L’INCONTRO è stato per 70 anni Bruno Segre.  Oggi diventa un’opera collettiva di un gruppo di amici, di professionisti, di giovani della comunicazione digitale, che raccoglie l’eredità di una grande biografia, la ravviva in una nuova forma di comunicazione. La testata resta coerente con i valori fondativi collocandoli, nei tempi e anche nel linguaggio, più vicini alle domande poste dalla contemporaneità.

L’INCONTRO nelle sue pagine ha sempre fornito un costante richiamo e apporto ai diritti civili, alla pace, alle campagne contro tutte le forme d’intolleranza, i razzismi e l’antisemitismo, alla lotta contro il fascismo e qualsiasi forma di violenza e sopruso della persona, per la giustizia e la libertà, lo Stato laico e l’indipendenza dalla Chiesa.

Crediamo che questi valori debbano essere difesi adesso più di prima. Li vogliamo raccontare a chi è più giovane e spesso non sa quali sono le lotte e i sacrifici da cui sono nati e per cui si sono alla fine affermati. Sono scritti nei principi fondamentali della Costituzione. Hanno al centro la persona umana, i suoi diritti e doveri, le sue tutele e la sua dignità. Ciò è particolarmente vero in una fase della vita pubblica in cui la solidarietà sembra essere stata dimenticata, l’uguaglianza sembra aver spento la sua carica etica, la possibilità di contribuire con il lavoro alla crescita della nostra società è negata o avvilita dalla precarietà, gli anticorpi all’autoritarismo sembrano essersi assai diluiti. Noi, come molti, siamo allarmati di questa condizione che non è italiana ma ben più ampia.

Con la caduta delle barriere, ideologiche e commerciali, pensavamo che la storia avrebbe proseguito il proprio cammino, che il mercato e il capitalismo avrebbero contribuito a far uscire dalla povertà le zone del mondo più arretrate e che là dove c’era democrazia ci sarebbe stata libertà d’iniziativa e di mercato. Oggi sappiamo che non è andata esattamente così. Le cose si sono complicate, il capitalismo e la finanza globale si sono rivelati bulimici ed egoisti, indisponibili a distribuire le ricchezze che generano, hanno creato diseguaglianze inaccettabili. I vizi capitali di un’economia di mercato senza regole, di cui parlava Keynes, cioè la mancanza di un lavoro sicuro e una ripartizione del reddito priva di equità, mai come oggi sono evidenti. Dignità, uguaglianza, libertà, sono in crisi proprio nelle società che su questi principi hanno fondato le ragioni della propria convivenza civile dopo la fine della seconda guerra mondiale. Viviamo il paradosso di una civiltà che genera dispositivi di grande potenza e sofisticazione, ma che è incapace di elaborare risposte efficaci ai diritti fondamentali. Come torneremo a crescere e a creare ricchezza? Come potremo dare un’opportunità di realizzazione e di lavoro a tutti?  Quale protezione sociale, istruzione, sanità dovremo costruire per tenere vivo il patto solidale tra gli uomini? Come faremo convivere tecnologia, etica e democrazia? Come regoleremo i mega-oligopoli che rischiano di rendere superfluo il ruolo della politica? Come realizzeremo una società in cui sia garantito l’accesso trasparente alle informazioni? Come dovremo distribuire la ricchezza prodotta in una moderna società capitalista? Cosa dovrà condividere una comunità per essere coesa e solidale, ma al tempo stesso capace di premiare il merito e i migliori? Riusciremo a non compromettere del tutto la salute del pianeta? Su queste domande raccoglieremo opinioni e punti di osservazione diversi, anche conflittuali, cercando di sollecitare la continua messa in discussione della nostra condizione personale, storica e sociale. Pensiamo che solo così possiamo recuperare il senso e il diritto di decidere della società e della storia e che le risposte che cerchiamo si sviluppino attraverso la rottura e l’innovazione delle convenzioni e dei paradigmi in vigore e la conoscenza intima della nostra eredità. Non abbiamo altro mezzo per combattere l’ignoranza e la censura autoritaria che quello di facilitare la coabitazione delle memorie culturali costruitesi nel corso della storia.

Il nostro mondo in pochi decenni è destinato a diventare multi-culturale, multi-religioso, multi-etnico. Questa sarà la nostra realtà e la nostra ricchezza. Pensare che si possa contrastarla costruendo steccati o reticolati è sciocco o ingenuo, perché questi sono destinati a saltare. Sta nascendo una nuova umanità diversa da quella che ha occupato e interpretato l’Europa per molti secoli. Ci stiamo faticosamente rendendo conto di quanto siano gracili le relazioni del mondo iperconnesso. Siamo sempre più efficienti, ma non ci sentiamo più forti, anzi, le nostre società sembrano più esposte alle infezioni. Siamo connessi e mobili, ma anche delicati, in perenne comunicazione tra noi ma anche più soli.

Gli stimoli non mancano, ce ne sono alla porta di casa e che vengono da lontano. Il momento di entrare in queste grandi questioni e di affrontare i tanti dubbi che ci inquietano ci pare quello giusto. Abbiamo una bella eredità, la linea editoriale e la nuova comunità dell’INCONTRO la raccolgono e la vivacizzano. con l’argomentazione e il confronto anche tra tesi opposte, tipiche di una società complessa, dove comprendere significa sempre muoversi dentro contraddizioni e relazioni sempre più ricche e fitte.  L’INCONTRO sarà severo sulle idee ma sempre aperto e disponibile con le persone, in un’epoca in cui si è spesso feroci con la persona umana e molto approssimativi con le idee. Come ha scritto Bruno Segre L’INCONTRO era, è e sarà sempre aperto “a tutti gli uomini liberi, a tutti i cittadini del mondo”.

Per L’INCONTRO la conoscenza della storia è un elemento chiave non solo della proposta culturale ma del metodo argomentativo.  Sono le memorie e il loro racconto l’antivirus contro l’autoritarismo e le intolleranze. Parleremo di diritti e di doveri, perché ciò che chiediamo sia garantito a tutti i cittadini, vive e acquista senso se accompagnato contemporaneamente dal rispetto dei patti di contribuzione reciproca alla vita dello Stato, lavoro, difesa, fiscalità, rispetto delle leggi. Scriveremo e discuteremo della forza della tecnologia nella nostra società, responsabile dell’aumento esponenziale della nostra capacità di produrre e comunicare. Mette sotto pressione la politica e si fa inseguire dal diritto, mette in crisi la divisione del lavoro e amplia enormemente l’armamentario analitico. Ci controlla e ci dà potere, apre dubbi e genera nuovi rischi per la democrazia. Il ragionamento astratto sulle economie mostra la corda. Piuttosto ci interesseremo di applicazioni, di esperimenti e d’innovazioni sul campo, di risultati e non solo di modelli e paradigmi astratti.

Avremo anche una vita fuori dalla rete con seminari, pubblicazioni su carta e approfondimenti. Vivremo da indipendenti e perciò la membership che vorrete darci sarà di vitale importanza per la sostenibilità della testata.

L’INCONTRO riprende il cammino con il quadro dei valori ben chiaro e saldo, disegnato nella biografia di chi ci passa il testimone. A noi che lo rileviamo la sfida di dare nuovi contenuti, una nuova forma e modo di comunicare.

Con il vostro aiuto speriamo di essere nuovi interpreti all’altezza delle sfide che ci sono in questa stagione di trasformazione.

 

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