Ci sono grandi novità nel mondo dei fumetti Bonelli, che sono uno dei fenomeni più sorprendenti del mondo editoriale italiano. Non tutti sanno infatti che la presenza in edicola di fumetti popolari e dal costo contenuto è un fenomeno ormai solo italiano. All’estero i fumetti sono diventati costosissimi, si comprano in libreria, sono cartonati e hanno ambizioni molto alte.
Non che i fumetti Bonelli non abbiamo ambizioni. Anzi. Il miracolo è che continuano a costare poco (sotto i cinque euro), escono con regolarità, inventano nuove strade e soprattutto hanno un pubblico che per nulla al mondo rinuncerebbe ad acquistarli.
Parlo dei fumetti Bonelli perché basta dare un’occhiata alle edicole per capire che ormai il novanta per cento del mercato è appannaggio loro. Le testate dominanti (Tex prima di tutte, poi Julia, Dylan Dog, Dampyr, Zagor, Nathan Never, Martin Mystere…) portano tutte quel marchio, glorioso, nato alla fine della seconda guerra mondiale e conservatosi intatto.
Qualcuno dirà: ma cosa c’entra il fumetto con il cinema? C’entra, c’entra. I nessi cinematografici sono evidenti, chiari, lampanti. Fumetto e cinema in Italia sono due passioni che si possono tranquillamente sovrapporre senza fare forzature.
Fan in attesa del ritorno di Mefisto
Ma proseguiamo con ordine. Da un paio di anni Tex ha molteplici uscite in edicola che comprendono la serie regolare, le ristampe e poi una nuova serie che si chiama Tex Willer e racconta storie nuove di Tex giovane fuorilegge.
I fan sono in trepida attesa perché sta per arrivare una nuova apparizione di Mefisto, il nemico numero uno di Tex, in una storia dovrebbe durare sette albi. Un record assoluto.
Tex, come è noto, si ispirava a John Wayne ma ha cambiato più volte riferimento, diventando ormai un’icona tout court. Invece Julia, forse la più brillante delle nuove scoperte Bonelli, ha il volto di Audrey Hepburn e continua a indagare su delitti e crimini con un approccio assolutamente personale.
Storie fatte apposta per diventare una serie tv
Berardi, l’autore (lo è stato anche di Ken Parker, un anti western che uscì per pochi anni ma che ha lasciato il segno), ha dichiarato che i tempi cinematografici sono proprio quelli che ispirano il suo lavoro.
Zagor si colloca in un’altra dimensione, il western unito a una forte componente fantastica, e non ha una precisa tracciabilità cinematografica. Le ha invece Nathan Never, fantascienza postatomica ispirata a Blade Runner e pensata come un kolossal di fantascienza. E proprio questa monumentalità che rende oggettivamente difficile la sua trasposizione in immagini in movimento.
Hanno invece fatto un film da Dylan Dog, l’investigatore dell’incubo con il volto di Rupert Everett. Ma lo avevano reso una sorta di supereroe Marvel. Un fallimento utile ai fratelli Manetti per la loro versione cinematografica di Diabolik, che invece è sorprendente e ben riuscita (ma Diabolik non è un fumetto Bonelli, come sapete).
Concludiamo con una novità Bonelli che ha unito fumettisti e cinefili: Torna in edicola trent’anni dopo, Nick Raider, il poliziotto di New York, ormai sulla via della pensione, che si ritrova con i suoi compagni anche se quasi tutti non sono più nella polizia. Il modello originario era con ogni evidenza il telefilm americano Starsky&Hutch. Belle storie hard boiled, con qualche parolaccia di troppo ma molta azione: anche lui, una versione cinema la meriterebbe proprio…
Steve Della Casa