Una inquietudine latente.

Una angoscia via via sempre più manifesta ed ingestibile.

Un venir meno delle certezze e delle speranze abituali.

La pandemia ci sta causando tutto questo.

Un senso della morte, della profonda caducità delle nostre vite che ribalta sicumere, arroganze, presunzioni che avevamo consolidato negli anni.

Un microscopico virus, quasi invisibile, non conosciuto e “figlio” dei nostri disastri nei confronti dell’ecosistema mondiale, ci sta costringendo a cambiare le nostre vite, i nostri comportamenti.

A modificare le nostre modalità relazionali con gli altri, con i nostri parenti, con i nostri affetti più cari.

Siamo costretti a ripensare al nostro rapporto con la morte, con il tempo che ci sfugge, con il “doman… non c’è certezza”.

Un trauma, o meglio, una serie di traumi, che, probabilmente, anche dopo la scoperta e diffusione del vaccino, ci porteremo dietro a lungo, forse, per sempre.

Non so se “dopo” saremo  migliori o peggiori, ma so che la “nuova normalità” ci indurrà a vivere in modo diverso, a gestire il nostro tempo con più oculatezza, rispetto, attenzione.

E allora, cari lettori, vi propongo la rilettura di una famosa poesia di Mario Raulde Morais De Andrade (1893-1945) un poeta, musicologo, critico letterario brasiliano;  uno dei fondatori del movimento del modernismo brasiliano.

Il titolo è “La mia anima ha fretta”: la poesia è stata scritta dal poeta del “tempo prezioso”, proprio per aiutarci a riflettere sulla nostra esistenza e sui nostri comportamenti rispetto alla vita, alla morte e al tempo che passa inesorabilmente.

Mi ha sempre emozionato e fatto pensare: per questo ho immaginato il vostro incontro “Con Mario De Andrade”.

Fermatevi un attimo e guardatevi indietro e davanti per cercare di capire meglio il senso della vita e la valorizzazione delle straordinarie opportunità che offre.

Buona lettura e buone … emozioni.

Riccardo Rossotto


Ho contato i miei anni
E ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi
rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci
i primi li ha mangiati con piacere
ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi
ha cominciato a gustarli
intensamente
Non ho più tempo per riunioni interminabili
dove vengono discussi statuti
regole
procedure e regolamenti interni
sapendo che nulla sarà raggiunto
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che
nonostante la loro età cronologica
non sono cresciute
Il mio tempo è troppo breve
voglio l’essenza
la mia anima ha fretta
Non ho più molti dolci nel pacchetto
Voglio vivere accanto a persone umane
molto umane
che sappiano ridere dei propri errori
e che non siano gonfiate dai propri trionfi
e che si assumano le proprie responsabilità
Così si difenda la dignità umana
e si va verso la verità e l’onestà
E’ l’essenziale che fa valer la pena di vivere
Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori
di persone a cui i duri colpi della vita
hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima
Sì, sono di fretta
ho fretta di vivere
con l’intensità che solo la maturità sa dare
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti
Sono sicuro saranno squisiti
molto più di quelli mangiati finora
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto
e in pace con i miei cari e la mia coscienza
Abbiamo due vite
e la seconda inizia quando ti rendi conto
che ne hai solo una

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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