Bansky è il nome dietro il quale si cela un artista di strada, tanto famoso quanto, sconosciuto di persona. Andrea Del Monte, un cantautore che guarda alla letteratura, sollecitato dal mistero Bansky ha inteso omaggiarlo chiamando a raccolta non pochi musicisti, con i quali ha preparato uno spettacolo che a breve prenderà il via in tutta Italia, accompagnato da un libro “Rebus Bansky – L’uomo dell’arte ribelle””, edito da Ensemble.

Dei musicisti abbiamo nomi come quello di John Jackson, storico chitarrista di Bob Dylan, Fernando Saunders, bassista di Lou Reed, Ezio Bonicelli, violinista e chitarrista di Giovanni L. Ferretti dei CCCP, e poi poeti e scrittori. Qualche nome: Vivian Lamarque, Renzo Paris, Antonio Veneziani, Alessandro Moscè e altri, per finire con quattro interviste, a Vittorio Sgarbi, Vaura Senesi, Sabina De Gregori e Giuseppe Pollicelli.

 

Caro Andrea, dunque Bansky, come Elena Ferrante, è un misterioso autore. Uomo? Donna? Non si sa. É questo che ha ispirato il chitarrista, cantautore, compositore che c’è in te?

In realtà no, la misteriosità di Banksy è l’ultima cosa che mi interessa. Ciò che mi ha fatto appassionare a lui sono le sue opere che ‘sparge’ in giro per il mondo e soprattutto i rispettivi messaggi di quest’ultime che rivolge spesso alle minoranze.

Non solo te, visto che, a leggere il libro “Rebus Bansky” che hai pubblicato, diversi poeti e scrittori hanno risposto al tuo appello. Hai tratto ispirazione pure da loro o “viaggi” autonomamente?

La scelta delle opere di Banksy che ho inviato agli autori per ispirarli a fare sia le poesie/canzoni che i racconti, sono sicuramente frutto anche della conoscenza che ho di loro. Ma in alcuni casi per esempio sono rimasto spiazzato, ma in maniera positiva come per il performer Antonio Rezza. Lui ha scritto un racconto antitetico al personaggio Banksy ed all’opera che gli ho affidato ‘Il lanciatore di fiori’. In un paio di cartelle ha argomentato in maniera potente ed intelligente il motivo per il quale a lui Banksy non interessa proprio!

Non sei nuovo a questi esperimenti letterario/musicali. Ricordo i libri sulle brigantesse meridionali, su Pasolini… Che cosa stimola le tue idee, tanto da interpellare tanti letterati?

Io ho sempre creduto da musicista e da cantautore, che la musica unita alla letteratura possa dar vita a qualcosa di veramente potente ed emozionante. Così dopo ‘Puzzle Pasolini’ e ‘Brigantesse, storie d’amore e di fucile’ ho pensato di aggiungere una terza componente ovvero l’arte visiva appunto, quella di Banksy.

Sei uno dei rari esempi di musicisti legati alla letteratura, in simbiosi o che semplicemente trova in essa ispirazione. Di altri mi vengono in mente pochi nomi: De Andrè, Dalla, Vecchioni… Tu hai qualche maestro a riguardo?

Io vengo sicuramente dalla formazione di quelli che lei ha citato. Ma aggiungerei Battisti nel periodo con Panella e anche cantautori non italiani come Bob Dylan, John Lennon, Neil Young. Ma ascolto anche musica contemporanea.. per esempio mi piacciono molto Billie Eilish e Lady Gaga!

Sul disco ci sono anche collaborazioni musicali illustri…

Si, e questi musicisti hanno reso tutto più magico mettendo la loro ‘manodopera’ sulle mie canzoni. C’è John Jackson (storico chitarrista di Bob Dylan), Fernando Saunders (storico produttore e bassista del compianto Lou Reed) e Ezio Bonicelli (G.L Ferretti ed attualmente in tour con i CCCP) che ha suonato un meraviglioso e struggente violino sulla canzone ‘Filastrocca in disarmo’ che ho scritto con la poetessa Vivian Lamarque, ispirata all’opera banksiana ’Bambini sulle armi’.

Invece, il tuo pubblico chi è per lo più.

Il mio pubblico è trasversale. Però devo dire che con l’ultimo disco libro ‘Rebus Banksy’ ho avvicinato un pubblico giovanissimo, ma questo me lo aspettavo visto che il soggetto è molto pop. Ho fatto una lezione concerto ad una scuola superiore e devo dire che quest’ultimo lavoro ha catturato molto l’attenzione dei ragazzi.

Come cantautore quali sono le tue prossime tappe?

Sono in preparazione dello spettacolo ‘Rebus Banksy’ alternato ad alcune presentazioni unplugged. Come nel precedente lavoro pasoliniano e sulle brigantesse da questi concept nasce sempre uno spettacolo che coinvolge sul palco musica, teatro e letteratura. Poi ci sarà sicuramente un altro lavoro sempre di musica e letteratura, ma ci vorrà tempo prima che veda luce.

Diego Zandel

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