Oggi, per la settantasettesima volta da quel 25 aprile 1945, ricordiamo quello che viene definito “il giorno” della Liberazione.
Mai come quest’anno il contesto internazionale e la tragedia dell’Ucraina ci impongono di vivere questa ricorrenza ringraziando tutti coloro che hanno combattuto (come il nostro fondatore) e stanno combattendo per la libertà di tutti noi, mettendo anche spesso a repentaglio la loro stessa vita.
Un 25 aprile di tutti e per tutti i difensori della libertà
E’ probabilmente utopistico immaginare una memoria comune di eventi tragici causati, anche e non solo in Italia, da una guerra civile. Ma questa data non deve essere divisiva né deve diventare una stanca tradizione vissuta senza passione e gratitudine. O peggio, non capita dai giovani.
Il rispetto di tutti i morti crediamo sia la base per una lucida e rispettosa analisi del perché, troppo spesso, noi esseri umani abbandoniamo il dialogo. Abbandoniamo il confronto pacifico e preferiamo percorrere le derive della violenza.
Il 25 aprile del 2022 ci piacerebbe fosse ricordato come l’inizio di una nuova riflessione su quanto accaduto 77 anni fa e su quanto sta accadendo a Kiev e in Ucraina in queste ore. Una tragedia che dobbiamo a tutti i costi fare sì che finisca e che non capiti più.
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