Febbraio 2022. Ore 13,00. Spiaggia deserta. Bel sole caldo e totale assenza di nuvole. I giorni della merla sono un vago ricordo. Da lontano ora vedo arrivare l’unico altro frequentatore dell’arenile. Sto passeggiando come lui sul bagnasciuga.
Tra poco ci incontreremo ma già riesco a vedere che indossa la mascherina. Siamo vicini e forse non riuscirò a stare zitto. No, mi viene da urlargli che sta facendo! Non c’è nessuno, nessuno potrà contagiarlo! Si, mi sta montando una rabbia che in realtà è puro terrore; sto esagerando? In fondo è solo un tranquillo signore con la mascherina che passeggia solitario. Eppure quel signore mi evoca terrore.
Anche se non sono affari miei ora gli dico, cercando di essere cordiale, che la sua mascherina, in quella spiaggia deserta non è proprio il caso! Stiamo per incrociarci, eccolo affianco “Buon giorno” riesco appena a dire e lui risponde un buon giorno intubato dalla mascherina. Siamo di nuovo distanti.
Perché non ho avuto il coraggio di dirgli cosa pensavo? È stato l’istinto a salvarmi. Avrei perso del tempo inutilmente rovinandomi il fegato, certissimo non sarei riuscito a farlo ragionare e “risvegliare”. No, non ci sarei riuscito, memore di svariate recenti esperienze che mi hanno disilluso su tanti aspetti dell’umana comprensione.
Poi mi salvo la coscienza inventandomi un alibi: chi sono io per far cambiare idea a una persona che la pensa diversamente, anche quando la sua stupidità è evidente e sovrasta qualsiasi buon senso comune? Che sta succedendo? Ho come la sensazione che il genere umano sia diventato più malleabile, in senso negativo, intendo, più facilmente addomesticabile, insomma, viviamo in anni in cui è più facile dominare sugli altri.
Certo, se ripensiamo alla seconda guerra mondiale ricordiamo quanto le masse anche allora siano state facilmente conquistate; Goebbels, per citarne uno, conosceva bene il potere della propaganda. Ma credevo che negli ultimi quaranta, cinquant’anni, l’uomo avesse preso coscienza di essere proprietario della sua indipendenza di pensiero e la difendesse. No, siamo tornati indietro a passi da gigante!
I mezzi di informazione e la rete tanto ci danno e tanto, con gli interessi, ci tolgono. È diventato molto più facile, ovvio, ci vogliono menti scaltre, conquistare un popolo e imporre un’idea, anche la più idiota. Un ultimo caso eclatante riguarda gli NFT. La corsa a produrre, mettere in rete e acquistare NFT è stata travolgente, sembrerebbe che il mondo dell’arte non si occupi d’altro.
Si sta diffondendo l’idea che se non conosci questa nuova tendenza resti indietro e perdi il treno. Una prima vendita di un famigerato NFT a quasi 60 milioni di dollari ha innescato la febbre, la corsa all’oro, tutti ad accodarsi al trend del momento, non importa la qualità artistica dell’immagine, dentro ci sta di tutto, dal goal di Maradona, alle emoticon, alle immagini alla Blade Runner e via discorrendo.
Tutto il sistema parla dell’investimento da non lasciarsi scappare; comprare NFT è la novità, esserci dentro vuol dire essere avanti. Se hai soldi da investire (puliti o sporchi) questo è il terreno da seminare. Il problema ambientale causato dalla produzione degli NFT, (già ne accennavo nel precedente articolo), proprio non interessa a nessuno, pur immaginando che ci sarà un’impennata esponenziale che causerà seri problemi.
Produrre un solo NFT richiede l’energia consumata da una macchina che percorre 1.000 Km (ricerca fatta da un artista inglese). La produzione febbricitante degli NFT ormai raggiungerà milioni e milioni di immagini depositate nelle blockchain. Oltre all’inquinamento esiste comunque un altro problema che il collezionista dovrebbe prendere in seria considerazione; gli hacker.
Non sono certo un esperto di informatica, ma nessuno mi vieta di pensare che per gli hacker gli NFT siano un bocconcino prelibato per creare un inferno nella rete e far scomparire in un attimo le tracce degli acquisti e far volatilizzare milioni di dollari che ignari collezionisti hanno investito. Oggi faccio un acquisto che ritengo importante da un artista che mi piace. Pazienza se posso godermi solo un’immagine jpeg al computer allo stesso modo in cui se la può godere chi quella stessa opera non l’ha pagata. Ho il brivido di esserne l’unico invidiato possessore (garantito da una lunga serie di numeretti) e potrò, se mi va bene, rivenderla a un prezzo maggiorato.
Ma davvero posso dormire tranquillo sicuro che quell’opera sarà sempre mia ed esistente nella rete? Ammettiamolo, ci vuole una certa dose di coraggio. Scoprire la mattina che un hacker ha fatto fuori il mio costoso jpeg dalla rete non sarebbe un bel risveglio. Certo, quel collezionista potrebbe dirti che possono entrare i ladri in casa tua e ti risvegli senza le opere migliori della tua collezione. In questo caso, però, hai sempre la speranza di poterne rientrare in possesso.
Nel caso di un NFT polverizzato nell’oceano della rete lo puoi scordare. Inoltre sono del parere che quando una moda diventa planetaria in tempi brevissimi, potrebbe in tempi brevissimi scomparire. Seguire la tendenza del momento? Libera scelta. Io mai! Indossare la mascherina in una spiaggia deserta? Mai!
Salvatore Garau