A qualche mese dall’abbattimento dell’orsa KJ1 a seguito dell’aggressione al turista francese avvenuta a metà luglio è emersa un’importante novità. Risulterebbe, infatti, dall’esame del verbale della Guardia Forestale, che l’aggredito abbia dichiarato che stava correndo. Sono andato a rivedere gli articoli di stampa usciti “a caldo”: non era un particolare univoco.

Ho letto di “passeggiata”, ho letto di “jogging”. Attenzione: come avevo già considerato in precedenza (cfr. “Ad esecuzione avvenuta” e “Ah, l’orso…”) il fattore di rischio è costituito dalla sorpresa. L’orso è un animale schivo, se sente rumore si allontana. Paradossalmente, quindi, più il gesto dell’uomo è tecnico e atletico (in sostanza: più corre veloce con passo sicuro e silenzioso) più aumenta il rischio che l’orso, sorpreso, si spaventi e aggredisca. Specie se si tratta di orsa con i cuccioli.

Questo aspetto è stato ben rimarcato anche nel bel documentario “Pericolosamente vicini” che, dopo aver avuto un buon successo nelle sale, è stato trasmesso anche da Rai Tre. Grande amarezza, quindi, nel rendersi conto che l’aggressione compiuta da KJ1 non fosse affatto un significativo indice di pericolosità. E questo il Presidente della Provincia Autonoma di Trento lo sapeva, non poteva non saperlo. Ciononostante, ha disposto con gran zelo (provvedimento emesso ed immediatamente eseguito nottetempo!) l’abbattimento. Mi è stato raccontato che nei parchi del Nord America e del Canada sono diramati precisi divieti e istruzioni: nella foresta non si corre e bisogna dotarsi di dispositivi rumorosi (anche semplici campanellini).

In sostanza, se io rientro da un’escursione sbacchettando con i bastoncini e sbattendo gli scarponi, è assai difficile che mi trovi in situazioni di pericolo. Se vado “a razzo” con passo leggero, sicuro e silenzioso, il rischio aumenta. C’è peraltro da considerare che l’areale dell’orso si sta ampliando a causa del sovrannumero di esemplari nel Trentino occidentale, come ho già considerato in precedenza (cfr. “A esecuzione avvenuta”).

Recentemente è stata radiocollarata un’orsa in prossimità di Vermiglio, vicino al Passo del Tonale, circostanza mai avvenuta in precedenza. Nella zona del profondo Lagorai (Trentino orientale) sono stati rilevati inequivoci segni di presenza almeno di un esemplare. Per quanto riguarda la Valle del Sarca (quindi la zona in prossimità di Arco – Riva del Garda) ho già scritto. Ho letto recentemente di diffusione di bocconi avvelenati sparsi nei boschi, che hanno causato la morte non solo di inoffensiva fauna selvatica, ma anche di animali domestici. È stato rinvenuto un orso morto nei giorni scorsi in alta Val di Non (esami di laboratorio ancora in corso).

Era già accaduto due volte l’anno scorso sempre in Val di Non (se non sbaglio, due casi di avvelenamento accertati). Un orso è stato rinvenuto ucciso con un colpo di fucile: un “delitto perfetto”, perché il proiettile era stato asportato con cura dalla carcassa. Come è stato già rimarcato, occorre un’informazione corretta e capillare. Occorre l’adozione sistematica di accorgimenti che evitino che l’orso sia attratto da insediamenti urbani (bidoni antiorso).

Difficile prescindere purtroppo da una pianificata selezione numerica, come già in uso per le altre specie selvatiche. Diversamente si rischia qualche altra disgrazia e/o la diffusione di estemporanee iniziative illegali. Non serve il “terrorismo”, non serve alimentare paranoie. Occorre un approccio sistematico, pacato, razionale. Finalmente coerente con il Progetto Life Ursus, negli anni lasciato deragliare.

Claudio Zucchellini

Claudio Zucchellini

Avvocato, Consigliere della Camera Civile di Monza, attivo in iniziative formative per Avvocati, Università, Scuole e Società Civile.

Discussione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *