I NOSTRI “ETERNI” ANNI ‘80

Il titolo di questa rubrica è una citazione di un film del 1985: “Cercasi Susan Disperatamente”. Il film, non un grande film, ha segnato il debutto di Madonna (mito pop delle adolescenti di quegli anni) nel cinema. Chi scrive non ama particolarmente gli anni ’80, anzi, questa rubrica vuole andare oltre a quell’arroganza, quell’illusione di essere invincibili, quel narcisismo nato proprio in quegli anni. In una parola: sarebbe ora di disfarci del narcisismo che abita ancora nei nostri ego più che nei nostri armadi.

Quegli anni ci avevano convinto che tutto fosse possibile ma, soprattutto, ci avevano fatto credere che tutto fosse eterno. Questa rubrica vuole superare quell’illusione, per cercare e trovare nuove ispirazioni e valori, qualità e non lusso, concretezza e bellezza non superficialità. E, una volta trovati i primi segni, vuole usarli come chiave per trovarne altri.

IL TITOLO DELLA RUBRICA

“Cercasi incontro disperatamente” è un contenitore che rende omaggio alle parole “Cercasi” e “Disperatamente” in cui la parola “incontro” è una specie di Cubo di Rubik, un carattere mobile che cambierà continuamente. Avremo quindi “cercasi bellezza disperatamente”, cercasi valori, intelligenza, speranza.

E il cambiamento nascerà dalle suggestioni che ci offrirete voi e ci offrirà il viaggio continuo tra Torino e Milano.

DUE CITTÀ DUE MENTALITÀ

I difetti. Torino sente di essere Boston o Filadelfia, ma, probabilmente, ha paura di esserlo davvero. Milano crede di essere New York e vive con la velocità di quel luogo mitologico ma la velocità, spesso, spinge ai margini la riflessione e l’approfondimento .

I pregi. Torino, città verticale, sperimenta, affina, approfondisce. Milano è orizzontale, usa mille occhi per cogliere, ovunque, le opportunità.

Torino e Milano: due diversità, due mondi, due estremi di un red carpet di eccellenze, steso tra due città che sembrano fatte per abbracciarsi e che, invece, non si sono ancora iscritte allo “speed date”.

Un’agenzia immobiliare proporrebbe l’intero territorio che ha come cuore nevralgico i due centri come: “….l’alloggio che si estende dalle Alpi occidentali e arriva fino ai confini del Veneto.
Un’unità di pregio con due ampie terrazze a oriente e a occidente, una cucina attrezzatissima (Torino) e un grande living (Milano) nato per ospitare una “Festa mobile” (giusto per rubare un titolo a Ernst Hemingway)…”.

LA VISTA DAL SATELLITE (E DAL MONDO)

In realtà Torino e Milano, viste dal mondo, sono due quartieri di un luogo pieno di fermento, un unicum. Questa rubrica vuole scovare quei fermenti usando il microscopio e il telescopio. Perché un amore che nasce (o almeno un’alleanza rispettosa) ha bisogno di guardare in profondità ma anche lontano.

IL PRIMO TITOLO E IL PRIMO CONTRIBUTO

Il primo titolo è, dunque: “cercasi incontro, disperatamente”, dove disperatamente significa “furiosamente, freneticamente, accanitamente, ostinatamente” come specifica il dizionario dei sinonimi e contrari Rizzoli.

E il primo contributo consiste in un’immagine e una definizione.

L’immagine è quella della scalinata di Palazzo Serbelloni, resa magicamente blu da Louis Vuitton che ha presentato una sua straordinaria mostra nella Design Week milanese che si è appena conclusa. La contemporaneità che irrompe nella storia. Bello!

La definizione è il titolo di quella mostra: “Objets Nomades”. Concetto raffinato che questa rubrica prende a prestito per il suo primo sogno-sfida: immaginare Torino e Milano come “città nomadi” in cui i confini fisici e mentali siano solo un ricordo e le idee, i valori, le sfide e le alleanze si spostino continuamente tra i due centri diventando valori condivisi (“valori liquidi” come direbbe qualcuno che ha amato e ama Zygmunt Bauman).

UN PO’ DI ZUCCHERO

E se volessimo proprio essere melensi ecco una definizione per chiudere questo primo contributo:

“Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”.

L’ha scritta Antoine de Saint-Exupery: non propriamente uno sfiduciato rancoroso. Potrebbe essere utile nello “speed date” tra le due città.

PS1. Qui qualche dettaglio sugli “Objects nomades”

PS2: Qui un’esortazione e una sfida.
Segnalateci le bellezze nascoste dietro alle pareti austere dei palazzi di Milano, i valori di Torino che vorreste vedere in vetrina, un’emozione che vi ha colpito particolarmente, un ricordo, una speranza. Vale tutto: un tramonto all’orizzonte, una fioritura inaspettata di un terrazzo che sa regalare il profumo di primavera a chi passa, un’atmosfera, una sfida, un’idea o anche soltanto il ricordo di un viso bellissimo (magari uno di quelli levigati dai pensieri e dai libri letti) che avete incrociato nelle due città e che vi è rimasto in mente. Ne parleremo!
Segnalate i vostri “oggetti preziosi” all’indirizzo mail redazione@lincontro.news

Gabriele Isaia

Ha fatto il giornalista economico, ha aperto una sua società di comunicazione strategica, ha avuto “incontri” con l’architettura, l’arte contemporanea, le start up innovative e il personal branding....

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