Lo scorso 24 aprile si sono svolte in Slovenia le elezioni politiche che hanno visto, a sorpresa, la vittoria di Roberto Golob con la sua formazione liberale ed ecologista chiamata Movimento Libertà (Gibanje Svoboda).
Un difficile colpo per il partito democratico
Una vittoria che ha surclassato il partito democratico sloveno (Slovenska Demokratska Stranka) del premier uscente Janez Janša. Il Movimento Libertà non ha però ottenuto la maggioranza assoluta. Per cui è già iniziato il confronto con le altre formazioni di sinistra in particolare con i socialdemocratici (Socialni Demokrati) e la sinistra (Levica).
Sulle elezioni in Slovenia abbiamo rivolto alcune domande alla senatrice del PD Tatjana Rojc, appartenente alla minoranza slovena in Italia. E conosciuta per la sua attività di scrittrice, della quale sono stati tradotti due libri. Il primo “Così ho vissuto”, edito da Bompiani, in cui racconta, dalla viva voce di Boris Pahor, la vita del grande scrittore triestino di lingua slovena. Il secondo, un romanzo di grande intensità come “La figlia che vorrei avere”, edito da La nave di Teseo.
Senatrice Rojć, la vittoria del Movimento Libertà di Robert Golob rappresenta una novità non da poco considerando che il partito è stato fondato soltanto un anno fa. A cosa deve il suo successo?
La vittoria così schiacciante del movimento di Robert Golob rappresenta per tutti solo in parte una sorpresa. Credo sia piuttosto da intenderlo come una sfida dei cittadini che hanno voluto dare un segnale chiaro alla politica. La grande affluenza alle urne definisce bene la volontà di partecipare alle scelte del Paese attraverso il voto che costituisce il momento più alto di un sistema democratico. Una risposta netta di repulsa del sovranismo. La volontà di dichiarare la Slovenia come un Paese dichiaratamente europeista, in linea con le politiche dei Paesi UE.
La società civile chiede di essere ascoltata
Sono una relativa sorpresa anche, con il suo 34,52 per cento dei voti, i quasi 13 punti che lo separano da Jansa, fermatosi al 22,5, considerando che l’ex premier era considerato l’uomo da sfidare.
Janša è indubbiamente un politico di grande esperienza che sa cosa sia il potere. Molti non hanno approvato i suoi legami con Orban, con il gruppo di Višegrad. La vittoria di Golob ci induce a pensare che ci sia in Slovenia una grande consapevolezza del bisogno di ascolto della società civile. Di dialogo con il Paese. Di una visione diversa, più aperta della politica. Di una politica che non si concentri soltanto nei palazzi ma che ascolti le piazze, che si concentri sulla realtà quotidiana. Che abbia una visione aperta e inclusiva, insomma.
Con i suoi 41 seggi il Movimento Libertà ha la maggioranza relativa. Il presidente Pahor ha tenuto a fare presente che per il conferimento dell’incarico c’è bisogno della maggioranza assoluta. Chi o quali saranno gli alleati più probabili di Golob?
Golob è un uomo concreto e credo si rivolgerà a quelle forze del centro-sinistra (cosa che sta avvenendo in questi giorni ndr) che condividono in parte o del tutto il suo programma. Ma soprattutto siano in grado di dialogare e determinino, così, una nuova fase nelle politiche del Paese.
Puntare sul nucleare
La Slovenia va verso il raddoppio della centrale nucleare di Krško. Vista l’ispirazione ecologica del Movimento Libertà si possono prevedere dei cambiamenti di rotta a riguardo, per lo meno in che misura? (Anche se alla luce della guerra russo-ucraina la centrale nucleare riduce le grosse problematiche energetiche che la guerra stessa ha scatenato).
Il raddoppio della centrale di Krško è un progetto che deve passare molte fasi per poter essere realizzato. Innanzitutto la centrale in funzione ha davanti a sé due decenni abbondanti di attività prima di venire dismessa. In seconda istanza il progetto deve passare un referendum popolare ed essere approvato da una legge ad hoc. Necessita di passaggi che difficilmente vedranno un raddoppio, considerando che il Paese ha dimensioni ridotte . Inoltre è da sempre attento alla tutela dell’ambiente. Probabilmente fino ad allora lo sviluppo di fonti energetiche alternative saranno in grado di coprire le esigenze del Paese.
Italia sempre più vicina
Quale politica ti aspetti dal governo Golob per i prossimi anni in generale e nei rapporti con l’Italia in particolare? Lo ritieni un dettaglio da poco il fatto che Golob sia nato in pratica sulla linea di confine con l’Italia?
Golob è un uomo pragmatico, ha già diretto il GECT GO tra i comuni transfrontalieri di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter Vrtojba, dunque conosce bene la nostra Regione, il nostro Paese, e questo fa di lui un interlocutore privilegiato per la crescita dell’amicizia e della collaborazione tra le nostre due Repubbliche. E da Premier supporterà anche il grande progetto di Nova Gorica e Gorizia Capitale della cultura nel 2025. Del resto il braccio destro di Golob è Matej Arčon, già sindaco di Nova Gorica, eletto in parlamento e grande sostenitore della collaborazione transfrontaliera. Durante la campagna elettorale Robert Golob ha, inoltre, incontrato alcuni esponenti della minoranza slovena, dimostrando in questo modo una sensibilità nei confronti degli sloveni in Italia che avranno la possibilità di far crescere il proprio ruolo nel consolidamento della collaborazione tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Slovenia.
Diego Zandel