Pubblicato una prima volta già nel 2003 ed ora da Sellerio,
il romanzo di Alessandro Barbero Poeta al comando ci propone un ritratto vivace, in parte inedito ed irriverente, dell’esperienza di Gabriele D’Annunzio a Fiume. Il Vate aveva occupato la città il 12 settembre 1919, alla testa di un gruppo di ribelli di varia estrazione, per lo più reduci della 1^ Guerra Mondiale (gli “arditi”), desiderosi di vendicare le vergognose (secondo loro) condizioni del Trattato di Pace, che non aveva riconosciuto all’Italia
Fiume ed i territori del Carnaro.
D’Annunzio, attorniato dai suoi “arditi”
L’avventura durò poco più di un anno, perché già a Natale del 1920
D’Annunzio fu costretto dalle cannonate della flotta italiana alla resa.
Barbero, storico di valore, non si limita però ad una cronistoria degli
avvenimenti, ma li utilizza per rendere più comprensibile il personaggio,
controverso, discusso e ancor oggi discutibile di D’Annunzio, attorniato
dai suoi “arditi” e dai cittadini di Fiume, che si vedono coinvolti in questa
avventura.
“Il pranzo a casa del senatore Cosulich”…
Ne sono un esempio gli stessi titoli dei vari capitoli di cui si compone il
libro. Da “il pranzo a casa del senatore Cosulich”, il quale critica alcuna
delle norme della nuova Costituzione del Carnaro approntata da
D’Annunzio. Alla beffa orchestrata da “elementi facinorosi provenienti da
Fiume”, che avevano sottratto “Quarantasei quadrupedi” al Regio
Esercito; sino all’ordine, impartito dal generale Caviglia, con dubbia
conoscenza della grammmatica italiana, di sgomberare la città occupata,
con avviso, “a chiunque il quale” non avesse obbedito di ogni grave
conseguenza! Sino al “Natale di sangue”, con la inevitabile resa di questa accozzaglia
di uomini male armati e peggio diretti.
L’impresa di Fiume
Una lettura avvincente che ci invita ad approfondire un’epoca ed
avvenimenti così importanti per il nostro Paese, così come a scoprire lati
meno noti della complessa personalità del Vate. Proprio per chi volesse approfondire il tema dell’”impresa di Fiume”, segnalo, tra i tanti, il libro, denso e documentato, del prof. Giordano Bruno Guerri (storico di valore e per molti anni Presidente della
Fondazione “Vittoriale degli Italiani”, che gestisce il complesso, di
notevole interesse storico-culturale, sito a Gardone Riviera, sul lago di
Garda, ove si ritirò a vita privata il Vate proprio dopo la fine dell’”impresa
di Fiume”), dal titolo “Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione a
Fiume” (Ed. Mondadori).
Alessandro Re