sua creatura. L’indipendenza, innanzitutto, e la libertà di opinione, che si manifestava concretamente proprio attraverso “L’Incontro” costruttivo tra opinioni diverse.

Non era facile, nell’Italia dell’immediato dopoguerra, ancora lacerata da una sanguinosa guerra civile, realizzare un giornale aperto a visioni differenti. In questo, Bruno Segre è stato uno dei pochi editori-direttori, realmente liberi. In questi due anni di direzione, ho cercato di seguire il suo esempio e di affrontare i temi affrontati, trattandoli da più angolazioni. Evitando quello che ritengo essere una disgrazia per l’informazione: “il giornalismo a tesi”, che si basa cioè a priori su ideologie, trascurando l’analisi dei fatti.

Milo Goj

Redazione

La redazione de L'Incontro

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